Adele pov:
dei flebili raggi del sole mi infastidiscono gli occhi mentre li apro a causa della vibrazione del telefono di Rachel, che invece continua a dormire tra le mie braccia ignara di tutto.
Il suo telefono è da ore che continua a vibrare senza sosta ma io sono l'unica a sentirlo e non voglio svegliarla, ma davvero non capisco come faccia a non accorgersene, dorme come un ghiro in un sonno profondo
mi si è addormentato il braccio sotto di lei, ma continuerò a soffrire pur di non disturbarla... è così bella mentre dorme, resterei a guardarla per sempre
Ad un certo punto però mentre sposto la mano posata sul suo addome per cercare di prendere il telefono e metterlo in silenzioso, Rachel inizia ad aggrovigliarsi alle mie gambe con le sue. Fa dei piccoli versi da cucciolo mentre apre leggermente gli occhi per guardarmi e poi stringermi forte.
Sembra una piccola bambina coccolona, non avrei mai pensato mi potesse fare così tenerezza una persona... la dolcezza non mi è mai piaciuta più di tanto e non l'ho neanche mai saputa utilizzare, invece con lei è tutto così naturale. Anzi non ho proprio idea di come ho fatto a vivere finora senza le sue braccia attorno a me a stringermi
R: "un altro"..mi dice con una vocina assonnata dopo che le ho lasciato un bacio sui capelli
A: "sai questo divano non è il massimo per passare la notte"..le dico ridendo dopo aver posato di nuovo le mie labbra sulla sua fronte e cercando di farmi passare il braccio addormentato
R: "io sono stata comodissima, sai sei molto ehm come dire... le tue"..Rachel non finisce la frase diventando un po' rossa e imbarazzata
A: "le mie cosa?"..le chiedo ridendo divertita dal suo imbarazzo, so esattamente cosa volesse dire ma mi piace troppo quando si imbarazza
R: "le tue tette, sono molto comode... ceh sono soffici ma super sode è inspiegabile"..mi dice diventando un peperone in viso facendosi scappare uno sguardo sul mio seno leggermente scoperto
A: "ah ecco, beh forse una spiegazione c'è"..le rispondo io prendendo le sue mani per posarle sul mio décolleté facendola imbarazzare ancora di più, provocandomi un'eccitazione diversa dal solito, molto meno casta
Rachel all'inizio non muove affatto le mani, poi quando io tolgo le mie, prende un po' di coraggio e inizia a premere leggermente da sopra la maglia
R: "mh si la spiegazione sarà la forma perfetta"..dice poi cercando di fare la disinvolta mentre lentamente le sue mani scivolano sotto la maglietta
A: "dici?"..riesco solo a dire perché sta iniziando a farmi sentire sempre più desiderio giocando con le dita sul mio seno
R: "professoressa Russo la vedo un po' agitata non è che le mie mani la intimoriscono?"..mi provoca mentre da un pizzicotto al mio capezzolo
Così faccio scendere le mie mani sul suo sedere per farla mettere meglio sopra di me, per poi improvvisamente ribaltare completamente la posizione mettendomi io sopra e riprendere il controllo
Comincio a baciarle il collo, sfioro appena le sue labbra che cercano di avvicinarsi ma io le schivo per provocarla ancora di più e scendere verso il basso ventre
Afferro la zip dei pantaloni con e poi la guardo intensamente negli occhi per rassicurarla, non avrei fatto niente se non avessi avuto la certezza che fosse pronta e lo volesse
A: "vuoi che mi fermi?"..le chiedo poi dolcemente, mettendo da parte l'erotismo del momento
R: "assolutamente no"..mi dice poi lei con il desiderio negli occhi, ma visibile anche tramite la rigidità del corpo steso in attesa di provare ancora più eccitazione
Sto per tirare giù il suo pantalone, quando all'improvviso sentiamo il campanello suonare
R: "chi diavolo è a quest'ora"..dice Rachel con un pizzico di rabbia e delusione a causa del nostro mancato momento d'intimità
A: "non lo so... forse è il caso che io non mi faccia vedere"..dico poi alzandomi di scatto cercando di ricompormi
R: "cioè vuoi nasconderti?"..mi chiede poi Rachel confusa mentre il campanello continua a suonare all'impazzata
A: "vado via dal retro così non devi spiegare niente a nessuno, ora è meglio che apri prima che sfondino la porta"..le dico sussurrando per non farmi sentire da fuori, le do un bacio fuggente sulle labbra, che non avevo ancora assaporato da ieri sera, e mi allontano velocemente per evitare ulteriori domande.Il punto è che chiunque ci fosse davanti a quella porta, sarebbe stato un rischio... infondo io rimango pur sempre una professoressa universitaria ed è vietato oltrepassare talmente tanto il rapporto con una studentessa. Se girasse questa voce potrei rischiare tanto, per quanto ormai sia diventata apprezzata e cercata per il mio lavoro, una cosa del genere potrebbe drasticamente condizionare la mia reputazione, ma anche quella di Rachel.
Io in ogni caso potrei trovare una soluzione, ma lei? Cosa direbbe la gente se sapesse di noi? Inizierebbero a screditarla e se su di me posso sopportarlo, con lei non devono assolutamente permettersi. Voglio proteggerla, i miei sentimenti sono diventati così forti che sono certa di non aver mai provato nulla di neanche lontanamente simile.
È un ambiente difficile che ci renderebbe le cose impossibili... eppure mentre cerco di fuggire dal retro di casa di Rachel i pensieri autodistruttivi cominciano ad incombere dentro di me.
Sto facendo una pazzia? Ho superato i limiti che mi sono sempre imposta, ed ora ho così tanta paura di come questa situazione mi stia sfuggendo di mano facendomi perdere il controllo di ogni cosa. Con lei mi sento viva, un'altra Adele, ho bisogno di respirarla, abbracciarla, stringerla, ed ora che ho anche assaporato le sue labbra, sviluppando una nuova dipendenza, non posso e non voglio più starci senza.
Dopo aver preso un taxi, torno a casa e cerco di prepararmi velocemente dato che tra mezz'ora ho lezione, per fortuna oggi devo fare solo un'ora e poi sono libera... da una parte chiunque fosse alla porta di Rachel lo detesto per averci interrotte, ma dall'altra menomale che lo ha fatto altrimenti molto probabilmente non mi sarei nemmeno resa conto dell'orario e non sarei andata a lavorare. Quella ragazza mi fa perdere veramente il senso del tempo e dell'orientamento ogni volta che stiamo insieme, è come se ci fosse solo lei ed il resto non conta più.
Dopo essermi lavata in fretta mi precipito in macchina e raggiungo l'università, mi reco prima nel mio ufficio e poi nell'aula magna per la lezione, tra l'altro una delle ultime prima della sessione degli esami.
Dopo un'ora bella piena accendo il telefono e trovo un messaggio su Instagram dal profilo di Rachel
'ho bisogno di parlarti' c'è scritto
'vieni tra 15 minuti a casa mia, sto per tornare dall'università' le rispondo
'sono già ai parcheggi dell'università sulla panchina vicino alla tua macchina, ti aspetto qui' mi scrive lei dopo qualche secondo
Dunque prendo velocemente le mie cose per uscire e la raggiungo ai parcheggi. Non appena la rivedo tutte le sensazioni, bellissime, prevalgono sul mio corpo. Eppure Rachel sembra un po' giù, me ne accorgo subito dopo averle sorriso quasi arrivata davanti a lei ma senza essere ricambiata, anzi abbassa lo sguardo.
Mi guardo intorno per evitare che ci sia qualcuno, perché la voglia di baciarla è irrefrenabile ma non posso farlo qui rischiando che qualcuno ci veda
A: "vieni saliamo in macchina"..le dico avvicinandomi alla mia auto
R: "per quale motivo?"..mi chiede lei con un tono misto tra l'arrabbiato e il triste, anche se non ne capisco il motivo
A: "così andiamo a casa"..le dico un po' interrogativa non capendo il suo improvviso cambio di atteggiamento
R: "no voglio parlare qui"..mi risponde fredda restando incollata alla panchina
A: "Rachel tra poco finiscono tutte le lezioni e inizieranno ad uscire tutti, andiamo a parlare in un posto più tranquillo"
R: "cos'è ti vergogni così tanto di me?"..mi chiede poi guardando in basso
A: "ma cosa stai dicendo? Dai per favore vieni in macchina e parliamo per strada se non ti va di venire da me ti riaccompagno a casa"..le dico cambiando anche io tono, lei sbuffa leggermente e poi mi segue e sale in auto
A: "allora mi dici che ti prende?"..le chiedo mentre esco dal parcheggio
R: "cosa vuoi che mi prenda? Sei letteralmente scappata da casa mia dal retro come una fuggitiva"
A: "Rachel credo tu sappia bene il motivo, non sarei voluta andare via soprattutto in quel momento, ma sai bene anche perché ho dovuto farlo"
R: "in realtà non lo so, o meglio ho tratto le mie conclusioni solo che sai avrei preferito me lo dicessi prima di ieri sera"..il suo tono ritorna arrabbiato
A: "cioè quali conclusioni?"
R: "che ti vergogni di me"
A: "ma non dire assurdità Rachel, ieri sera ti ho aperto il mio cuore dicendoti benissimo le cose come stanno, quindi ora davvero non capisco questo improvviso cambio da parte tua"
R: "le parole non sono all'altezza dei fatti"
A: "quali fatti?"
R: "devo farti un disegnino di te che scappi per non farti vedere?"
A: "Rachel ma lo capisci qual'è la mia posizione lavorativa? Siamo andate oltre i limiti infrangendo qualsiasi regola quindi no, non ho bisogno del disegnino, forse però tu dovresti riflettere sulle azioni e i 'fatti' di cui parli"..le mie parole escono d'istinto ed ho paura di averla ferita, ma per quanto sia difficile da accettare questa è la verità. I nostri ruoli sociali ci impediscono in parte di vivere liberamente le nostre emozioni, ma le cose che sento non sono riuscita a reprimerle e tantomeno voglio farlo. Questo perché per lei sarei pronta ad affrontare di tutto, ma sapere che da parte sua non c'è comprensione di ciò, mi destabilizza
R: "ah ecco... si tratta di questo, beh i limiti di cui parli dovevi pensarci bene prima si superarli. Però sappi che non sono il tipo di persona che vuoi solo portarti a letto quando ti va e fingere sentimenti. Sono stanca dei tuoi giochetti"
Non riesco a proferire parola dopo aver sentito delle insinuazioni del genere, non so se mi fa più male il fatto che io possa sembrare questo genere di persona che Rachel ha appena descritto o che è proprio lei, la persona diventata la più importante della mia vita, a pensarlo. Ma come sempre devo passare per la stronza della situazione, sono sempre io quella che ferisce ed è insensibile al dolore. Ma va bene così, se volerla proteggere è sinonimo di ipocrisia, vuol dire che tutti i castelli che avevo costruito nella mia mente sono solo favole.
Accosto davanti casa di Rachel senza dire niente aspettando che scenda
R: "non hai neanche il coraggio di rispondere?"..mi chiede lei con quel tono che mi sta facendo imbestialire e Dio solo sa cosa le risponderei se solo non fosse lei e non ci tenessi così tanto
A: "è meglio se te ne vai adesso"..le rispondo senza nemmeno guardarla
R: "tutto questo è un ulteriore conferma delle tue intenzioni egoistiche, però la prossima volta vedi di illudere un'altra persona. Io non ho più le forze per restarci ulteriormente male"..dice lei per poi sbattere la portiera dopo essere uscita dalla macchina
Tutto quello che mi dice non fa che uccidermi, sento il cuore spezzarsi in mille pezzi e come al solito tutto questo si trasforma in rabbia
A: "no Rachel sono io a non avere più le forze per stare dietro a queste mancanze di rispetto. Se è quello che pensi va benissimo, ma abbi almeno la decenza di rifletterci sulle cose che dici invece di buttarmi merda addosso senza motivo. Ti auguro una buona giornata"..le dico io uscendo dalla macchina in preda alla rabbia, poi rientro subito senza darle il tempo di rispondere e vado via.Fu così che la nostra bellissima serata di ieri, si infranse nella prima litigata, forse anche l'ultima data la situazione.
Mentre guido verso casa, le lacrime iniziano a scendere dai miei occhi. Non so come ho fatto a cascarci e non so cosa mi sia saltato in mente, appena ho iniziato a provare dei sentimenti avrei dovuto mettere fine a tutto. E invece no, ci ho dovuto sbattere la testa, perché se non mi faccio del male non sono io.
Eppure l'ho sempre saputo che infondo, la mia vita è destinata alla sofferenza e che un sentimento come l'amore non può e non potrà mai esistere per me.
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l'amore non esiste
RomanceRachel Ferrari è una ragazza di 19 anni, si trasferisce a Milano per frequentare una delle più rinomate università di scrittura creativa e giornalismo. Le sue origini sono italiane ma ha sempre vissuto in Germania dopo che i genitori si ci sono tra...