Rachel pov:
Non riesco a credere a quello che sta accadendo, Adele è attaccata a me e ciò oltre che procurarmi uno stormo intero nello stomaco, inizia a stimolarmi anche una cerca eccitazione.
Non so cosa abbia intenzione di fare ma quando vedo le sue labbra avvicinarsi alle mie, d'istinto chiudo gli occhi. Li riapro immediatamente quando mi sussurra all'orecchio "io non ti farei mai del male", per poi lasciare la presa su di me e darmi le spalle. Che stupida, pensavo davvero che mi avrebbe baciata... eppure continuo a non capire cosa diavolo ha in mente
A: "seguimi"..mi dice dopo aver chiuso la macchina con il telecomando
Inizia ad incamminarsi in un sentiero non molto facile da percorrere e soprattutto non capisco come faccia con quelle scarpe. Dopo avermi vista in grosse difficoltà su quella ripidezza allucinante, mi porge una mano e io l'afferro accettando il suo aiuto.
Quando il terreno diventa piatto mi lascia la mano e quello che vedo diventa a dir poco travolgente. Siamo davanti ad un lago immenso, con gli alberi tutti attorno ed un panorama da mozzare il fiato.
Adele si siede lì davanti a quella bellissima visuale e non dice una parola. Così mi avvicino e mi siedo accanto ma cercando di mantenere comunque una certa distanza. Poi si volta e mi lancia uno di quei suoi sguardi in cui non riesco mai a leggerci dentro.
R: "non pensavo che da queste parti esistessero dei posti simili"..dico io per interrompere quel silenzio, mentre lei si rigira a guardare avanti. Poi vedo che prende un bel respiro come se stesse scavando dentro di lei per cercare coraggio e finalmente inizia a parlare
A: "ci venivo sempre da bambina, abitavo a poca distanza da qui e mio padre mi ci portava sempre. Diceva che era il nostro piccolo paradiso, che nessuno lo conosceva e che quando sarei diventata grande e lui magari non ci sarebbe potuto essere, lo avrei dovuto cercare qui al nostro solito orario. Beh da piccola non sapevo cosa intendesse, ma poi con il passare degli anni nell'adolescenza lui iniziò realmente ad esserci sempre meno e allora finalmente capii. La mamma da sempre mi diceva che faceva un lavoro molto importante ed era per questo che non dormiva quasi mai a casa e che quando lo faceva doveva andare via prestissimo. Ero piccola e ci credetti per molto, anzi ammiravo ancora di più quell'uomo. Poi gli anni iniziarono a passare e lui sparì per molto tempo. Io continuavo a venire qui ma senza trovarlo mai. Mia madre mi disse che non ci sarebbe stato per molto, perché sempre a causa di quel suo importante lavoro, doveva occuparsi di un bambino che aveva bisogno di lui. Ma mi prometteva che sarebbe tornato come se lo promettesse a se stessa. Anno dopo anno, crescendo, realizzai che mio padre non sarebbe mai più tornato qui. Una sera, avevo 16 anni e misi alle strette mia madre, la costrinsi a dirmi la verità e lei confessò tutto. Ero la figlia di un'avventura che era diventata più grande di loro, lui aveva una moglie che non era mia madre. L'ho odiato, odiavo entrambi in realtà. Ho pensato per così tanto tempo di essere solo uno stupido errore nato da un tradimento. Mi disgustavano e iniziai ad odiare anche me stessa. Così smisi di venire qui e soprattutto di aspettare che tornasse. Finite le superiori comprai dei biglietti per il regno Unito, avevo vinto una borsa di studio per Oxford e scappai da qui. Cercai di guadagnarmi da vivere lavorando di giorno in una caffetteria e studiando di notte. Poi iniziai a pubblicare i miei libri sotto un altro nome e riscossi i primi successi. Mi ero costruita una nuova vita lontana da tutto quello schifo. Un giorno dopo anni e anni che non sapevo nulla di lui, mio padre mi contattò dicendomi che voleva rivedermi ed io rifiutai, ma lui si presentò sotto casa ubriaco da morire. Mi disse delle cose orribili come il fatto che io fossi la causa di tutti i suoi mali, che fu costretto a rimanere con me e quella che doveva essere solo una notte, si era trasformata in una tragedia che prevedeva la mia nascita e che ora la sua vera moglie non lo voleva più. Ero stravolta, era riuscito a farmi cadere di nuovo in basso. Passai così tanto tempo a credere che infondo le sue parole un po' di verità ce l'avevano, mi colpevolizzai per anni. Poi quando toccai il fondo andai in terapia e mi ripresi. Tornai a Milano e presi diverse cattedre oltre ad ottenere sempre più successo con i miei romanzi. La mia vita aveva ripreso senso e tutto stava andando per il verso giusto, prima di arrivare qui cambiai anche il mio nome di battesimo con quello che avevo creato per i miei libri per evitare di essere trovata. E poi quella sera in Duomo quando Davide mi ha sputato addosso quelle cose, tutto è ritornato. Ero di nuovo la bambina nata per sbaglio, l'errore di una notte e a detta sua anche una troia come mia madre. L'incubo che si ripete insomma, con la sua apparizione finalmente capii a cosa si riferiva mia madre quando mi parlava di quel famoso bambino di cui mio padre doveva prendersi cura e tutto ebbe senso"
Mentre Adele mi racconta la sua storia riesco a percepire il suo immenso dolore e i miei occhi si fanno lucidi, al solo pensiero di tutto quello che ha dovuto passare. Io continuo a fissarla ma lei non si volta mai e continua a guardare il lago mentre si tortura le dita delle mani
R: "io, io davvero... mi dispiace"..riesco solo a dire. Poi mi avvicino a lei e mi siedo accanto poggiando la testa sulla sua spalla. Sento che inizia a cedere alle lacrime e così la inizio a stringere forte. Ricambia la mia stretta e mi abbraccia come la prima volta che lo fece, come se non volesse farmi più staccare da lei. Le mie mani accarezzano la sua schiena e il suo profumo mi inonda le narici.
Poi con mio dispiacere si stacca da me e torna a fissare il vuoto. Io le giro il viso e le prendo la mano tra le mie
A: "non voglio farti pena, volevo solo spiegarti perché"..mi dice con un sussurro tremante
R: "non mi faresti mai pena, sei la persona più tosta che conosca"..dico e lei finalmente sorride, anzi si mette a ridere per la prima volta. Non avevo mai visto quell'espressione ed è così perfetta, bellissima, stupenda, travolgente e tutto quanto il resto... ma poi cerca di coprire il suo sorriso con la mano ma io glielo impedisco
R: "non devi nasconderti, sei così bella quando ridi"
Adele si gira verso di me e mi guarda intensamente negli occhi, il suo sguardo è diverso, è seducente, è mio. Mi arriva un brivido profondo sulla schiena e ciò le fa distogliere lo sguardo. Si leva la sua giacca e mettendomi le braccia attorno la posa su di me. Rimaniamo così, occhi negli occhi, ancora un po' ma poi improvvisamente il suo sguardo si abbassa e lascia andare anche le sue mani via dalle mie spalle.
R: "grazie per avermelo detto, so e capisco quanto sia stato difficile ma io non ti giudicherei mai, volevo e voglio solo aiutarti"
A: "lo so, è per questo che ti ho portato qui, non ci venivo da anni e speravo che tornandoci sarei riuscita ad aprirmi con te"
R: "sono contenta che ci sei riuscita"
A: "beh ora sai qualcosa di me che nessuno sa, sono incredula anche di me stessa, io non mi fido di nessuno"
R: "di me puoi farlo, io sono dalla tua parte"..dico mentre mi arriva un altro brivido
A: "è meglio se andiamo via, stai morendo di freddo"..annuisco e mi alzo stringendomi la sua giacca sulle braccia, poi lei mi fa il gesto con la mano di andare avanti e si incammina dietro di me. La salita è ancora più complicata di quando stavamo scendendo e inciampo su di una pietra andando all'indietro. Ma con prontezza Adele mi accoglie tra le sue braccia impedendomi di cadere, mi tiene stretta e il mio petto è attaccato contro il suo seno piuttosto prosperoso. Il pensiero di ciò mi fa arrossire immediatamente e tutto il freddo che avevo prima svanisce in un'enorme vampata di calore.
A: "ammettilo che questa cosa di cadere sempre lo fai apposta ormai"..mi dice Adele sorridendo da provocatrice
R: "oh no mi hai scoperto, beh ora il mio piano è distrutto"..dico stando al suo gioco mentre continua a tenermi attaccata a lei, ora le sue mani sono più sotto verso i fianchi e ciò continua a provocarmi in modo assurdo
A: "e qual era il piano?"..mi sussura lentamente avvicinando il suo viso al mio ed io deglutisco
R: "se te lo dico poi è un casino"..dico quasi ridendo, poi si sentono dei rumori fra gli alberi e mi prende un colpo
R: "che diavolo è stato?"
A: "sai non ti ho detto, in questo posto c'è una tribù intera di vichinghi che va a caccia di belle ragazze, dovresti nasconderti prima che ti vedano"..mi sussurra piano facendomi prima paura e poi arrossire in una maniera assurda. Era la prima volta che mi faceva un complimento e ciò mi mise in una tale soggezione...
A: "dai su saliamo che stai congelando, sarà stata una lucertola, non preoccuparti."..mi dice strofinando le mie braccia infreddolite e continuando a tenermi la mano fino a quando arriviamo alla macchina.A: "devo parlare con Davide, questi mesi mi hanno dato tempo per realizzare che anche lui è una vittima di questa situazione"..mi dice appena ci sediamo e il suo volto diventa di nuovo buio
R: "si... c'è una cosa che non sai, beh insomma dovresti ascoltare la sua versione per questo ti avevo pregato di parlarci"
A: "cosa non so?"..mi domanda curiosa voltandosi verso di me
R: "credo sia meglio che ne parliate voi"..dico sperando di convincerla, ma poi lei prende le mie mani e mi guarda con quel volto che mi fa tanta tenerezza, quando fa così non sembra affatto la Adele Russo che tutti temono e invidiano.
A: "per favore, Rachel, ho bisogno che tu me lo dica. Io mi sono fidata di te e ora ti prego fallo anche tu"..sa benissimo l'effetto che mi fa e sa giocare bene le sue carte, poi quando pronuncia il mio nome tutte le volte dalle sue labbra esce come un suono paradisiaco
R: "io non ti ho detto nulla, però sai la madre di Davide si è suicidata quando ha saputo insomma di tutto il resto..."..mi pento subito delle mie parole quando mi rendo conto che effettivamente quel 'tutto il resto' era proprio Adele. Lei lascia le mie mani e si volta a fissare il vuoto, poi inizia a prendere a pugni il volante ignorando la mia voce che le dice di fermarsi mentre cominciano a sanguinarle le nocche, scende dalla macchina e inizia ad afferrare pietre per lanciarle di sotto. Dopodiché scendo anche io e la abbraccio da dietro per farla calmare e anche se all'inizio fa resistenza cede e lascia andare la pietra che aveva in mano. Sento che inizia a piangere e allora mi sposto davanti alla sua visuale per abbracciarla più forte e le lascio dei piccoli baci sulle mani sbucciate dai pugni. Stavolta sono io che la faccio indietreggiare verso la macchina per farla poggiare e attaccarmi a lei. Scompare nel mio petto e piano piano si tranquillizza e smette di piangere. Poi le tiro su la testa e la guardo in quei suoi occhi glaciali che ora sembravano solo così dolci e distrutti. Le accarezzo la guancia e lei continua a fissarmi
A: "sono un mostro?"..mi chiede poi abbassando lo sguardo
R: "no Adele tu sei perfetta, sei bellissima, sei intelligente, sei forte e poi ti ho già detto che sei bellissima?"..le rispondo tirandole su il mento e finalmente le stappo un triste sorriso
A: "puoi dirmelo se anche tu mi odi, io mi odierei al tuo posto... i-io mi odio"..mi dice mentre scende una piccola lacrima che io subito asciugo
R: "shhh.. come potrei mai odiarti se sei il mio costante pensiero più bello"..le confesso all'orecchio mentre poso il mio mento su lei ma poi subito cerca di nuovo il mio contatto visivo
A: "cosa sono?"..mi chiede finalmente tornandole quella luce negli occhi e un piccolo sorriso sulle labbra
R: "sei la persona più bella che abbia mai incontrato e con bella non intendo solo fisicamente perché oddio non so se ti sei vista, ma anche interiormente. Sei sempre così premurosa, gentile nella tua finta freddezza e sei davvero speciale"..non credo neanche io di averle appena confessato ciò ma vedo che funziona perché pian piano i suoi occhi tornato quelli di sempre
A: "tu vedi sempre il buono nelle persone vero?"..mi chiede mentre siamo ancora appiccicate e la cosa inizia a mettermi sempre di più in difficoltà
R: "no vedo il buono laddove c'è e tu ne sei sommersa dalla testa ai piedi"
A: "ti sbagli non sono così buona come credi e soprattutto non ho niente di perfetto"..mi dice poi tornando buia in volto, si libera dalla mia presa ed entra in macchina. Se fossimo state lì in quella posizione ancora per altri 2 minuti penso che sarei svenuta, quindi da una parte menomale ma dall'altra Dio perché si è spostata?
Così salgo anche io in macchina e Adele accende il motore per partire
R: "lo sai che non c'è bisogno di mettere questa corazza con me?"..le chiedo dopo qualche minuto nel silenzio che si era creato tra noi
A: "Rachel tu non mi conosci, per quanto io adori il modo in cui riesci a vedere tutto a colori, la verità è che in me regna solo il grigio"
R: "ti sbagli, hai una percezione di te stessa sbagliata"
A: "io mi conosco da un bel po' di anni, quindi penso proprio sia tua la percezione sbagliata, ma ora basta parlarne ti prego. Devi andare da qualche parte o ti porto a casa?"
R: "no da nessuna parte"..le rispondo un po' delusa mentre lei alza il volume dello stereo come per chiudere definitivamente la nostra conversazione.----------------SPAZIO AUTRICE
Ciao a tuttə, so che non lo faccio mai ma utilizzo questa fine capitolo per lasciarvi la possibilità di esprimere un vostro parere di ogni tipo e soprattutto per chiedervi se volete meno capitoli ma che durino di più o viceversa più piccoli capitoli. Sto sperimentando e mi farebbe piacere un vostro consiglio visto che è la mia prima storia qui su Wattpad. Grazie della lettura e spero che vi stia piacendo :))
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l'amore non esiste
RomanceRachel Ferrari è una ragazza di 19 anni, si trasferisce a Milano per frequentare una delle più rinomate università di scrittura creativa e giornalismo. Le sue origini sono italiane ma ha sempre vissuto in Germania dopo che i genitori si ci sono tra...