Capitolo 52

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Eloisa

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Eloisa

Sicilia ➳ Catania
Zona Sud.

È già mezzogiorno e oggi Nicodemo mi ha raccontato di quello che è successo ieri sera a casa di Serkan. Proprio per questo mi sono recata nell'azienda di Duncan.

Nessuno può trattare mio figlio come se fosse una merda d'uomo.

Appena l'ascensore mi porta al piano giusto esco e come una tempesta mi dirigo nella sala comune. I dipendenti mi guardano ma non bado alle occhiate fugaci, continuo ad andare dritta.

«Signora Elo non può entrare nell'ufficio di Duncan!» esclama Leila che tenta di fermarmi ma la evito.

«Io sono Eloisa De Vito. Posso entrare anche in un nightclub di omosessuali!» dico e apro le due porte dello studio di Duncan, fissando Falena seduta che alza subito lo sguardo, «come hai osato andare da mio figlio ieri sera e accusarlo di aver fatto schifo? Ti voglio ricordare che tu sei stata la prima a voler "fare" giochi perversi con lui e non eri autorizzata a sputargli merda in faccia così!» la rimprovero davanti al suo uomo, «sapevi fin dal principio a cosa andavi incontro, a quali problemi avesse mio figlio! Ci sei voluta stare! Hai giocato anche tu! Specialmente entrando in quella stanza e unirti a lui e tua madre! Avresti dovuto pensare alle conseguenze! Avresti dovuto stare lontana da lui se la cosa non ti stava bene! Lui aveva bisogno di una donna che non gli facesse fare più stronzate e tu bella mia lo hai istigato quella sera! Era anche ubriaco! Quindi non puntare il dito contro a mio figlio solo perché sei gelosa che non ti abbia dato di più! Quando si è reso conto di aver fatto una minchiata aveva deciso di cambiare ma tu lo hai deluso! Ci stava riuscendo! Stava provando ad essere migliore, più di quanto non lo sia già e tu hai distrutto il suo cuore in un attimo! Non è nemmeno colpa di Duncan, ma tua perché se ami veramente una persona non la lasci per un altro!» grido fuori di me.

Quando si tratta dei miei figli impazzisco. Avrei fatto la stessa scenata con Killian, Petar, Romero e Michael e anche se quest'ultimo non è mio, lo amo come se lo avessi messo io al mondo.

Li proteggerò sempre, non mi importa un cazzo di nessuno. Queste donnette devono guardarsi allo specchio. Paola non ha mai rinfacciato nulla a Serkan. Quella sera si sono divertiti e sono rimasti amici per la pelle ugualmente.

Pur avendo ricevuto una lezione da Petar che Kan aveva programmato fin dall'inizio.

«Lei non ha il diritto di venire qui! Non si intrometta tra me e suo figlio! Sono cose nostre! Io ero andata da lui soltanto per dirgli che quello che aveva detto sul club delle ragazze rubate mi aveva dato fastidio!» la ragazzina si alza in piedi ma lo fa anche Duncan.

«Falena credo che dovresti stare zitta perché hai torto.» la ammutolisce in un attimo e le loro iridi si incrociano, «per questo mi hai sedotto ieri sera? Per quello che avevi fatto? Non avresti dovuto andare da Serkan a rinfacciargli ogni cosa. Da te non me lo aspettavo un comportamento del genere, ma mi trovo d'accordo con Eloisa. Quella sera eri consenziente di divertirti con lui e tua madre. Hai voluto giocare fin dal principio! Ci sei stata! Sapevi quello che faceva e che non voleva amore, ma tu hai fatto il possibile per entrare nella sua vita! Quindi prima di giudicare, di sputare sul piatto dove hai mangiato prenditi uno specchio e guardati! Non avevo bisogno che tu mi difendessi! I miei problemi con Serkan me li gestisco da solo e ora se non ti reco assai disturbo, vai a farci un caffè per favore.» alla fine della frase si calma.

𝐓𝐡𝐞 𝐌𝐞𝐝𝐣𝐚𝐲𝐬 ➳ ᴀɴɪᴍᴇ sᴏғғᴇʀᴇɴᴛɪ [Secondo Volume]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora