Introduzione

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Signor Alessandro Mahmoud, ci dispiace comunicarle che la sua traccia non ricopre i nostri standard musicali.

Ci provo e ci riprovo ma sembra inutile, nessuno ci fa caso a me e come se fossi trasparente, nessuno vuole ascoltare la mia musica, la trovano tutti stravagante per il mio tono di voce, oppure non ricopre al meglio etichetta radiofonica. Però ci riprovo, mi ci butto a capofitto finché qualcuno non mi noterà e prima o poi lo so, ci sarà qualcuno.

"Alessando rivedi questo testo. -Veronica, la mia tutor discografica, una tutto so io che non gli sta' bene niente, mi lancia addosso il mio millesimo testo da ricontrollare- non mi piace l'ultima strofa" disse alzando le spalle con una faccia da chi sapeva di avere la puzza sotto il naso. "Va bene" dissi educamente, sapevo che avrebbe fatto di tutto per cacciarmi via a calci e se l'avrebbe fatto ci sarebbero state altre persone a sostenere il suo volere. Sospirai rassegnato appena uscì dalla stanza. "E mo cosa trovo per modificarla?" Borbottai. Qualcuno apri la porta di scatto senza badare che ci fossi io nella stanza e la rinchiuse con un leggero colpo acuto per attirare la mia attenzione. "Sai non dovresti sceprellarti con quella vecchia arpia." Una voce scherzosa attirò la mia attenzione, Fabrizio era dietro di me che leggeva con attenzione il testo che avevo tra le mani. "Come l'hai chiamata?" Chiese pensieroso continuando a leggere il testo, "Luna" dissi irrequieto, lui spostò la sedia affianco alla mia e mi prese il foglio dalle mani. "Secondo me..manca qualcosa." Disse serio alzando i suoi occhi verso di me, "Tipo?" Domandai ormai stanco di modificare quel maledetto testo. "Tipo me." Disse sorridendo abbassando lo sguardo di nuovo sul testo. Lo guardai con perplessità mista a stupore "Fabri ti ringrazio, ma non credo che ti farà fare una buona pubblicità." Dissi accasciando la mia testa sul tavolo sopra le mie braccia stanche dallo scrivere testi. "In quella cartella cosa c'è?" Indicò con la testa la mia vecchia cartella rossa "Altri testi che secondo Vero sono da buttare via." Dissi scocciato guardando quella cartella che mi sembrava un libro maledetto. "Facciamo così, tu me la dai e gli dò uno sguardo, così vediamo cosa c'è che non và. Che dici?" Disse Fabri prendendola in mano, lo guardai malinconico, "Ti ringrazio, ma non devi. Penso che la brucerò appena arrivo a casa e lascerò per una volta per tutte questo mio sogno stupido di inseguire la musica." Dissi prendendogli la cartella dalle mani. "Insisto e poi mi servono nuove idee. Ci diamo uno scambio di opinioni, no? Così tu aiuti me e io a te. Che dici?" Mi domandò entusiasta riprendendo nuovamente la cartella fra le mani. Alla fine accettai, non avevo niente da perdere e poi dubito che gli servisse realmente per prendere spunto per i suoi lavori. I miei testi secondo Veronica erano troppo personali ed espliciti. Secondo lei, nessun produttore mi avrebbe considerato.

Tornai a casa con la testa vuota e un senso di smarrimento, mi sentivo praticamente sconfitto. Quando arrivai a casa, mia madre era già sotto i fornelli. "Ehi ma' sono a casa." Dissi chiudendo la porta alle mie spalle e lei che era intenta a girare il sugo si girò regalandomi un gran sorriso come al suo solito fare "Oh Ale! Oggi sei tornato presto? Non sei andato con gli altri?" Disse stranita ricordandosi sicuramente del concerto in cui dovevo andare con i miei amici. "Si, mi lavo e vado." Dissi scaricando la borsa sulla sedia. "Come è andata in studio? È piaciuto il testo?" Mi domandò spegnendo il fornello. "No.. Veronica mi ha detto di rivisionarlo nuovamente." Dissi accasciandomi sulla sedia. "Deve essere davvero un'arpia questa." Disse sedendosi sulla sedia davanti a me. "Fabrizio mi ha preso la cartella e il testo, quindi dovrò aspettare che me la restituisca prima di riguardarlo." Dissi scocciato. "Fabrizio?" Domandò mia madre perplessa, la guardai divertito "Fabri Fibra." Dissi secco ancora incredulo. "Oddio so che è molto famoso." Disse incredula. "In effetti lo è." Dissi alzando le spalle.

Arrivai al locale dove i miei amici mi stavano aspettando per una bevuta veloce prima di andare al concerto. "Allora tu mi stai dicendo con tutta questa tranquillità fastidiosa che Fabri Fibra ti ha preso la cartella dalle mani e se né andato come se niente fosse? Come se tu fossi il suo scrittore di fiducia? Andiamo Ale! Non dovresti aver quel brocio allora! Le acque si stanno aprendo!" Disse Camilla entusiasta. Alzai gli occhi al cielo "Dubito che mi dica facciamo una canzone insieme. Sicuramente mi starà pure paraculando in questo momento." Dissi bevendo la mia birra per togliermi l'amaro in bocca. "Sei troppo negativo." Disse Filippo alzando gli occhi al cielo. "Sono realista." Dissi alzando le spalle sconfitto. "Comunque non vorrei dire..ma quel ragazzo la giù che non ci toglie gli occhi di dosso non è quello che ha vinto XFactor?" Disse la mia amica avvicinandoci a noi, curioso alzai il mento per vedere di chi mai stesse parlando e con un gran sorriso quel presunto ragazzo mi fecce la mano per salutarmi. "È Michele." Dissi serio, alzai una mano per ricambiare il salutò, era da molto che non lo vedevo, mi era arrivata voce che avesse da poco cambiato etichetta. Ci raggiunse con un gran sorriso,"Finalmente riesco a vederti." Disse appena arrivò al mio tavolo, "in che senso?" Mi alzai per abbracciarlo e lui prese una sedia dalle sue spalle. "Ho un testo fra le mani." Disse diretto facendo un sorriso di saluto ai miei amici e dando loro una stretta di mano. "E quindi?" Dissi perplesso. "Ale.. io voglio che mi aiuti a completarlo. So quanto scrivi bene e credimi secondo me la tua voce darebbe quel tocco che gli manca." Disse entusiasta. "Il problema zio è che devo chiedere il permesso a quelli dell'etichetta non so se gli va bene." Dissi portandomi il mio bicchiere alle labbra "E lì che volevo arrivare. Non ci sono problemi perché la nostra etichetta è la stessa." Disse divertito, lo guardai stranito e guardai gli altri con perplessità.

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