✦Capitolo 50🔴

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Sicilia ➳ Messina.

Mescolo lo zucchero nel caffè col cucchiaino e quando ho fatto lascio la posata dentro la moca. Afferro la tazzina e mi volto a guardare il mio ospite che stasera è venuto a trovarmi.

Michael.

Mi avvicino e gliela porgo.

«Ecco a te.»

«Grazie.» sorride e prende la tazza. Sorseggia e mi siedo accanto a lui sul divano.

«Che cosa dovevi dirmi?» gli domando. Da quando è arrivato non ha spiccicato nemmeno una parola.

Mi ha solo osservata e passava il tempo a picchiettare le dita tra loro con fare nervoso.

«Volevo parlare di Pietro... È stata colpa mia se è morto. Se non avessi curiosato in camera di Kan, non avrei mai trovato quelle lettere... Valerio me le ha strappate dalle mani ed è corso da mio padre.» mi racconta e lascia la tazza vuota sul tavolino di fronte a noi.

Gli sfioro il dorso e gli stringo la mano. Michael gira il viso e mi guarda.

«Non è colpa tua, Michael. Non potevi saperlo. Nessuno sapeva che cosa sarebbe successo a mio figlio. Non sentirti più così, non c'è motivo.» gli dico sincera. Lui non ha colpe. Ho perdonato Joseph per avergli sparato.

Chi lo avrebbe fatto? Nessuno.

Altri si sarebbero vendicati, ma io non ne sono capace. A che cosa serve sparare a qualcuno se poi non riavrò indietro il mio bambino?

Michael mi sfiora le dita e tocca le unghie che sono colorate di rosso. Torniamo a guardarci e gli faccio un debole sorriso. Mi concentro sulle sue labbra, così carnose. È diventato proprio un bell'uomo. Se solo riuscissi a uscire da questa casa potrei vivere meglio.

Magari trovarmi un uomo e andare avanti, invece mi sento bloccata, come se fossi dentro a un limbo e non sapessi come uscirne.

La bocca di Michael si unisce alla mia, così all'improvviso che mi lascia sorpresa, ma neanche lo stacco. Forse perché ne ho bisogno. Non ricevo questo tipo di affetto da quando è morto mio marito.

Ci baciamo e appoggio le mani sulle sue guance. Le nostre lingue si stuzzicano e il bacio diventa così intenso che mi metto sopra di lui. Assaporo il sapore del caffè e tra un ansimo e l'altro le sue dita mi sfiorano la schiena. Gli vado a stringere quei capelli ricci e continuiamo a divorarci.

Mi stacco soltanto per dargli l'opportunità di togliermi la maglietta e appena la rimuove la fa cadere a terra. Faccio la stessa cosa con la sua e gli accarezzo gli addominali, così scolpiti.

Sono morbidi perfino al tatto.

Torniamo a baciarci e si alza con me tra le sue braccia e gli circondo il bacino con le gambe. Esce dalla cucina e mi porta di sopra. Mentre fa le scale, le nostre labbra non riescono a separarsi.

𝐓𝐡𝐞 𝐌𝐞𝐝𝐣𝐚𝐲𝐬 ➳ ᴀɴɪᴍᴇ sᴏғғᴇʀᴇɴᴛɪ [Secondo Volume]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora