~ Chapter 19 ~

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Brandon si svegliò e cercò subito il corpo di Eliza accanto a sé,ma non la trovò.

Mugugnò risentito e si guardò intorno,sul cuscino c'era un biglietto.

Buongiorno dormiglione,io sono già sotto ad aiutare tua mamma. Ti amo tanto mio dolce Māoyăn*. Ps: Ho messo la tua camicia di flanella. La tua Húdié.*》

Brandon si alzò,infilò una maglietta e si diresse in bagno. Dopo una doccia veloce si vestì e scese giù in cucina,dove rieccheggiava la musica della radio e le risate delle sue donne.

"Buongiorno Bran."Shannon gli diede un sonoro bacio sulla guancia.

"Giorno a tutti!"Brandon andò dritto da Eliza e gli porse le labbra,per poi infilare un dito dentro la ciotola che la ragazza aveva davanti per assaggiare l'impasto al cioccolato dei cupcake.

"Smettila di assaggiare tutto,siediti e mangia,ho fatto i pancake."gli disse la madre con rimprovero mettendogli un piatto davanti.

"Eliza vatti a sistemare,ci pensa Shannon."disse poi Linda rivolta alla ragazza

"Allora se non devo fare altro in cucina, vado a togliere i bigodini."rispose lei

"Ah,non vieni così amore?"le chiese Brandon ironicamente

Lei per risposta gli fece una linguaccia e lui l'attirò a sé, guardandola innamorato.

"Io ti amerei anche se fossi calva."

"Quanto miele fratellino."lo prese in giro Shannon

Eliza gli lasciò un bacio a stampo veloce e salì in camera.

"È nervosa anche lei."disse Linda

"Beh, la nonna è particolare. Speriamo bene."le rispose Bran bevendo un sorso di caffè

"Mi state terrorizzando."disse Ian facendo ridere tutti

"Mia madre è una donna particolare,ha cresciuto me e mia sorella da sola dopo la morte di mio padre."

"Tu hai fatto la stessa cosa mamma."le disse Shannon

"Le somiglio molto."rispose Linda

"Non troppo per fortuna,momzo. Salgo su da Lisa,la voglio rassicurare."

"Certo Bran, adesso si chiama rassicurare."Shannon scoppiò a ridere e Brandon le fece una smorfia.

Salì le scale di corsa e aprì la porta mentre Eliza si guardava allo specchio alternando una camicia e un maglione addosso a lei.

"Amore che fai?"le chiese cingendole i fianchi con le braccia.

"Provo a dare una buona impressione a tua nonna Vivian."

Brandon la bloccò,le tolse i vestiti dalle mani e la strinse a sé da dietro.

"Devi essere te stessa mia piccola húdié. Sii te stessa,segui il tuo cuore e conquisterai il mondo,come hai conquistato me."

Eliza sorrise, si voltò lentamente e lo baciò.

Húdié = Farfalla in cinese

Dal pomeriggio precedente,Brandon aveva preso a chiamarla così,spiegandole che per lui era stata quel cambiamento,la sua farfalla.
Allora insieme si scervellarono per trovare un soprannome per lui. Lei diceva sempre che aveva gli occhi da gatto e allora optarono per Māoyăn=occhi di gatto in cinese.

Alla fine Eliza optò per un pantalone nero e un maglione a collo alto,al solito si truccò poco,solo mascara e giusto un filo di rossetto.
Brandon indossò un jeans scuro con una camicia e la giacca. Il giorno prima dopo essere stati al cimitero,avevano comprato una pianta da portare alla nonna in regalo,anche se la donna era parecchio difficile,il nipote le voleva bene.

Quando Brandon con la famiglia era tornato da Hong-Kong, per un breve periodo avevano vissuto con la nonna e suo marito. Non era un buon momento per loro,con la famiglia del padre c'erano delle divergenze, non volevano che Bruce venisse sepolto in America e più avanti sarebbero nati altri problemi legati all'eredità del padre.

Vivien nonostante non avesse accettato il genero,amava profondamente i nipoti, soprattutto Brandon. Quando da bambino non aveva parlato per un anno, l'unica persona che non aggredì mai verbalmente fu lei.
La nonna gli si sedeva vicino e stava a lungo in silenzio con lui,piano piano poi prendeva la sua mano e lui sempre a poco a poco si abbandonava tra le sue braccia piangendo e gridando papà mio,finché sfinito non si addormentava.
Loro non avevano bisogno di parole,si capivano anche stando in silenzio per ore. I loro sguardi parlavano.

Quel rapporto magico si era iniziato a rompere quando Brandon da adolescente aveva assistito ad un brutto litigio tra la nonna e la mamma.
La donna aveva sputato fuori tutto il suo rancore per l'uomo che aveva rovinato l'esistenza della figlia e questo ferì profondamente il giovane Brandon che amava il padre sopra ogni cosa.

Inoltre, ad increspare i rapporti ancora di più,ci fu la voglia di Brandon di tornare ad Hong-Kong, vivere lì per un periodo e conoscere la cultura cinese e i parenti del padre.

La cosa non andò bene,né con gli zii paterni né con il cinema di Hong-Kong che era tenuto in vita dalla Mafia Cinese,la Triade.
Brandon come il padre non voleva essere coinvolto nei loro loschi affari,né tantomeno voleva essere costretto a recitare solo film di arti marziali per emulare il genitore.
Lui ambiva ad altro,a dei personaggi che avessero anche qualcosa da raccontare oltre le mosse.

A 21 anni girò il suo unico film lì per poi tornare in America e la cosa non andò giù né alla Triade né al popolo di Hong-Kong. Bran si sentiva per metà cinese,era attratto dalla cultura del paese del padre e dalla spiritualità che emanava,ma era per metà anche americano e viveva anche da tale.

Non disse nulla a nonna Vivian,troppo orgoglioso per farlo,ma piano piano il rapporto si ricimentò,anche se il giovane non approvava i modi un pò burberi della donna.

Nonna Vivian era una donna di 81 anni,molto somigliante alla madre,leggermente più robusta di lei e con i capelli tutti grigi e cotonati,molto elegante e con le unghie sempre laccate.

Entrambi i fidanzati dei nipoti le piacquero molto,soprattutto Eliza che trovò una giovane donna elegante e con charme. La nonna aveva preparato un ottimo arrosto e tante altre cose buone gradite da tutti.
Brandon fu felice di quel capodanno,tutte le paure erano sparite e ripartì più sereno qualche giorno dopo.

* * * * * * * * * * * * * * *

Erano le ultime notti che Brandon ed Eliza passavano a Los Angeles, prima di partire per un lungo viaggio che avrebbe attraversato l'America del Sud,l'Australia e poi l'Europa.

Eliza stava preparando le valige,Brandon era un pasticcione e ci pensava lei.
Due forti braccia l'avvolsero e lei ridacchiò.

"Fammi finire di fare le valige."

"Possiamo finire domani mattina,ancora c'è tempo."le rispose lui infilando le mani sotto la camicia che lei indossava.

Le si increspò la pelle,gli piaceva come il suo uomo sapesse usare le mani sul suo corpo,come sapesse toccare i punti giusti. Si spogliarono lentamente, bacio dopo bacio,ansimo dopo ansimo,non andavano mai di fretta, ma assaporavano quei momenti di intimità poco alla volta,piano piano,come se il tempo per loro non sarebbe stato mai abbastanza.

Nota: Capitolo molto di passaggio, molto sulla famiglia. Prepariamoci al Brasile ❤️

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