Capitolo 2

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Il ragazzo si avvicinò a me, senza distogliere il suo sguardo dal mio, era così sexy che non mi resi conto che mi aveva appoggiato le sue grandi mani sui fianchi. "Davvero?" Mi domandò avvicinando il suo viso al mio, era come nella mia immaginazione che bloccai in pista. "Davvero cosa?" Dissi distrattamente, il mio sguardo si era spostato sulle sue labbra che stavano sorridendo in quel momento, forse era nuovamente la mia immaginazione a giocarmi brutti scherzi? Oppure era veramente la realtà? Ero troppo brillo in quel momento per ragionarci su. Pensai che fosse la mia immaginazione troppo realistica quella in cui le sue labbra toccarono le mie con ambrosia e desiderio. Ricambiai senza pensarci troppo, avrei pensato l'indomani al casino che avevamo appena fatto, in quel momento l'unico mio pensiero era la mia voglia pazza di strappargli quella camicia che aveva indosso. "Dovremmo andare." Disse distaccandosi quel poco per prendere fiato e appoggio la sua fronte alla mia. "Scusami." Disse imbarazzato. Scusarti per cosa?

Alla fine aveva cambiato idea, mi accompagnò direttamente a casa. "Ci vediamo quando torno, ok?" Domandò con una nota di malinconia, non capivo per quale motivo dovesse essere triste, io invece, lo salutai con un bacio sulla guancia e scesi dalla sua auto. "Grazie per la serata." Ed entrai dentro il mio palazzo.

I giorni seguenti decisi di occuparmi delle collaborazioni che avevo arretrate, con Fabri il tempo di una settimana e di qualche modifica alla canzone, il pezzo fu inciso, mi sentivo euforico che volesse proprio me nel suo disco.
Gli altri giorni ancora, conclusi anche il pezzo che avevo con Michele in sospeso, Presi Male, anche con lui mi trovai a mio agio a lavorare. Stranamente l'unico che mi faceva sentire stranito era in giro per il paese a fare non so cosa.

"Allora per me è perfetta così. Grazie per aver accettato di collaborare con me." Disse entusiasta Michele mentre chiudeva il suo pc, mi fecce arrossire leggermente per quel complimento, ultimamente mi sentivo molto emotivo. "Grazie a te." Dissi sorridendo chiudendo anche io il mio PC. "Quando parti?" Domandò curioso, sapeva che avrei passato l'estate in Sardegna. "Non ti saprei dire, ho delle cose da fare e devo rivisionare alcuni testi che ho in sospeso e sé tutto va bene parto tra due settimane." Dissi malinconico alzando le spalle. "Ho un ragazzo da presentarti." Disse sopra pensiero, un ragazzo? "Ehm..non ho testa per avere una relazione in questo momento." Gli risposi alzandomi e riponendo il PC nella borsa. "Secondo me ti piacerà." Disse ridendo e alzandosi anche lui dal divano in cui eravamo seduti. "Ci penserò." Dissi mettendo il mio zaino in spalla. Lo salutai e andai al bar per incontrare i miei amici che non vedevo da un po'.

"Speriamo che a Mengoni piacciono." Disse Stefano leggendo i fogli dei testi che gli avevo appena consegnato. Ci speravo pure io che gli piacessero, alla fine era quasi un mese che non si faceva sentire o vedere. "Potresti consegnarli tu a Marta? Io purtroppo settimana prossima dovrei partire." Dissi alzando le spalle, Stefano mi guardò dubbioso. "Va tutto bene tra te e Marco?" Domandò curioso. "Non sì fa sentire e io non ho il suo numero. Quindi sinceramente non mi interessa rincorrere le persone che non si fanno sentire. Il mio dovere lo fatto." Dissi alzandomi dalla sedia, non ero obbligato a cercare contatti con lui. "Mmm è solo questo?" Si grattò il mento senza spostare gli occhi dai fogli. "Dovrebbe esserci altro?" Domandai sbadigliando. Non potevo dirgli cosa fosse successo tra di noi, alla fine poteva essere stata la mia immaginazione a farmi dei brutti scherzi. "Quindi non si è fatto più sentire?" Domandò di nuovo incuriosito, sembrava così strano da lui? "Provo a chiamare a Marta." Disse sopra pensiero.
A quanto pareva anche Marta era con lui, quindi significava ché dovevo aspettare il loro ritorno, almeno Stefano avrebbe aspettato, io avrei fatto di tutto per partire il prima possibile. "Sicuro che non vuoi aspettare che arrivino?" Mi domandò Stefano premendo il pulsante della macchinetta del caffè. "Ho l'aereo tra un'ora, non posso aspettare i loro comodi e poi devi solo consegnarli i testi. Nel caso mi avvisi se dovrò ricontrollarli al mio ritorno." Dissi buttando la mia tazzina di plastica nel cestino, dovevo assolutamente scappare in aereoporto. "Bene, ci vediamo fra due mesi." Gli dissi con un sorriso e usci dall'edificio dove mi aspettava Filippo impaziente. "Minkia quanto cazzo sei lento?" Domandò appena arrivai alla macchina, scoppiai a ridere e buttai il mio zaino nei sedili di dietro. "Madò zi hai mangiato limone?" Domandai divertito aprendo la portiera. "Ciao Ale! Già vai via?" Una voce femminile attirò la mia attenzione. "Oh Marta" mi girai per dargli due baci sulla guancia, era da sola? "Ho l'aereo che mi aspetta." Dissi entusiasta. "E dove vai di bello?" Domandò una voce maschile alle mie spalle, era così distaccato da farmi venire il nervoso. "Scusatemi devo scappare." Risposi evitando di rispondere al ragazzo alle mie spalle e sali in macchina. "Marta mi raccomando fammi chiamare se qualcosa non va bene con i testi, nel caso ci vediamo fra qualche mese." Dissi sorridendo e la salutai. Sentivo lo sguardo del ragazzo al suo fianco che mi stava squadrando dal nervoso. Filippo per fortuna parti salutando con la mano le due persone con cui stavo parlando. "Era Mengoni?" Domandò curioso, sospirai "si".
"Mi stava squadrando." Disse divertito e stranito.
"Fa così con tutti." Dissi guardando fuori dal finestrino, non vedevo l'ora di arrivare in spiaggia. "Se non sapessi che fosse etero, penserei che sia gay. Non immagini come ti stava guardando." Disse scuotendo la testa ancora divertito. "Perché come mi stava guardando?" Domandai perplesso, dubito che mi guardasse con interesse. "Come uno che ha perso l'amore della sua vita." Rispose senza distogliere i suoi occhi dalla strada.
Appena mi lasciò fuori dall'aeroporto mi incamminai per il check-in. Il mio telefono vibrava con insistenza, ma ero intento a mettere il mio bagaglio nel rullo per rispondere, alla fine chiunque potesse essere, poteva aspettare. Presi posto in aereo e cercai le mie cuffie nella borsa, una notifica attirò la mia attenzione, un numero sconosciuto mi aveva già inviato una decina di messaggi.
-Ti sembrano modi di andartene?
-Mi dovresti spiegare come hai fatto a prendermi il testo e trascriverlo.
-Chi era quel tipo?
- Sei già partito?
- Dovevamo parlare e tu parti?
-E poi quando hai intenzione di tornare?

Alzai gli occhi al cielo, ma guarda un po', qualcuno si è ricordato di avere il mio numero.

- Scusami non so chi sei, sei Michele? O Fabrizio? Comunque torno fra due mesi, nel caso ci vediamo e ne discutiamo poi. Buon estate.

Collegai le cuffie e postai il telefono in modalità aereo. Non volevo più sentirlo per tutta la mia permanenza in Sardegna.

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