Un nuovo disastro
Thomas
Quando sono nella mia stanza, devo far leva su tutto il mio autocontrollo per non spaccare ogni cosa.
Sono andato via dalla festa subito dopo che quel coglione di Luke mi facesse la paternale davanti quell'altro coglione dagli occhi verdi. Si è permesso di mettersi in mezzo, dando a credere che la mia parola non valesse niente.
E io glielo ho lasciato credere. Come sempre del resto. Con Luke davanti non potevo mai sgarrare, altrimenti andava a fare la spia alla mamma che poi a sua volta avrebbe spifferato tutto a mio padre, e se con Luke non mi frega un cazzo di cosa accade, con lui vado sempre coi piedi di piombo.
Sono felice di non condividere questa stanza con nessuno, ( grazie a mio padre ovviamente) non ho rogne con un compagno di stanza. Perché a me piace stare solo, senza rotture nel mezzo. Tolgo la felpa, tenendo addosso solo la canottiera bianca.
Che serata del cazzo!
Alla mente mi torna quel tipo alias rompipalle, che da quando è qui non ha fatto altro che urtare il mio sistema nervoso. Sapevo che non mi aveva urtato apposta stasera, come non lo aveva fatto la prima volta, ma volevo ugualmente metterlo in guardia. Chiunque si trovi a frequentare questo Ateneo deve sapere chi c'è dietro.
Sono il figlio del rettore, è vero. E questo mi ha sempre conferito una certa autorità ma soprattutto privilegi di cui non gode nessuno.
Non bado alle regole di mio padre e questo lui lo sa bene, anzi credo di essere fatto apposta per mettermi nei casini ma so che lui coprirà sempre tutto, non tanto per me, ma per salvaguardare la sua immagine e quella dell'istituto di cui detiene il ruolo di rettore.
Prendo una sigaretta e me la porto alle labbra, e con l'accendino la accendo. Inspiro a pieni polmoni e poi butto fuori una nuvoletta di fumo, che si propaga per la stanza. Me ne sto tranquillo, finché non sento il cellulare squillare. Guardo il nome sul display e rispondo subito.
《Ei.》
《Ei, ma dove sei?》
Sbuffo annoiato, perché non mi va di dare spiegazioni.
《Me ne sono andato. Mi stavo annoiando.》
《Oh...vengo da te allora.》
《No Nicole. Stasera non mi va.》
La sento sospirare dall'altro capo ma non insiste e questo è ciò che apprezzo del suo carattere: non mi forza mai quando la allontano.
《Ma domani ci vediamo?》
《Certo. A domani.》
Riattacco senza attendere risposta e getto il telefono sul letto. Aspiro altro fumo e poi butto tutto fuori.
Nicole non è la mia ragazza ma semplicemente una con cui mi piace passare il tempo. O almeno dovrebbe. Non sempre mi interessa stare con lei e ben che meno andarci a letto.
Ma questo non l'ho mai detto a nessuno. Lei è gentile, ma non mi interessa più di tanto, e non ho intenzione di avere una relazione con lei. Ne con nessun'altra. Spero che questo le sia chiaro.
Finisco la sigaretta e dopo averla posata sul posacenere, mi sdraio sul letto, a pancia in su. Lo sguardo rivolto in alto. Una mano sotto la nuca e l'altra distesa lungo il letto.
Torno al momento della festa.
"E se non mi piacciono le tue regole?"
L'aveva detto sul serio? Razza di imbecille. Davvero pensa di fare lo sbruffone con me? C'è da dire che mi ha fatto ridere il suo temperamento.
È la prima volta che qualcuno prova a tenermi testa. Ma è una guerra persa in partenza, perché io sono un gradino più in alto di lui, e come tutti, se vuole sopravvivere qui dentro, dovrà adattarsi alla mia personale gerarchia.
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Choose me. Love me.
Romantik《Qui le regole le faccio io. Hai capito?》 《E se non mi piacciono le tue regole?》 Ryan è la personificazione del bravo ragazzo: gentile, educato e di umile famiglia. È sicuro di sé stesso e non ha problemi ad urlare al mondo intero la sua omosessuali...