CAPITOLO 10

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                      Amici o rivali

                            
                            Ryan

Era finalmente passata una settimana, e io e Thomas avevamo consegnato il nostro progetto. Ci avevamo lavorato, senza cadere più in altri argomenti. Era tutto un pò strano tra noi, e dopo aver sognato di far quasi sesso con lui, le cose per me si sono fatte ancora più confuse. Non sapevo se significasse che lo trovavo attraente o magari era solo il subconscio che mi metteva in guardia da lui. Tipo una reazione protettiva nelle vesti di un sogno erotico. Boh, non lo so. Sta di fatto che dopo il progetto non abbiamo parlato più.

Caroline aveva annullato una serata che aveva organizzato, dicendo che aveva da studiare e non aveva la testa per distrarsi. Ma Luke mi aveva detto che non ci credeva, rivelandomi solo dopo che aveva discusso con Thomas. Povera Caro, chissà cosa gli aveva combinato quel folle.

Me ne sto seduto a una panchina vicino l'edificio della mia facoltà, nel religioso silenzio, a leggere una prima edizione di Romeo e Giulietta. L'avevo letta almeno tre volte l'opera ma ogni edizione era per me come conoscerla per la prima volta. Vedo poi una figura scura farmi ombra e quando sollevo il capo, deglutisco appena, accorgendomi che si tratta di Thomas.
Chiudo immediatamente il libro.

《Mi vuoi dire che il posto è tuo?》

La mia battuta fa ridere me, ma non lui.

《Voglio parlarti.》

《Di cosa?》

Un fremito mi colpisce al centro del petto quando lo vedo sedersi accanto a me. Indossava una felpa nera con dei jeans scuri. E i capelli erano scompigliati come se ci avessero messo le mani sopra. Lo vedo mordersi il labbro inferiore e distolgo appena lo sguardo. Santo Cielo, devo smetterla!

《Non ci siamo più parlati dopo....il progetto.》

《Non eravamo obbligati a farlo.》

《Vero. Infatti voglio dirti che...per quanto mi riguarda le cose possono tornare come prima. Insomma...non siamo amici. Quindi...》

Non lo eravamo, era vero. Nemmeno dopo quella giornata in spiaggia. Nemmeno dopo quello che gli avevo confidato. Non pretendevo amicizia ne compassione da lui. Glielo avevo detto perché mi sentivo di farlo in quel momento. Solo che pensavo sarebbe stato diverso. Che lui sarebbe cambiato.

《Quindi sei qui per dirmi che ci odiamo e se ti vedo in giro non devo salutarti? Corretto?》

《Più o meno.》

《Mmmh...grazie per avermi informato.》

Assumo un tono aspro perché è come mi sento dopo questa ridicola conversazione.

《Sembri arrabbiato.》

《Non lo sono.》

《Lo sembri.》

《E quindi?》

《Quindi perché? Non ci sopportiamo, anzi ci tolleriamo a mala pena. E non è un progetto o una gita al mare a renderci amici.》

《Queste tue precisazioni sono oro, lo sai?》

《Senti...è meglio se stai alla larga da uno come me. Io...ho troppi problemi.》

《Pensi di essere il solo? Ti senti speciale perché hai problemi? Secondo te gli altri vivono limpide le loro vite?》

《A me non frega un cazzo degli altri, e questo ti dovrebbe dar prova che non vale la pena frequentarmi. 》

Lo guardo un'istante. E flashback del mio sogno mi appaiono davanti. Osservo le sue labbra, il movimento delle sue mani, i capelli spettinati. E deglutisco.

Choose me. Love me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora