Capitolo 6

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Il suo abbraccio mi stava pian piano aiutando con il mio umore ormai caduto in un dirupo. Finché non sentimmo sbattere la porta d'entrata eravamo rimasti così in silenzio. "Sono già tornati?" Domandò sciogliendo le sue braccia dalla mia schiena, i ragazzi ci stavano già chiamando. "Stiamo arrivando." Gli urlò Marco nel mentre mi guardava alzarmi da sopra di lui con una faccia dispiaciuta, era davvero cotto come diceva? Lui rimase seduto nel letto finché non ritornai dal bagno che era fuori dalla camera. "Non sei ancora sceso?" Domandai perplesso appena ritornai, lui mi guardò ancora con la stessa faccia con cui l'avevo lasciato, "lo sai vero che sicuramente penseranno che stavamo facendo roba?" Borbottai avvicinandomi a lui nuovamente, che sorrise come un bambino. "Non mi interessa, Marta è già salita mi ha guardato perplessa è ha detto semplicemente che andavano in negozio a prendere qualcosa per cena." Disse alzando le braccia per avere nuovamente un abbraccio. "Ecco sicuro che si staranno facendo strane idee." Dissi alzando gli occhi al cielo, ci mancava solo quello. "Marta lo sa che sono cotto di te.." disse rifacendo ricadere le sue braccia lungo i fianchi.  "Ecco qua, finiamo sicuro nei guai." Dissi infastidito dandogli le spalle, ci mancava solo le loro lamentele, o che qualcuno oltre a loro scoprisse della nostra relazione, qualunque essa fosse. Marco mi trascinò all'indietro facendomi sedere sulle sue gambe, e mi guardò attentamente in viso "Non dovresti farti paranoie. Alla fine ci stiamo solo abbracciando no?" Disse ironico. "Non sei divertente." Dissi cercando di rialzarmi, ma lui mi bloccò e mi fecce sdraiare su di lui, "vorresti altro?" Mi chiese malizioso, gli divertiva urtarmi? "Fammi alzare." Dissi cercando di rialzarmi, ma lui ruotò finendo lui sopra di me. "Aspetta." Disse serio che quasi mi spaventò, non erano mica già tornati? Alessandro che cavolo vorresti fare?
Non appena stavo sgridando il mio cervello per le cose perverse che stava pensando qualcosa di umido toccò le mie labbra, era una pressione che mi bloccò i pensieri, Marco mi stava nuovamente baciando, avrei potuto rifiutare, ma mi sentivo come se fossi tornato all'improvviso a casa.
Almeno stavolta ero lucido, per modo di dire, averlo ricambiato era altrettanto una pazzia masochista.
"Finalmente." Disse appena si staccò da me, era entusiasta per avermi baciato? "Non fatti strane idee."Borbottai infastidito, solo perché ho ricambiato, non vuol dire che ricambio i tuoi sentimenti. "Lo so che lo volevi anche tu." Disse stampandomi un altro bacio sulle labbra, prima di rialzarsi, mi tenne una mano per aiutarmi, la ignorai. "Ciò non vuol dire che ti devi fare strane idee - mi alzai- una pomiciata ci sta ogni tanto." Mentì in buona fede, non era da me comportarmi così. "Beh facciamo sì che non sia solo ogni tanto."disse riappoggiando le sue labbra su di me. "smettila." Dissi alzando gli occhi al cielo, lui mi ribacio divertito "mi piace stuzzicarti." Era davvero felice in quel momento, che un po' contagio anche a me. "Sei veramente..." Iniziai a dire ma lui mi baciò nuovamente "un rompi palle?" Chiese ridendo, i suoi occhi si erano illuminati e rimasi incantato a guardarli. "Bello.." dissi sorridendo, le sue labbra si allargarono e sembrava leggermente imbarazzato, gli stampai io un bacio sulle labbra stavolta. "Sei proprio un mood strano." Disse contento abbracciandomi più stretto a lui.

Mah...Mood.

"Allora..da quello che sto vedendo avete fatto pace?" Marta era in piedi che guardava Marco cucinando, fecci finta di niente e continuai a tagliare l'insalata. Stefano che nel mentre stava stappando una bottiglia di vino mi guardò divertito "Tu non dici niente?" Mi domandò versando il liquido nei bicchieri, che dovevo dire? "È un rompi palle. Non si fa gli affari suoi." Dissi con indifferenza, Marta si avvicinò a prendere un bicchiere e mi appoggio una mano sulla spalla "Marco è un pochino emotivo...non gli piace la gente che soffre." Disse con un tono dispiaciuto, Marco si girò per prendere il bicchiere dalle mani di Stefano. "È un mio difetto...scusami se ti ho rotto le scatole." Disse con tono acido, sapevo che stava facendo finta e che stava cercando di non far trapelare nulla. "Ragazzi vi prego non iniziate." Disse Marta rivolta soprattutto a Marco. "Vai a farti aggiustare allora." Dissi di impulso con forse con un po' troppa serietà, perché Marco mi fulminò con lo sguardo e capì di aver esagerato.
Per tutta la cena non mi rivolse più la parola, Marta e Stefano ci avevano lasciato il compito di fare i piatti come se fosse una punizione. "Scusami per prima...non volevo dirlo." Dissi passandogli un piatto che lui lavo, non rispose e continuai a scusarmi. "Davvero mi dispiace, so quanto sia stata pesante quella frase e mi dispiace davvero di averti ferito. Non era mia intenzione." Dissi passandogli un altro piatto, lui rimase in silenzio e continuò a lavare tutte le stoviglie senza rivolgermi la parola. "Sai anche se non sembra anche io sono molto emotivo, a scuola mi prendevano sempre in giro per il mio peso, o perché mio padre fosse egiziano.. ho imparato da lì a rispondere a dovere." Dissi irrequieto, cercavo di smuoverlo un po', ma senza riuscirci. "Ho iniziato a difendermi, ma ciò significava che tornavo a casa ridotto in un colabrodo." Dissi divertito ricordando i momenti in cui mia madre disperata mi doveva medicare. Passai l'ultimo bicchiere a Marco e mi dedicai a passare la scopa nella cucina. Il ragazzo invece, si dedico a ripulire la cucina e il tavolo. Era frustrante che non mi parlasse dopo aver passato più di un'ora e mezza a baciarci, non potevo pretendere che mi scusasse all'istante, ma almeno un accenno...

Dopo aver finito di spazzare usci fuori a fumare, lasciando il ragazzo a finire i suoi compiti. L'aria era fredda e umida, il mio telefono squillò e sul telefono comparve il nome di Diego, un mio amico che non sentivo da un po'. "Oi ziiii! Come stai?" Domandai entusiasta nel sentirlo, lavorava in Spagna ed era strano che mi chiamasse a quell'ora. "Ciao Ale! Bene e tu? Sentì sono a Milano per un paio di settimane. Ti va di vederci?" Domandò entusiasta, "Azz zi io non ci sono in questo momento e non so manco quando tornerò a Milano." Dissi dispiaciuto, volevo vederlo. "Cavolo non ci voleva! Ma dove stai di bello?" Domandò curioso, dovevo diglielo? "Scommetto con qualche ragazza snob milanese!" Disse divertito, se Marco fosse stato donna dubito che l'avrei considerato. "Ahahahah no zi! Mi astengo ad avere relazioni di sto tipo lo sai- vidi con la coda dell'occhio che Marco si sedette al mio fianco prendendomi una sigaretta, sembrava infastidito- sono in Germania con un tipo." Dissi al mio amico che scoppiò a ridere "Dimentico che abbiamo gli stessi gusti." Disse divertito "Almeno spero che sia più bello di me." Vidi Marco che mi guardava perplesso, e gli diedi un pizzicotto sulla guancia. "Tesoro c'è rischio che me lo rubi." Il ragazzo al mio fianco alzò gli occhi al cielo. "Azz ti sento cotto. Finalmente!" Disse contento il mio amico. "Eeeh diciamo devo ancora capire." Dissi sincero, in effetti non sapevo che rapporto era il nostro. "Te l'ho sempre detto buttati! La nostra storia è andata male perché eravamo troppo giovani.." Disse spiegandosi e Marco inclinò la testa leggermente con una faccia che se avesse potuto mi avrebbe mangiato vivo. "Son cose passate." Dissi più a Marco che a Diego, "eravamo piccoli e alle prime armi." Dissi accarezzando il lobo di Marco che indossava un orecchino in argento. "Oddio non mi dire che finalmente qualcuno ha presso il tuo caro di dietro! Oddio e io che ero già pronto a darti una bella strapazzata!" Marco incominciò a battere il piede nervoso. "Guarda sinceramente quasi quasi mi fa venire lui voglia di strapazzarlo. Non immagini il didietro che ha. E credimi che mi fa perdere ogni volta la concentrazione." Gli occhi di Marco tornarono sui miei, mi azzardai ad appoggiare le mie gambe sulle sue. "Alla faccia! Sono troppo curioso di conoscerlo!" Disse il mio amico ancora incredulo, accarezzai la guancia del ragazzo che avevo davanti "vediamo, lo sai quanto sono geloso." Dissi premendo le mie labbra su quelle di Marco. "E dai! Non puoi farmi tenere così sulle spine!" Sorrisi, "vediamo." Salutai il mio amico e tornai a baciare il ragazzo. "Camera mia o tua?" Domandai curioso, ma lui continuava a guardarmi negli occhi, aveva deciso di non rivolgermi più la parola? Rimasi a guardarlo per capire cosa avesse e mi guardava con finta serietà. "Era mio ex, no non ho mai scopato con lui, siamo rimasti in buoni rapporti e no non provo più niente per lui." Cercai di spiegargli, lui alzò un sopracciglio come volesse altre spiegazioni, "l'accordo era che se tornava gli avrei dato la mia verginità molto volentieri." Dissi poco curante, come se non me ne fregasse niente.
"Gli hai detto che ormai c'è già scritto il mio nome?" Mi domandò curioso, che quasi scoppiai a ridere. "E chi l'ha detto?" Gli risposi divertito. "Io." Disse serio, che mi fecce sorridere ancora di più. "E quando hai intenzione di prenderlo?" Gli domandai sfidando la mia e la sua voglia. Sembrava pensarci su e poi sospiro "Dovremmo aspettare." Disse rassegnato, appoggiai la mia testa sulla sua spalla. "Non mi hai risposto...dove dormiamo?"

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