CAPITOLO 33

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                       Friends and...

                             Ryan

"Ho bisogno di te.  Son-dormitorio.

Non sono un grande esperto di messaggi in codice, ma penso che mi abbia detto di aver bisogno di aiuto, da me, e che adesso è al suo dormitorio.

Non so bene cosa volesse dirmi davvero ma l'unica cosa che so, è che mi sento invaso dal panico mentre sono per strada, diretto al suo dormitorio. Nonostante fossimo iscritti allo stesso corso di laurea, i nostri dormitori si distanziavano di un pò, ma per me non è un problema arrivarci a piedi.

L'unica cosa, è che ho timore di ciò che mi aspetta una volta lì.

Cosa cavolo avrà combinato? Al telefono era strano, sembrava facesse fatica a parlare, e a un certo punto è caduta la linea, come se non avesse più potuto parlare. Nonostante la discussione che abbiamo avuto, non ho esitato un attimo a correre fuori dalla mia stanza, per andare da lui. E lo avrei fatto anche prima. Prima di tutto quello che è successo tra noi.

Magari mi preoccupo per nulla, ed è solo il suo ennesimo tentativo di appar...

Mi blocco subito quando, appena davanti l'edificio, lo vedo steso a terra.

Ma che diamine...

Gli corro incontro, e mi inginocchio subito  di fronte a lui, per capire cosa abbia, e per accertarmi che stia bene.

Gli prendo il viso tra le mani, e ne constato il calore e sudore. Deve avere la febbre.

《Thomas! Thomas, mi senti?》

Tiene gli occhi chiusi, e non mi risponde.

Il panico mi assale, e prendo a scuoterlo piano per le spalle, ma non da segni di vita. D'istinto, premo una mano sul suo cuore e torno a respirare, quando ne sento ancora i battiti.

《Oh cazzo! Meno male!》

Gli scosto via i capelli dal viso, e cerco di svegliarlo ancora.

《Thomas! Ei, mi senti? Sono Ryan.》

Prendo il cellulare e sto per chiamare il 911 quando vedo le sue palpebre aprirsi a stento, e cerca di mettermi a fuoco.

《Oddio, Tom! Mi senti? Sono io.》

Lui fa un verso con le labbra, ma non dice nulla. Poi fa una smorfia di dolore e noto la sua mano premuta contro un fianco.

《Che ti è successo?》

Gliela scosto e intravedo la chiazza di sangue sulla sua felpa.

《Merda!》

Mi guardo attorno e mi metto un suo braccio attorno alla spalla, e lo avvolgo  dalla vita.

《Thomas, ti devi alzare. Dai, ti aiuto io, ma devi alzarti.》

《Ry...》

《Si, sono Ryan, devi alzarti, ti porto dentro, nella tua stanza.》

Lo aiuto a sollevarsi piano, e mi sento in colpa quando lo sento lamentarsi dal dolore. So che fa male, ma dobbiamo allontanarci da lì, prima che qualcuno possa vederci. Anche se a quest'ora è molto improbabile.

Thomas riesce a stare in piedi, sorreggendosi a me, e insieme camminiamo lungo il corridoio, dove si trova la sua camera.

《Ahiiiii》

《Lo so, fa male, ma dobbiamo andare nella tua stanza.》

Arriviamo davanti la porta, e cerco nelle sue tasche dei pantaloni la chiave.

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