Capitolo 5

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Fiammetta

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Fiammetta

Continuo a stringere le dita in attesa che arriviamo a destinazione. Serkan al mio fianco sta bevendo dello champagne e perde tempo con il telefono, finché non lo mette in tasca.

«Perché volete che lavori per voi?» chiedo, incontrando il suo viso. Mi sembra davvero familiare quest'uomo, ma ho dimenticato dove l'ho già visto.

«Si dice che sei la migliore egittologa di tutta Catania. Ti vogliamo per questo e anche per spazzare via Julide.» mi accenna e appoggia il braccio destro sullo schienale del sedile. Mi guarda mentre fa un altro sorso e quando stacca il bicchiere dalle sue labbra, fisso quelle gocce di champagne che gli sono rimaste sopra.

Fiammetta, non cedere. Hai faticato per arrivare dove sei adesso. Stai al tuo posto. Mi ricorda la mia coscienza che conosce il mio passato.

«Che cosa vi ha fatto? Perché ce l'avete con lei?»

«Lo scoprirai presto, ragazza di fuoco.» sussurra e rimango immobile quando mi annusa il collo, «il tuo profumo mi annebbia la vista. È così buono, che cos'è?»

Arrossisco e chiudo le palpebre.

«È una crema al burro di karité.» gli dico e non appena versa lo champagne sul mio spacco riapro gli occhi e lo fisso. Si è messo ad assaporarlo dal mio seno, «che cosa fai... Ci stai provando con me! Non ti permettere! Spostati!» lo spingo via dalle spalle e lui mi afferra il polso.

Mi attira a sé e finisco con la pancia sulle sue cosce.

«Lasciami! Per favore! Non mi mettere le mani addosso!» grido e mi ribello, muovendo le gambe purché mi lasci.

Mi scopre il sedere e mi tira uno schiaffo sulla natica.

«Sto culo me lo ricordo.»

Che? Di cosa sta parlando?

«È il mio se permetti! Smettila di toccarmi o te lo prendo a morsi quel bastardo che hai in mezzo alle gambe!»

Non sento le sue mani sul mio corpo e mi calmo. Serkan mi gira e mi attira a sé, sfiorandomi la schiena.

«Sorry. Ho pessime abitudini. Non ti toccherò più. Sto cercando di cambiare, di essere migliore di prima, ma faccio sempre scelte di merda.» si scusa e lo guardo. Gli prendo il viso tra le mani e lo accarezzo, cancellando ciò che è successo pochi attimi fa.

«Serkan non dire così. Se vuoi una mano io ci sono.»

So cosa sta passando. Ci sono passata.

«Da te non voglio niente.» diventa scontroso e mi sposta le gambe dalle sue cosce. Apre lo sportello ora che siamo arrivati ed esce dalla limousine, «muoviti», mi ordina e obbedisco, uscendo dall'auto.

Torniamo a guardarci. Cambia spesso umore. Prima si comporta come uno stronzo, poi diventa dolce e infine torna ad essere irascibile.

Mi afferra il braccio e mi trascina con sé. Superiamo l'entrata esterna di questa villa immensa e il tappeto rosso a terra ci conduce fin dentro casa. Mi porta prima in soggiorno, ma non c'è nessuno e poi torniamo fuori, in questo cortile.

𝐓𝐡𝐞 𝐌𝐞𝐝𝐣𝐚𝐲𝐬 ➳ ᴀɴɪᴍᴇ sᴏғғᴇʀᴇɴᴛɪ [Secondo Volume]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora