Era quasi giunta l'ora della mia seconda visita della giornata a mio padre quando qualcuno bussò alla porta della mia camera da letto.
Non era Alan, a cui avevo detto di prendersi qualche ora di libertà per rilassarsi. Avevo davvero bisogno anch'io di distrarmi con un bel libro dopo gli avvenimenti delle ultime settimane e non era necessario che lui restasse fuori dalla porta della mia camera da letto per ore, senza poter fare nulla.
Dal suono non potevano essere nemmeno Edward o Helena, li distinguevo troppo bene. Questo era un tocco fin troppo femminile, decisamente non quello di mia sorella.
"Principessa, posso entrare?" chiese la voce di una delle domestiche di cui al momento mi sfuggiva il nome.
"Certo, entra pure" le dissi attraverso la porta chiusa mentre finivo di sistemare il letto dal quale mi ero appena alzata. Adoro leggere a letto.
Nonostante questo non fosse il mio lavoro, odiavo sfruttare in questo modo le persone che lavorano per me, se posso fare qualcosa da sola lo faccio volentieri. Tranne indossare quei corsetti strettissimi. Per quello ci vorrebbe un esercito.
Non appena fu entrata feci per dirigermi fuori dalla stanza con un libro sotto braccio, diretta da mio padre.
"Non c'è molto da fare" le dissi "Il letto è a posto, il caminetto è spento. Forse ci sono solo un paio di vestiti da lavare e sistemare, ma per il resto..."
"Non sono qui per questo, principessa" mi rispose lei, obbligandomi così a fermarmi prima di raggiungere la soglia.
"Si tratta di mio padre? Sta male di nuovo?" domandai allarmata, avvicinandomi di scatto a lei, afferrandola involontariamente per un braccio, ma senza farle alcun male. Ormai mio padre era al centro di ogni mio pensiero. Lei e mia sorella.
"Nono. Vostro padre sta bene." Disse lei spaventata dalla mia reazione e dal tono che avevano preso le mie parole, alzando le mani frapponendole tra noi due, come a proteggersi da un mio eventuale scatto violento verso di lei.
-Cosa vuole allora? Perché è qui in questo momento se non per fare il suo lavoro o darmi questo genere di notizie?-
"Ho delle informazioni per voi, ma non riguardano vostro padre" così dicendo, col suo sguardo fisso, aveva decisamente catturato il mio interesse, tanto che mi misi a sedere sulla poltrona sulla sinistra, davanti al caminetto.
"Un commilitone di mio figlio, che lavora per l'esercito di vostra sorella, si è lasciato sfuggire un dettaglio interessante mentre mi raccontava della sua giornata.
A quanto pare, sotto l'officina del fabbro, nella sua cantina, avvengono spesso riunioni segrete tra alcuni rivoltosi rimasti" mi disse tranquillamente, come due amiche che spettegolano dopo una giornata di lavoro.
-E quindi? Perché ne sta parlando con me?-
"E mia sorella come ha deciso di procedere?" era l'unica domanda sensata che mi venne in mente, l'unica veramente rilevante. Mia sorella si era occupata di tutto questo nelle ultime settimane a differenza mia ed aveva fatto un lavoro esemplare.
"Non ne sa nulla, per ora. È troppo impegnata con le squadriglie di protezione dei commercianti per pensare anche a questo. Ho pensato di dirvelo. Potrebbe essere la vostra occasione"
-La mia occasione...-
Cercai di rimanere lucida. Quanto avevo aspettato questa mia occasione che non era mai arrivata. Non era la prima volta che voci del genere giungevano alle mie orecchie, ma normalmente al concilio non ne davamo peso. Questa volta però era diverso. Io avrei sempre voluto dar credito a quelle voci, per quanto sembrassero infondate, ma avevo sempre desistito su consiglio dei miei uomini. Stavolta loro non c'erano ma le loro parole riecheggiavano nella mia mente.
Decisi di trovare un perfetto compromesso tra i miei desideri e i miei obblighi.
"Non posso basarmi su vaghe voci di corridoio, senza offesa. Devo vedere di persona prima di agire"
Senza mostrare sorpresa per il mio commento o tristezza per la mancata fiducia mi chiese
"Vuole che le tiri fuori un vestito con cui andare in incognito e dica allo stalliere di prepararle un cavallo?"
"Si, grazie. Mi faresti un enorme favore"
Avrei saltato l'incontro con mio padre, ma questo avrebbe potuto portare ad una svolta interessante in questa nostra guerriglia.
Con il suo aiuto mi cambiai e raggiunsi le stalle. Nella fretta di partire non avvisai Alan, né nessun altro del mio viaggio, ma ero troppo curiosa ed emozionata. Non volevo che nessuno di loro provasse a fermarmi.
In men che non si dica raggiunsi il cancello al confine del palazzo e mi addentrai verso la città.
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Due capitoli dello stesso libro
ChickLitSequel di "Due cuori sotto scacco" Racconta la storia delle due sorelle, riprendendo da dove le avevamo lasciate Questa volta però a raccontare la storia sarà la nostra Layla Tra nuovi amori e vecchi rancori questo racconto andrà ad esplorare e app...