CAPITOLO 26

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                     Ora siamo pari

                           Thomas

Ma perché cazzo non mi risponde?

Sono due ore che provo a chiamare Ryan, gli ho anche scritto, ma sembra come sparito nel nulla.

Avevo accettato di non vederlo finché quello stronzo del suo ex non si fosse levato dai coglioni, ma mi ero pentito subito della scelta. Non ero io a dovermi fare da parte, e non si tratta solo di sesso, ma è il principio. Lui non ce più, ci sono io.

Sbuffo e getto il telefono sul letto, ma lo riprendo in mano il secondo dopo. Sono seduto sulla punta del mio letto, come un coglione, ad aspettare che si decida a farsi sentire. E se fosse successo qualcosa? Se si fosse sentito male?

Una sensazione di inquietudine mi invade il centro del petto e deglutisco appena, quando mi accorgo dell'arrivo di un messaggio.

È lui.

Sono da Caro. Sto da lei stanotte, ci sentiamo domani.

Aggrotto la fronte e rileggo il messaggio altre tre volte. Perché stava da Caro? Che fine aveva fatto Taylor? Cos'era successo?

Mi mordo il labbro inferiore e digito un paio di risposte sconnesse, ma alla fine decido di non scrivere nulla, e lascio col solo visualizzato. Gli avrei chiesto spiegazioni domani.

Mi sdraio sul letto e tengo gli occhi verso il soffitto. Ma mi sento troppo irrequieto, tuttavia aspetto che il sonno prenda il sopravvento. Ma non succede.

Riprendo il telefono e scrivo la cosa più semplice che mi viene in mente.

Stai bene?

La striscietta diventa subito blu, segno che lo ha letto. Aspetto un pò e la risposta arriva breve e coincisa.

Grazie per chiederlo sempre.

Mi sfugge un sorriso, perché lui è convinto lo faccio solo perché mi ha detto della sua malattia al cuore. Ma la verità è che mi interessa davvero come sta.

Riposo il cellulare sul comodino e torno con gli occhi al soffitto. Aveva detto domani che avremmo parlato. Quindi Taylor aveva deciso di levare le tende? Spero di sì, mi sta troppo sul cazzo. Non mi fido di lui e spero che Ryan apra gli occhi quanto prima.

Ma non mi prendo in giro da solo, perché so che il motivo non è solo questo. Per quanto davvero io pensi che quello sia un manipolatore, l'idea che gli giri attorno mi fa imbestialire. Il solo pensiero che respirano la stessa aria, nella stessa stanza, mi fa venir voglia di andare lì seduta stante e rompere i denti a quel damerino tutto platino dei miei stivali. Non se lo merita Ryan.

Socchiudo gli occhi e sento le palpebre pesanti. Non voglio dormire, voglio che faccia giorno subito, così che possa vedere Ryan, e parlare con lui. Non sono abituato a voler stare tanto con una persona ma con lui è diverso. Non è solo un fattore di sesso, che mi piace fare, chiariamo, ma è l'idea stessa di passare delle ore con lui. Non mi sento obbligato mai a parlare di me, eppure vorrei farlo. Vorrei dirgli tutto quello che mi passa per la testa. Vorrei raccontargli tutto di quella notte, il motivo per cui sono finito in prigione, fargli sapere che Luke non è chi sembra. Vorrei dirgli ciò che ho passato negli anni, dopo la perdita di mia madre.

Il cuore prende a battermi più veloce e non ci faccio nemmeno più caso, perché mi succede spesso ultimamente.

Non dovrei affezionarmi tanto a lui. Non dovrei nemmeno pensarlo al di fuori della sfera sessuale, a dire il vero.

Mi duole la testa, non ne posso più di questi pensieri. Mi giro su un fianco e stringo forte il cuscino, chiudendo gli occhi, e lasciando che l'oscurità mi avvolga, come è solita fare.

Choose me. Love me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora