Milano. Ottobre. Giovedì mattina.
La pioggia traboccava sul mio ombrello da quando avevo deciso di uscire finalmente da casa per andare all'università.
Maledetto il giorno che ho deciso di iniziare la facoltà di lingue.
Maledetto il giorno in cui ho accennato a mia madre di voler prendere la laurea in lingue.
E maledetto il giorno in cui mi ha costretto a lavorare part-time al bar della sua amica del cuore. Quella mattina la volevo passare beatamente a letto. "Accidenti." Borbottai esasperato."Giornata no?" Borbottò qualcuno dietro alle mie spalle ed eccolo li, Mister simpatia. Fecce capolinea affianco a me e mi passò la sua solita barretta di cioccolato. "Sai, se non fossi tu..ti avrei già mandato a quel paese." Dissi al ragazzo divertito e accettando la sua barretta, mi guardò torvo "Ehi ragazzo se non fosse per me morriresti di fame, lo sai si?" Davide alzò gli occhi verdi su di me e mi guardò storto, andiamo bene, era già girato di prima mattina?
"Gugu? Dove sta?"
Domandai aprendo la barretta, sbuffò. "Si è preso l'influenza. Quindi mi tocca coprire il suo turno stasera." Disse scuotendo la testa incredulo.
"Non dovresti uscire con Chiara oggi?" Domandai perplesso vedendo che finalmente si stava avvicinando il bus. "Si ed è questo il problema. So già che mi mollerà stavolta." Rispose salendo sul bus e prendendo i nostri soliti ultimi posti. "Vai tranquillo copro io il suo posto." Dissi finendo di mangiare la barretta che mi aveva gentilmente donato, mi guardò perplesso "Oggi c'è la serata lo sai si?" Chiese divertito. "Domani mi copri tu infatti."
La mattinata passò in fretta e per mia gran fortuna il prof di francese era assente. "Che fammo? Torniamo a casa?" Chiese Davide sbadigliando, avevamo passato la mattinata da un professore all'altro. "Nel registro c'è scritto che ci sarà il suo assistente a farci recupero." Borbottai mentre mangiavo il panino che mi aveva preparato mia madre quella mattina. "Sul serio Alessandro? Sarà più palloso del prof." Disse Davide appoggiandosi allo schienale della mia sedia con il gomito, aspettava un morso dal mio panino. "Dai non sarà male. Ho delle vibes positive." Dissi tagliando a metà il panino.
"Secondo me sarà un imbecille." Disse divertito.L'assistente era un ragazzo alto e moro, era alquanto timido, non smetteva di balbettare talmente era agitato nel parlare con noi, molti ragazzi lasciarono l'aula con qualche scusa inventata all'ultimo e in lui cresceva sempre di più l'agitazione da novello che era.
"Mi correggo è un cretino." Borbottò Davide che stava scarabocchiando sul suo quaderno, io avevo gli occhi fissi su quel ragazzo che nel mentre si aggiustava gli occhiali che ogni due per due gli ricadevano giù. Mi faceva tenerezza e non volevo distogliere il mio sguardo, era come diffondergli coraggio.
"Mi scusi? Potrei chiederle un informazione?" Cristina la snob della classe apri la sua bocca e ciò significava che stava per sparare una stronzata delle sue. Il ragazzo accennò un si titubante con la testa, aveva ragione Davide, era proprio un cretino.
"Ma lei fa l'assistente perché è invalido?" Domandò la ragazza rigirandosi una ciocca di capelli castani tra le dita, il ragazzo sospirò, pensavo che si sarebbe stato zitto e invece mi sorprese. "Adesso però signorina la riformuli in francese." Mi scappò una risata divertita e lo sguardo assassino di Cristina si spostò su di me. "Hai qualche problema Muhammad?" Alzai gli occhi al cielo, simpatica. "Mi chiamo Alessandro." Dissi distogliendo il mio sguardo e tornando a guardare il ragazzo che ora era leggermente diventato rosso in viso. "Comunque Cricri non hai risposto al professore." Disse Davide divertito. "Ma che me né frega? Non è un professore." Disse la ragazza incrociando le braccia. "Beh all'esame ci sono pure io. Se vuoi te la faccio riformulare li." Disse l'assistente appoggiandosi alla scrivania.
Lo zio aveva tirato fuori le unghie.

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MAGNETS
Fiksi PenggemarLo guardo è il suo corpo è come una calamita, mi attrae come il nettare per le api.