CAPITOLO 23

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                       Sfumature

     
                        Thomas

Sono incazzato.

Sono veramente incazzato. Dopo aver parlato con Ryan me ne sono tornato in camera, sarei dovuto andare a quelle stupide lezioni del primo anno, ma la verità è che non ho la testa in questo momento. La presenza di quel coglione del suo ex mi da noia. E non mi permette di mantenere salda la mia sanità mentale, perché vorrei solo andare a spaccargli la faccia.

Per tutto il giorno non sento Ryan, e non ho intenzione di fare io un primo passo. Ma arrivato a sera, mentre me ne sto seduto sul letto, tengo gli occhi fissi sul cellulare. Non squilla né vibra una sola volta. Guardo l'orario. Le nove.
In genere lui arriva a quest'ora, è tipo un appuntamento fisso per noi. Durante il giorno a stento ci vediamo ma la sera...quella la dedichiamo alle nostre "attività." Non si degna nemmeno di chiamare, o di farmi sapere le sue intenzioni. Quindi è così: torna lo stronzo del suo ex e a me mi snobba come se non avessimo trascorso le ultime settimane a scopare ininterrottamente.

Getto il telefono sul letto e mi sdraio, tenendo una mano sul viso, per evitare la luce. Mi sento frustrato, incazzato e...infastidito. Si, mi da fastidio! Mi urta che per colpa di quel coglione platinato, Ryan abbia cambiato atteggiamento con me. Se pensa di tenermi in sospeso come uno scemo, si sbaglia di grosso. Spengo la luce e chiudo gli occhi, e scaccio via ogni pensiero che mi rende irrequieto, e a poco a poco, il sonno prende il sopravvento, facendomi sprofondare in un oblio, che si presenta con due paia di occhi verdi.

                           🌶🍒🌶

Il giorno dopo, senza indugio, decido di andare a lezione. No, non me ne frega niente di Dante Alighieri o Leopardi, semplicemente so che Ryan sarà lì. Almeno dovrebbe. Ed è quindi l'occasione giusta per parlargli. Ieri sera alla fine non si è fatto sentire, ne si è presentato, e voglio chiarire bene quali siano i confini tra noi due adesso.

Abbiamo fatto un accordo io e lui e voglio sapere se adesso ha cambiato idea.

Come entro in aula, butto l'occhio alla prima fila e lo vedo lì, seduto, in mezzo tra due ragazzi. Se ne sta con lo sguardo fisso in aria, e una mano poggiata sul mento. Sembra pensieroso. Starà pensando a lui?

Con passo svelto vado verso di lui, e uno dei ragazzi che gli siede accanto si alza subito appena mi nota. Essere temuto ha i suoi vantaggi. Ryan indirizza su di me lo sguardo e non dice una parola. Mi siedo e punto su di lui lo sguardo.

《Ieri non sei venuto, dov'eri?》

《Sono stato in stanza, a studiare. 》

《Potevi avvisare.》

Non so perché lo dico, ma questa sua indifferenza mi sta letteralmente urtando il sistema nervoso.

《Hai ragione. Sono stato così preso che non ci ho pensato.》

Scusa del cazzo!

《Fammi capire, stai così per quel coglione??》

《Di che parli?》

《Lo sai.》

Lui mi rivolge un'occhiata furtiva e devia lo sguardo dal mio.

《Taylor non c'entra. Ero stanco. 》

《Hanno inventato i telefoni per comunicare, lo sapevi?》

《Ok, ho sbagliato. La prossima volta ti avviso. Contento?》

Il tono si fa più aspro e la cosa non mi piace per niente.

《Sai che c'è? Non venire nemmeno stasera.》

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