Capitolo 22: un gioco pericoloso

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Adele pov:
Siamo appena davanti casa di Rachel e spengo il motore della macchina, stare con lei è come un antidoto ed un veleno insieme. Ho provato così tante emozioni che di solito ne vivrei in un mese intero.
A: "sai come posso contattarlo?"..le chiedo mentre si slaccia la cintura
R: "potrei darti il suo numero o se preferisci ci parlo io e magari vi vedete di persona"
A: "si preferisco parlarne dal vivo"
R: "va bene allora glielo dirò"
A: "okay"
R: "okay"
R: "allora io vado"..mi dice poi aspettando che dica qualcosa
A: "okay"..riesco solo a dire
R: "okay"..mi risponde poi aprendo la portiera, mi guarda un'ultima volta ed esce.
Quando è quasi davanti la porta io scendo dalla macchina e la chiamo da lontano
A: "Rachel"..dico alzando la voce
R: "si?"..mi risponde lei girandosi
A: "grazie"..le dico senza aspettare la sua risposta e rientro immediatamente in macchina per ripartire.

Tornata a casa mi faccio una doccia e mi getto sul letto, dovrei prepararmi perché stasera ho invitato Francesca a casa ma la verità è che sono esausta.
Dopo qualche ora Fra suona il citofono
F: "amore mioo"..mi dice abbracciandomi appena apro la porta
F: "quanto mi sei mancata e ti odio"..dice mentre mi tira uno schiaffo sulla spalla per poi entrare
A: "lo so, lo so, avrei dovuto avvisarti e tutto il resto ma è stata una decisione affrettata"
F: "non lo fare mai più"
A: "no, la prossima volta ti avviso una settimana in anticipo"..dico ridendo
F: "no Adele tu la prossima volta affronti le situazioni e non vai da nessuna parte"..mi risponde lei con un tono serio. Poi ci sediamo sul divano e ordiniamo una pizza, la serata passa in fretta e Fra mi aggiorna sulla sua vita sentimentale e lavorativa per poi passare alle domande che avrei voluto proprio evitare
F: "allora Rachel l'hai rivista?"
A: "si stamattina"
F: "anche io"
A: "in che senso?"
F: "l'ho incontrata in biblioteca stamattina e sono andata a salutarla, poi abbiamo parlato di te"
A: "quindi le avevi detto già tu che ero tornata?"
F: "si"
A: "e cosa avete detto di me?"
F: "ma come ad Adele Russo non importa affatto cosa dicono di lei"
A: "ah ah ah come sei divertente, avanti dimmelo"
F: "le ho detto che eri tornata e le si sono subito illuminati gli occhi, quella ragazza è pazza di te. Poi ha finto che non le importasse ma è corsa subito via ed immagino per venire da te
A: "in che senso ha finto non le importasse?"
F: "ma nulla ha detto che per lei eri solo la sua professoressa quindi non le importava che fossi andata via. La verità è che mentre le sue parole dicevano questo, sono certa pensasse tutt'altro"
A: "mh io non penso, ma va bene così, ha ragione non siamo nulla"..mentre lo dico le mie stesse parole mi feriscono. Sono consapevole che tra di noi non c'è e non ci sarà mai niente, però ammetto che mi dispiace. Lei è una delle poche persone al mondo che riescono a farmi sentire in quel modo così bello. Cioè in realtà riesce a farmi stare come nessun altro e quindi si un po' mi dispiace che mi consideri solo 'la sua professoressa'
F: "non ti credi nemmeno tu mentre lo dici, ormai è palese che tra voi è nato qualcosa e non capisco perché non me lo vuoi ammettere"
A: "ma cosa stai insinuando? Poi a parte che sai bene che le mie preferenze non riguardano le donne e soprattutto non le ragazzine"..dico cercando di portarla fuoristrada, in realtà ho sempre avuto attrazione per entrambi i sessi ma questo nessuno lo sa
F: "beh innanzitutto Rachel non è una ragazzina e poi quanto vi passate? Al massimo 5 anni"
A: "invece ce ne passiamo ben 7"
F: "ah allora vedi che ti sei informata piccola bugiarda"..mi dice punzecchiandomi con le dita
A: "okay basta ti ripeto che a me piacciono gli uomini e in ogni caso con Rachel non potrebbe mai funzionare nulla quindi arrenditi"
F: "si e che mi dici di quella ragazza di Malaga? Credi che non mi sia accorta di niente? Ho sempre saputo da quando ti ho vista la prima volta che ti piacevano anche le donne"..mi lascia senza parole. A Malaga eravamo state la scorsa estate per 2 settimane e avevamo conosciuto un gruppo di francesi che erano in vacanza. Tra loro c'era Luise, non parlavamo la stessa lingua ma trovammo il modo di capirci infatti fu un colpo di fulmine ma durò solo una notte poi ripartimmo e non seppi più nulla di lei.
A: "Luise è stata solo un'eccezione"
F: "si Ade quando poi la smetterai di mentirmi fammi sapere"
A: "si dai adesso basta non ne voglio più parlare, guardiamo un film"
F: "no adesso ti lascio che domani mattina inizio il turno presto, ma sappi che non finisce qui"..mi dice per poi andarsi a mettere il cappotto, mi saluta e va via.
Ora devo solo andare a dormire.

La mattina dopo arriva piuttosto in fretta e non è che abbia tutta questa voglia di affrontare una nuova giornata. Però poi il mio solito pensiero mattutino si sposta su Rachel e oggi è diverso, perché la vedrò e quindi non sarà solo un pensiero.
Così mi preparo, faccio il mio solito trucco leggero e mi vesto. Poi esco di casa e mi avvio per l'università, devo andare anche dal direttore per confermare il ritiro delle dimissioni. Penserà che sono pazza ma comunque aveva insistito anche lui che rimanessi.
Arrivata lì vado subito nell'ufficio di direzione e poi nel mio, devo aspettare le 08:05 per andare in aula magna e mentre attendo che arrivi quell'ora, sistemo gli orari sul computer.
Appena l'orologio segna l'orario di lezione, mi incammino verso l'aula magna. I ragazzi mi guardano confusi, alcuni forse non sapevano fossi tornata, eppure non sembrano troppo delusi di vedermi. Okay non fanno neanche i salti di gioia, ma comunque preferisco così.
Una volta seduta alla cattedra attendo che si sistemino tutti e poi vedo lei, Rachel che entra con un pantalone beige ed una felpa nera, semplice ma d'effetto. E che effetto... appena i nostri occhi si incontrano lei distoglie subito lo sguardo e va a sedersi. È piuttosto strana, durante tutta la lezione sta con il volto basso a prendere appunti, non mi guarda mai. Cerco di non pensarci e in men che non si dica l'ora finisce e i ragazzi si precipitano fuori, anche Rachel sembra intenta a scappare da qui
A: "Ferrari, può venire un attimo?"..la chiamo con una scusa, non posso permetterle di andarsene così
R: "mi dica"..risponde lei avvicinandosi sempre a testa bassa
A: "per quella cosa di cui avevamo parlato, ci sono novità?"..le chiedo a bassa voce mentre l'aula si svuota
R: "Davide non mi ha ancora risposto, appena lo fa le faccio sapere per mail"
A: "Rachel non c'è più nessuno, puoi parlarmi normalmente"
R: "infatti le sto parlando come dovrebbe essere di norma, ora tolgo il disturbo"..non so a che gioco sta giocando ma tutto ciò mi da i nervi. Prima che raggiunga la porta mi metto davanti impedendole di passare
R: "con permesso io dovrei andare"
A: "a che gioco stai giocando?"
R: "non so di cosa parla, ora la prego di farmi uscire altrimenti faccio tardi a lezione"..mi risponde guardando ovunque tranne che nei miei occhi
A: "bene, faccia come vuole"..le dico irritata e spostandomi, prendo le mie cose ed esco prima ancora di lei.
Non capisco cosa sia successo nel giro di una notte, ieri ci davamo del 'tu' e per quanto fosse sbagliato eravamo in una certa confidenza ed ora come se nulla fosse. Mi fa rabbia questo atteggiamento perché detesto essere colta di sorpresa, ma se quello che vuoi è giocare, beh cara Rachel preparati a perdere.

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