✦Capitolo 4

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Fiammetta

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Fiammetta

3 Settembre 2023
Domenica.
Sicilia ➳ Catania.
Zona Nord.

Sono cresciuta qui a Catania, anche se sono originaria dell'Egitto. Raramente ci sono stata con mio padre, l'unico della famiglia che mi è rimasto. Mia madre è morta purtroppo e mi ha cresciuta Julide, una vecchia amica di mio padre.

Tra loro non c'è niente se non una profonda amicizia. Io ormai la chiamo "mamma Julide". Di sicuro non dimenticherò mai quella biologica. Mi ha lasciata a dieci anni, ed è stato straziante per me.

Ha avuto un incidente d'auto ed è morta sul colpo. Fu difficile andare avanti senza di lei, nessuna donna avrebbe mai potuto sostituirla. Voglio bene a Julide, ma mia madre era mia madre, non posso dimenticarla.

Specialmente quando si truccava davanti a me e mi faceva indossare le sue perle. Ne ho una adesso al collo. Metto i suoi abiti pur di tenerla con me per l'eternità.

È stata la mamma più dolce che mi potesse mai capitare. Una gran donna che metteva il bene degli altri prima di tutto. Ho preso da lei questo aspetto, anche se ho intrapreso la mia carriera da egittologa.

Col pennello tolgo la polvere in eccesso sul murales che abbiamo trovato negli scavi. Ci sono delle rovine sparse in questa zona della città. Ma qualche giorno fa abbiamo proprio scoperto un tempio molto antico.

Appena sento uno strano rumore mi volto. Il foulard dorato che ho sulle braccia, copre a malapena i segni indelebili che ho sulla pelle. Geroglifici che mi sono stati fatti da bambina.

L'abito verde scuro arriva fino sul pavimento polveroso. Ho una cintura marrone attorno alla vita e dei sandali.

Osservo l'uomo in corridoio che si avvicina lentamente. L'ho già visto da qualche parte, ma ora non ricordo. È vestito per bene, con un look Total black. Quegli occhi marroni sono penetranti anche a distanza.

Mi cade il pennello che si scontra col suolo e il mio respiro per un momento si blocca nell'ammirare una tale bellezza. Un uomo così affascinante che riesce ad ammaliare chiunque, scommetto che anche i ragazzi cadrebbero ai suoi piedi pur di averlo.

Il giovane supera la soglia di questa stanza e si guarda attorno, per poi tornare con quelle iridi fredde su di me.

«Mai sentito parlare dei sette sosia sparsi nel mondo?» mi domanda, ma non riesco a rispondere perché si avvicina e quando indietreggio, sbattendo di schiena al murales, sfilo il pugnale dal cinturino. Glielo punto contro inutilmente perché avanza ancora, fino a che la punta non si appoggia sul pettorale sinistro, «alcuni sostengono che siano nati per una ragione e che ognuno di loro ha una storia», conclude ispezionando le mie iridi azzurro-verdi.

«Che cosa vuoi? Chi sei? Come hai fatto ad entrare? L'ingresso era sorvegliato...» lo tartasso di domande. La sua vicinanza mi incendia le guance ed è come se avessi smesso di respirare, come se il Diavolo in persona me lo avesse rubato, «allontanati o ti ammazzo...»

𝐓𝐡𝐞 𝐌𝐞𝐝𝐣𝐚𝐲𝐬 ➳ ᴀɴɪᴍᴇ sᴏғғᴇʀᴇɴᴛɪ [Secondo Volume]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora