Capitolo 79

133 11 6
                                    

(Kakashi pov's:

Seduti attorno al falò nel regno dei morti, il silenzio tra me e mio padre era pieno di domande non fatte e risposte non date. Le fiamme danzavano, gettando ombre tremolanti sui nostri volti.

"Dimmi una cosa," disse finalmente mio padre, rompendo quel silenzio. "L'avresti mai detto che ce ne saremmo andati così presto? Anche se non come tua madre..."

Mia madre, morta mentre mi dava alla luce, non l'ho mai conosciuta. Dicono che fosse forte, coraggiosa, con un sorriso come un raggio di sole, ma quel sole si è spento troppo presto.

Sempre quel pensiero, quella paura che mi porto dentro, di avere un figlio e rivivere lo stesso incubo. Non posso farci niente, è più forte di me, un timore che non riesco a scrollarmi di dosso: perdere la donna che amo nello stesso modo in cui mio padre ha perso mia madre. Non sopporterei l'idea. Evito di legarmi, evito di soffrire, ma forse sto solo scappando da qualcosa che non posso controllare. Il cielo, le stelle, cerco risposte, ma rimane solo il dubbio. Forse è solo un'illusione, forse non posso sfuggire al destino.

Sollevai lo sguardo, i miei occhi riflettevano una tristezza velata. Esitai un momento, cercando le parole giuste per una domanda che mi aveva tormentato per anni. "Padre, ho sempre desiderato chiederti una cosa: perché uno come te ha scelto di ignorare il codice, abbandonando una missione di vitale importanza, per salvare uno dei propri compagni?"continuai."Se non l'avessi fatto nessuno ti avrebbe biasimato e non saresti caduto in disgrazia."

Sakumo sospirò, guardando il fuoco con un'espressione pensierosa.
Abbassai lo sguardo, sentendo un peso sul petto. "Io ho sofferto molto per questo, non l'ho mai accettato."

"Capisco, figlio mio," disse Sakumo con un tono dolce e comprensivo. "Posso immaginare quanto tu ti sia sentito ferito."

"Si ma,"Le parole mi uscivano difficili, ma dovevano essere dette. "Vedi, padre, penso che tu abbia fatto del tuo meglio. Hai infranto il codice per salvare gli altri. E sono orgoglioso di questo tuo gesto."

Un sorriso malinconico apparve sul volto di Sakumo. "Grazie..."

Il silenzio tornò a cadere tra noi, ma questa volta era un silenzio confortante, pieno di comprensione e accettazione. Anche nel regno dei morti, l'amore e il rispetto tra padre e figlio potevano guarire vecchie ferite e portare nuova pace.

"Kakashi," disse poi, dopo quel lungo momento di quiete, "raccontami di più della tua vita. Che cosa hai fatto? Ci sono stati dei momenti felici per te?"

Pensai a tutto ciò che avevo vissuto: le missioni, i compagni persi, le vittorie e le sconfitte. "La mia vita è stata... complessa, padre. Ho cercato di seguire il codice per quanto possibile, di fare il mio dovere come ninja di Konoha. Ma i momenti felici sono stati pochi e spesso fugaci."

Lui annuì, comprensivo. "Capisco. E non c'è nessuno che ha reso quei momenti felici un po' più duraturi? Una ragazza, magari?"

Scossi la testa con un sorriso ironico. "No, padre. Non c'è nessuna ragazza. Non ho mai avuto tempo per queste cose."

Mio padre mi osservò per un istante, poi un sorriso malizioso apparve sul suo volto. "Davvero? E cosa mi dici di quella ragazza che ha cercato di incollarti i sandali sul nostro pianerottolo?"

Mi irrigidii leggermente, sorpreso dalla piega che stava prendendo la conversazione. "Si, Shizuka...È successo molti anni fa. Era una compagna per me, un'alleata. È una ninja forte e capace, ma non c'è niente di più tra noi, nulla di serio."

Sakumo rise, un suono profondo e caldo. "Kakashi, sei sempre stato bravo a nascondere i tuoi sentimenti. Ma sai, io sono tuo padre, so quando menti."

🥀L'arte di essere fragili 🥀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora