Rachel pov:
R: "ehi, ehi, siamo arrivate"..sussurro all'orecchio di Adele poggiata su di me
Non avrei voluto svegliarla, era così tenera mentre dormiva sulle mie gambe. Non mi sembrava vero.
Nella poca luce che entra in macchina da fuori, vedo i suoi occhi iniziare ad aprirsi lentamente mentre la sua mano li raggiunge per strofinarli
F: "dai Ade andiamo a casa così poi posso accompagnare Rachel"..dopo aver sentito il mio nome lei si alza di scatto. Ha ancora l'aria fragile ma cerca di ricomporsi distaccata.
Francesca esce dalla macchina mentre cerca le chiavi di casa nella borsa di Adele
R: "come stai ora?"..le chiedo dimenticandomi di ogni formalità
A: "e da quando mi da del 'tu'?"..mi risponde lei fredda infilandosi la giacca che aveva poggiata sulla spalla, la mia giacca
Le sue parole mi feriscono, aveva appena dormito su di me, stringendomi la mano e eliminando tutta la distanza tra noi e ora se ne esce con una cosa del genere?
R: "ha ragione mi scusi, mi è sfuggito a causa della stanchezza"..le dico diventando fredda anche io
Poi Francesca apre la portiera e cerca di aiutarla a scendere
A: "lasciami ce la faccio da sola, sto bene"..le dice strappando le chiavi e la borsa dalle sue mani e incamminandosi verso casa per poi chiudersi la porta alle spalle.
F: "non farci caso, lei è così, quando si sente sopraffatta dalle emozioni fugge"..mi dice Francesca guardandomi con rassegnazione
F: "dai passa avanti che ti accompagno a casa"
R: "magari chiamo un taxi, forse è meglio se rimani con lei no?"
F: "no tranquilla ti accompagno e poi torno a casa mia, so com'è fatta, in questi momenti non vuole nessuno attorno e non mi farebbe nemmeno entrare"
Così salgo in auto e seguendo il navigatore arriviamo a casa mia
R: "è questa qui, grazie mille del passaggio"
F: "ma figurati, grazie a te per la pazienza, anzi scusami"
R: "non ne hai assolutamente motivo di scusarti, spero solo che questa situazione si risolva e che Adele, cioè insomma la Russo, si riprenda al meglio"..era la prima volta che la chiamavo per nome ad alta voce e quando mi correggo Francesca fa una mezza risata.
F: "dai allora ci vediamo, buonanotte Rache"..si avvicina a me dandomi due baci sulle guance
"buonanotte Fra"..dico aprendo la portiera
"ah ma la caviglia tutto okay?"..mi chiede lei mentre scendo dalla macchina
"si tutto okay"..rispondo ridendo per poi incamminarmi verso la porta di casaMi butto sul divano e non riesco a smettere di pensare alle orribili parole di Davide e al viso spento e affranto della Russo. Così improvvisamente mi sale una rabbia fortissima e chiamo Serena al telefono
S: "tesoro dove sei?"..mi chiede lei con il solito tono pacato e gentile, so che lei non c'entra niente con tutta questa storia ma in questo momento la sua tranquillità mi da i nervi
R: "sono a casa, quello stronzo è con te?"..le rispondo io in preda alla rabbia
S: "si ora siamo a casa sua, sai mi ha un po' raccontato e ci sono parecchie cose che non sai... però forse è il caso che te ne parli lui"
R: "ma vaffanculo dai, ti rendi conto della merda che le ha lanciato addosso? Io quando lo vedo lo uccido te lo giuro"
S: "dai Rache stai calma adesso, la Russo come sta? È con la sua amica?"
R: "no l'abbiamo accompagnata a casa e poi Francesca ha accompagnato me"
S: "e sta bene? L'avevo vista un po' male"
R: "beh certo pensa tu essere chiamata troia e tutte le altre schifezze, per giunta davanti a migliaia di persone. E poi da chi? Da un ragazzino che non sa nemmeno un cazzo di nulla"
S: "Rache, ti ripeto, sicuramente è stato uno stronzo e non doveva dire quelle cose. Ma poi magari ne parlate... ora devo andare che sta venendo qui"
R: "va beh ciao che è meglio va"..le chiudo il telefono e mi vado a fare una doccia.
Sono le 04:00 e non avrei mai immaginato di passare il mio sabato sera/notte così, eppure c'è una cosa che non riesco a togliermi dalla testa, mentre mi metto il pigiama per andare a letto, gli occhi glaciali di Adele, le sue mani fredde, la sua voce strozzata dal pianto... la sua fragilitàÈ domenica e non ho nessuna voglia di alzarmi dal letto, ho passato l'intera nottata a pensare a ieri. Detesto come mi fa sentire impotente quella donna.
Mi preparo un toast e assaporo il mio fantastico "pranzo" domenicale, un po' mi sale una sorta di triste malinconia. Le domeniche prima di trasferirmi qui le passavo a casa attorno ad un tavolo pieno di cibo, era l'unico giorno dove la mia famiglia si riuniva e stavamo tutti insieme. Poi dopo pranzo tutta la magia svaniva e ognuno tornata alla propria vita. Perché si eravamo e siamo una famiglia, ma ognuno ha la vita propria. Mio padre lavora praticamente ogni giorno sempre in città diverse, mia madre sta sempre in ospedale, ovviamente anche lei per lavoro, mio fratello si è trasferito con la sua compagna e mia nipotina che è nata 1 anno e mezzo fa e poi c'è mia sorella che studia anche lei ma è rimasta lì.
Prima eravamo una famiglia unita, ogni fine settimana uscivamo tutti insieme, mentre ora è rimasta solo qualche telefonata una volta ogni tanto. Penso a loro mentre addento amaramente il mio toast e ad un certo punto sento suonare il citofono. Apro la porta e lo vedo. La mia calma domenicale è appena andata a puttane. Guardo la sua faccia e lo detesto sempre di più
R: "che ci fai qui Davide?"
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l'amore non esiste
RomanceRachel Ferrari è una ragazza di 19 anni, si trasferisce a Milano per frequentare una delle più rinomate università di scrittura creativa e giornalismo. Le sue origini sono italiane ma ha sempre vissuto in Germania dopo che i genitori si ci sono tra...