51장: volevo dire...

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Erano passati quattro giorni da quando Changbin si era trasferito a casa di Yongbok, quattro giorni da quando Jisung aveva detto ad alta voce che gli piaceva Minho. Il pilota era consapevole che Minho lo sapeva già, ma dirlo ad alta voce e rendere espliciti i suoi pensieri era tutt'altra storia. Era troppo anche per Jisung stesso, il quale finì per scomparire da casa Kim-seo per tutti quei giorni nonostante Minho provasse a contattarlo per sapere se stesse bene. Si preoccupava per lui, ma Jisung inventava ogni volta delle scuse per evitare di affrontare qualcosa di più grande di lui. La sua testa era un cumulo di pensieri ed emozioni contrastanti, che se avesse solo provato a renderle ad alta voce avrebbe finito per scoppiare.

«Quindi, hai davvero detto a Minho che lo ami.» Changbin lo fece tornare alla realtà, lo aveva chiamato disperato sperando di deviare i suoi pensieri in qualche modo eppure l'ingegnere sapeva già tutto causa Seungmin.

«Proprio così.» Rispose guardando il computer davanti a sé, era acceso e dava su un gioco di carte solitario, «Sono stato un completo idiota.»

«Tanto lo sapeva già.» Cercò di tranquillizzarlo, ed era evidente che il sospiro che uscì dalle labbra del pilota era per quel motivo, «Non fartene una colpa.»

«É che mi sento una merda, lui neanche un mese fa era a rischiare la sua vita con una persona che credeva lo amasse e poi vengono io un mese dopo come un completo idiota...» Lasciò cadere il telefono coprendosi il viso, sentendosi completamente odioso. Si stava dando tutte le colpe, colpe per quello che aveva detto, colpe per come non sapeva affrontare quello che sarebbe potuto succedere: nel migliore dello scenario Minho avrebbe fatto finta di nulla, ma nel peggiore? Minho si sarebbe allontanato per sempre da lui e Jisung avrebbe perso quel ragazzo per sempre.

«Ehi, ehi, Jisung respira.» Sentì la voce di Changbin che provò a fermare nel nascere le emozioni, Jisung avvicinò di nuovo il telefono all'orecchio sinistro, «Ascolta va bene sentirsi così, ma tu... ti sembra un comportamento da idiota amarlo, ed amarlo come lo ami tu?» Guardò il soffitto pensando, «Sei al suo fianco e letteralmente non fai altro che supportarlo, dargli lo spazio che necessità. Non mi sembra un comportamento da completo idiota e non credo che il te adolescente avrebbe fatto lo stesso, li si che eri un'idiota.»

«Ma non dovevo dirglielo.» Piagnucolò, probabilmente si stava coprendo il viso, «Un conto è che lui l'abbia capito ed un conto è dirglielo ad alta voce, la cosa diventa ancora più vera ed imbarazzante.»

«Era vera anche prima, lo guardi sempre come se fosse la cosa più bella di questo mondo.» Jisung aveva guardato allo stesso modo Hyejin, per questo Changbin era consapevole dei sentimenti che provava.

«Ma lo è. È così bello e fragile allo stesso tempo, però è la cosa più bella e preziosa che ho.» Changbin si coprì il viso, domandandosi se da ubriaco diceva le stesse cose che Jisung, però, diceva da sobrio, «Che poi proprio dovevo? Mia madre gli ha detto che se Hyejin fosse sostituita da lui, sarebbe contenta. Sembra che l'abbia fatto apposta.»

«No è che tu sei un po' eccessivo quando ti fai prendere dalle discussioni, non prendertela.» Stranamente Jisung rise e il cuore dell'ingegnere si sentì più leggero, «Minho non ti sta cercando, da quando è successo?»

«Mi sta cercando, sembra preoccupato.»

«Forse non ha sentito niente.» Provò a dire, per rassicurarlo anche se Seungmin gli aveva detto che Minho gli aveva detto di averlo sentito ma che non era un problema così grosso per lui. Almeno erano quelle le sue parole, nessuno poteva sapere cosa stava passando nella mente di Minho in quel momento.

«Sono stato un'idiota. Ma io dico!» Changbin rise girandosi sul letto, aveva la casa tutta per sé perché Felix era andato a prendere Hyunjin all'ospedale, «Più che altro sono dispiaciuto per lui, non voglio che si senta costretto o a disagio con me.»

Piece of a Puzzle || Seungbin (Book 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora