Capitolo 21

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Ed eccomi di nuovo a lavoro.
Oggi sarebbe stato il giorno libero di Marco e Camilla, per mia fortuna a quanto pare, non avrei incontrato Marco.

Avevo sfruttato i miei giorni liberi per recuperare il tempo con Cristina e Camilla, che quasi non studiai nulla per l'esame avvenire, per fortuna Davide aveva preso abbastanza appunti durante la lezione di recupero e quindi potevo benissimo  aggiungerli ai miei senza problemi.

"Marco, non sembrava molto felice quando hai abbandonato l'aula con Cristina sai?" Davide stava asciugando i bicchieri prima di rimetterli al loro posto, sembrava turbato.

"Non avevo testa per seguire la sua lezione." Mi giustificai. Alla fine non era una lezione obbligatoria, quindi potevo benissimamente saltarla. Poi ovviamente era un nostro ormai amico e collega, ma ciò non significava un obbligo verso di lui. No?

"È successo qualcosa tra di voi?" Domandò il ragazzo fermandosi e guardandomi serio, sembrava che sapesse. "No no e solo che sono leggermente soprapensiero per questo esame." Risposi mettendo i bicchieri nel frigo, alcuni clienti volevano sempre i bicchieri freddi.

La serata lavorativa, andò liscia e senza rendermene conto mi ero già cambiato e pronto per tornare a casa. Non vedevo l'ora di sdraiarmi nel mio letto.

"Ale devo andare da Cami, ti serve un passaggio?"
Siamo passati al Cami, questa relazione stava a quanto pare procedendo molto bene.

"No tranquillo, prendo l'ultimo bus." Dissi sorridendo.

"Allora apposto..a domani." Momorò lui con una luce negli occhi che mi fecce capire che era cotto e stracotto della ragazza.

Arrivai alla fermata del bus, aveva appena incominciato a gocciolare. "Spero di non ammalarmi." Borbottai alzando il mio sguardo verso il cielo.

"Ale?" Mi sentì chiamare da una voce che ormai era così famigliare da far male. "Oh ciao, che ci fai qui?" Momorai distaccato, si guardò intorno prima di rispondermi "Abito a due isolati da qui.." disse sorridendo, sembrava contento, in mano aveva un sacchetto di quello che sembrava contenere del cibo.

"Non lo sapevo.." guardai dietro di lui per vedere se stava arrivando il mio bus.

"Avete appena finito?" Domandò curioso, che te né frega?

"Si, sto aspettando il bus per tornare a casa." Risposi prendendo il telefono per guardare l'orario, il bus era già in ritardo.

"Se vuoi ti accompagno io...non ho problemi." Rispose lui speranzoso.

"Macché tranquillo." Dissi secco, non capiva che non volevo averci nulla a che fare?

"Insisto tanto non mi costa nulla" insisté lui ancora una volta.

"E la tua cena?" Domandai seccato, non mi sembrava che fosse solo per lui.

"Vuoi mangiare con me?" Domandò lui di rimando, che intenzioni aveva?

"Non mi sembra il caso.." risposi titubante, ricordando con chi era fidanzato.

"Dai come i vecchi tempi." Quali vecchi tempi? Non mi pare che aveva tempo per mangiare con me.

"Cristian, davvero.." incominciai a parlare, stavolta sentivo che avrei potuto perdere veramente la pazienza.

"Ale..." Incominciò lui tristemente, ma un paio di fari si fermarono davanti a noi accecando il ragazzo. Qualcuno uscì dal veicolo con un nervosismo quasi palpabile "Eccoti! Ti stavo cercando." Momorò una voce che cercava di stare calma, quando capì chi era cercai di rimanere impassibile davanti a Cristian. "Ciao.. Perché?" Domandai curioso, lui guardò Cristian con freddezza e tornò a guardare me.

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