Adele pov:
devo prendermi una pausa, farmi un viaggio e ricominciare a scrivere. Penso mentre torturo la macchinetta del caffè che come al solito è senza acqua.
È domenica sera e domani dovrei presentarmi all'università e fare lezione come se nulla fosse, davanti alla persona che mi ha immerso di orribili parole. No, non posso andarci, sento che questo posto sta diventando nocivo per me, devo cambiare aria. Francesca è tutta la giornata che mi scrive e mi chiama per sapere se sto bene, ma io non ho voglia di risponderle né di ripensare a ieri.
Poi mi viene in mente sempre la solita scena di Rachel che mette le mani sul mio cuore per calmarmi, in questo momento vorrei solo poterla guardare, anche da lontano mi basterebbe. Invece ho trattato male anche lei, con quelle piccole mani fragili e il sorriso di una bambina. Lei che voleva solo aiutarmi, io l'ho trattata male. Devo dimenticarmi di ieri, di Rachel e della mia vita qui. Me ne devo andare il più in fretta possibile senza lasciare traccia come ho già fatto in passato.**il lunedì successivo**
mentre cerco di chiudere la terza valigia piena di vestiti, sento bussare al piano di sotto. Sarà sicuramente Francesca che era già passata stamattina ma che volutamente non ho aperto. Faccio finta di nuovo di non essere in casa ma qualcuno continua a bussare. Giustamente la mia macchina è parcheggiata lì, quindi dove dovrei essere? Conoscendo Fra questa volta non se ne andrà.
Scendo giù ed apro la porta quasi sbuffando
A: "Fra ti prego non.."..le mie parole si fermano quando vedo gli occhioni verdi davanti a me guardarmi confusi
A: "Che ci fa lei qui?"..chiedo a Rachel che continua a guardarmi intensamente negli occhi
R: "io sono venuta perché stamattina a lezione non c'era e ho bisogno di parlarle"..mi dice prima insicura e poi prendendo fiato, con grande coraggio
A: "chi le ha detto dove abito?"
R: "beh dopo l'altra sera mi ricordavo"..mi risponde balbettando, non sa proprio mentire penso mentre i miei occhi si spostano su e giù sul suo minuscolo corpo
A: "no invece le avrà sicuramente detto Francesca di venire pensando che io l'avrei aperta"
R: "beh vedo che l'ha fatto"..mi dice facendomi pentire delle mie stesse parole
R: "le devo solo dire delle cose, poi la lascerò in pace"
A: "io non ho nulla da dirle, lei non può stare qui e io nemmeno la conosco quindi se ne vada per favore"..le dico mentre penso tutto il contrario
R: "no non me ne vado"..mi risponde lei con sicurezza, non l'avevo ancora mai vista così
A: "ma si può sapere cosa vuole da me?"
R: "mi faccia entrare che glielo spiego"..risponde lei lasciandomi piuttosto stupita, non pensavo fosse così determinata.
La faccio entrare fingendomi irritata e per quanto so che non sia la cosa giusta, io sono così contenta della sua presenza ma nello stesso tempo mi odio perché non dovrei esserlo affatto.
Rachel si guarda un po' intorno cercando di non farsi scoprire e poi vedo che i suoi occhi cadono sulle 2 valige pronte che ho portato qui al piano di sotto.
R: "sta andando da qualche parte?"
A: "non sono cose che le riguardando"..dico cercando di fare l'irritata
R: "sa, prima lei mi intimoriva lo ammetto. Ora però, dopo che l'ho vista così da vicino, ho capito com'è fatta e non può più ingannarmi fingendosi un'altra"..mi dice Rachel con gli occhi diversi, sono sicuri e vigili, mi scrutano a lungo e io non riesco a mantenere lo sguardo. È come se la situazione si fosse invertita tra noi, lei è quella che mi fa timore e io sono una sedicenne con crisi adolescenziali.
Rachel si avvicina sempre di più verso di me e distoglie lo sguardo solo qualche secondo per poggiarlo sulle mie labbra. Deglutisco e lei sembra accorgersene, le piace vedermi così, indifesa. Poi quando sta a pochi passi, si allontana mettendosi a sedere sulle scale dietro di me.
A: "voglio che vada via"..le dico girandomi verso di lei e cercando di riprendere il controllo della situazione
R: "io invece voglio che la smetta di fare la fredda insensibile quando sappiamo benissimo entrambe che non lo è affatto"
A: "lei non sa nulla di me".. le rispondo voltandomi di nuovo dall'altro lato, poi mi siedo sul divano e lei si alza venendo di nuovo verso di me
R: "crede che non sappia nulla? Beh se solo sapesse quante cose dicono i suoi occhi. Poi le dirò... l'altra sera mi sembrava che le piacesse la mia compagnia"..Rachel si siede accanto a me ed inizia di nuovo a perlustrarmi con lo sguardo. Sa che mi fa effetto e ci gioca sopra, è riuscita a prendere il controllo su di me
A: "per favore mi dica cosa vuole e mi lasci in pace"..le chiedo con un filo di voce mentre il mio volto diventa triste e noto che a quello di Rachel succede lo stesso
R: "senta, io non sono nessuno per lei e va benissimo così, ma da persona pensante che come dice lei non la conosce, le suggerisco davvero con tutto il cuore di smetterla di farsi del male da sola. Lei dice una cosa ma ne pensa un'altra, vuole una cosa ma poi ne fa un'altra, si comporta in un modo ma è tutta un'altra persona"..mi legge dentro come nessuno e i miei stupidi occhi si stanno bagnando di lacrime, li odio quando prevalgono su di me. Rachel se ne accorge e si avvicina un po' nel divano, è come se si sentisse in colpa, con il dito mi asciuga una lacrima che è corsa sul mento
R: "mi dispiace, non volevo farla piangere, io ho solo bisogno che capisca che lei va bene così e non ha bisogno di fingersi un'altra... o almeno non con me"..mi dice sussurrando le ultime parole, tornando ad essere la piccola Rachel insicura e fragile
A: "beh non è quello che invece dice il suo ragazzo di me"..le rispondo con lo sguardo basso dicendo apposta quella parola che però mi auto-ferisce
R: "Davide non è il mio ragazzo e poi lui vuole scusarsi, è stato orribile l'altra sera ma mi creda che ha bisogno di parlarle. Ci sono delle cose che ha saputo e che riguardano anche lei"..alle sue parole il mio volto si rabbuia ancora di più
A: "non so di chi tu stia parlando e non mi interessa nemmeno saperlo"..le dico alzandomi dal divano di scatto per poi accorgermi un attimo dopo di non averle dato del 'lei'
R: "e da quando mi da del 'tu'?"..risponde un po' ridendo ripetendo apposta le stesse parole che le avevo detto io qualche sera prima, mi fa scappare un sorriso che cerco di nascondere con la mano per ricompormi
A: "ha ragione, ritorniamo immediatamente al lei"..le dico seria mentre lei sorride quasi come compiaciuta
R: "allora ci proverà ad ascoltarlo?"..ritorna seria
A: "io non ho nulla da dirgli, non sapevo nemmeno il suo nome prima che tu me lo dicessi"..maledico me stessa nella testa mentre mi rendo conto di averle dato nuovamente del 'tu', adesso è lei che cerca di nascondere la sua risata nella mano aperta sulle labbra. Odio pensarlo ma è davvero così bella, poi mentre sorride non l'avevo vista mai da così vicino.
A: "okay lo farò"..dico poi per distrarmi da quei maledetti pensieri, Rachel si alza in piedi e mi guarda sorridendo
R: "grazie davvero, glielo dirò e sono sicura che ne sarà contentissimo"..mi dice alzandosi soddisfatta e avvicinandosi di nuovo a me che invece continuo a fuggire
A: "Gli parlerò, ma solo a patto che ci sarà anche lei."
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l'amore non esiste
RomanceRachel Ferrari è una ragazza di 19 anni, si trasferisce a Milano per frequentare una delle più rinomate università di scrittura creativa e giornalismo. Le sue origini sono italiane ma ha sempre vissuto in Germania dopo che i genitori si ci sono tra...