Capitolo 9: non c'è via di scampo

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Rachel pov:
sento tutto il braccio bruciare ed anche il mio volto è in fuoco, sono letteralmente poggiata su Adele Russo dopo averci fatto l'ennesima figura di merda.
Nonostante si mantenga sempre piuttosto formale, è stata davvero carina, sinceramente per quanto possa sembrare così fredda, alla fine non lo è per niente altrimenti non si sarebbe mai comportata così né ora e nemmeno quella sera al pub.
Arrivate dentro la Russo chiede alla signora che pulisce le aule, le chiavi dell'infermeria mentre continua a tenermi con presa salda su di lei. Ho le farfalle nello stomaco che tra poco mi mangiano dentro.
Mi aiuta a sedermi sulla poltrona dell'infermeria e inizia a frugare negli armadi. Poi vedo che caccia dell'acqua ossigenata e si avvicina a me con dei cerotti
A: "ha il gomito sbucciato, ora glielo disinfetto, brucerà leggermente"..mi dice mentre passa delicatamente l'ovatta sul mio braccio, è così garbata nei movimenti che quasi non sento nessun dolore. Sento che inizia a soffiare dolcemente sulla ferita e poi posiziona il cerotto dopo aver asciugato la pelle
A: "sa Rachel lei non si sa proprio tenere lontana dai pericoli"..mi dice interrompendo il silenzio che si era creato, non so cosa dire e non capisco del tutto dove voglia arrivare
R: "si mi dispiace, è che sono un po' distratta, mi scusi"..le rispondo quasi sussurrando mentre lei torna davanti a me
A: "le ho già detto che non deve scusarsi, specialmente se non c'è motivo"..parla con un tono di voce dolce e severo allo stesso modo, poi vedo che cerca qualcosa sul suo cellulare. Credo abbia selezionato un contatto, infatti poi solleva il telefono all'orecchio e inizia a parlare con qualcuno
**al telefono**
A: "fra sono all'università, avrei bisogno di un favore"
F: "ma che ci fai ancora lì a quest'ora, dimmi che ti serve?"
A: "c'è una ragazza qui che si è fatta male alla caviglia e credo sia slogata, sei impegnata?"
F: "mh ma non mi dire... guarda tiro ad indovinare che è proprio la ragazza per cui mi hai abbandonato al pub"
A: "Francesca per favore non è il momento"
F: "adesso arrivo, 10 minuti e sono lì"
nel frattempo che la Russo parla al telefono continua a guardarmi profondamente negli occhi, mi manda totalmente fuori, vorrei capire costa sta succedendo perché non capisco che intenzioni abbia al momento
A: "adesso arriva una mia amica, è un medico, così vediamo se la caviglia si è slogata"..
R: "ah g-grazie, non c'era bisogno... comunque avrà sicuramente da fare, quindi non si disturbi ulteriormente"..le dico cercando di essere convincente
A: "vado a cercare dell'acqua, lei non si muova da lì"..mi ordina con uno sguardo severo e ignorando quello che le ho appena detto, poi la vedo scomparire lentamente per il corridoio.
Sembra tutto molto surreale, sono piuttosto sorpresa dalla sua premura e detesto il modo in cui mi fa sentire... è così pragmatica e follemente affascinante in tutte le sue forme.
È passato un po' di tempo e ancora non è tornata, forse è il caso che provi ad alzarmi e vedere se riesco a camminare. Ma non faccio in tempo a mettere i piedi a terra che sento delle voci avvicinarsi verso la stanza. Cerco di fare la disinvolta e digito qualcosa a caso sul cellulare mentre noto una figura molto alta avanzare ed entrare dalla porta, seguita dalla Russo
F: "ciao, piacere, io sono Francesca"..mi dice entusiasta una donna credo quasi sulla trentina
R: "salve, Rachel"..le rispondo presentandomi con un sorriso confuso e imbarazzato
F: "che c'è Adele ti ha stressato così tanto da spingerti a correre e inciampare?"..dice ridendo e con un tono molto scherzoso mentre la Russo le fa un'occhiataccia e mi porge la mano con una bottiglietta d'acqua, le sorrido e la ringrazio mentre la sua amica inizia a perlustrare la mia caviglia.
F: "tesoro mi dispiace ma hai preso una brutta storta, per fortuna però non si è slogata, con il ghiaccio e un po' di riposo vedrai che guarirà"..mi dice sorridendo Francesca e cercando di rassicurarmi
R: "grazie davvero, mi scusi questa situazione non avrei voluto crearla"..le rispondo mentre noto che la Russo alza gli occhi al cielo alle mie parole
F: "ma che dici tranquilla non hai creato nessuna situazione spiacevole anzi, poi ti prego dammi del tu se no mi fai sentire vecchia"..mi dice lei sempre con un grosso sorriso sulla faccia
A: "bene allora è il caso che vada a riposarsi e che non cammini per un po' "..interviene la Russo mentre raccoglie le sue cose e si avvicina, fa un cenno verso Francesca ed entrambe mi aiutano ad alzarmi
A: "abita lontano da qui?"..mi chiede la Russo mentre usciamo dall'edificio
R: "non molto, ho un appartamento vicino al Duomo, ora chiamo un taxi"
A: "no, la accompagno io"..alle sue parole rimango leggermente pietrificata, okay un po' me lo aspettavo che me lo dicesse, ma non così
F: "tranquilla Rache ci sono anche io non le permetterò di farti nulla"..dice Francesca ridendo per sdrammatizzare la situazione tesa
R: "no davvero non c'è bisogno, ora magari chiamo una mia amica e mi faccio venire a prendere da lei"..dico verso Francesca, al momento ho un po' timore a guardare la Russo
A: "mi dica l'indirizzo ed entri in macchina"..risponde senza darmi scelta avvicinandoci sempre di più all'auto
F: "mamma mia Ade ma devi essere sempre così? Scusala davvero, fa sempre la parte della stronza ma in realtà è preoccupata e vuole aiutarti"..mi dice sorridendo Francesca cercando di giustificare la sua amica. In verità per quanto mi sforzi di non crederci, so che le sue intenzioni sono realmente di volermi aiutare ed è un grande problema perché così mi intrappolo ancora di più a lei, sono legata, non ho via di scampo.

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