il giorno successivo yoongi corse per tutta la scuola alla ricerca di jimin.
lo trovò sulla stessa panchina di ieri, intento ad ascoltare musica e canticchiare.
non lo aveva mai notato canticchiare, non era da yoongi non sapere certe cose.il minore sorrise contentissimo nel vedere il maggiore raggiungerlo.
« mi hai portato i tuoi disegni? » chiese battendo le mani felice.
« oh si, eccoli.
puoi guardarli tutti. » gli diede il quadernino in mano e glielo lasciò sfogliare agitato.jimin con le mani rosee ed i polpastrelli morbidissimi girò pagina dopo pagina, con una lentezza sfinente.
guardava ogni disegno come se dovesse ispezionare ogni singolo dettaglio, come se fosse un peccato mortale non notarne anche solo uno.
passava la mano sul foglio, ne assaporava la grammatura e toccava il disegno in tante parti; che lo facevano emozionare forse, o che non gli piacevano affatto magari.
yoongi non lo sapeva.
nei suoi occhi leggeva tanto interesse, sorrideva un po'.
jimin lo guardò tutto, ripetendo lo stesso modo di fare per ogni disegno.arrivò all'ultimo, quello inconcluso.
alzò lo sguardo verso yoongi, che, intanto, era travolto da qualsiasi emozione esistente.
si vergognava, si sentiva un po' messo a nudo, quella era la sua arte.
ma al contempo era estasiato, emozionatissimo che jimin potesse vedere una parte così profonda di lui, che magari potesse apprezzarla.
era eccitato persino all'idea che le loro mani si erano sfiorate tramite quella carta, toccata prima da l'uno e poi dall'altro.
« yoon, questo mi assomiglia. » lo indicò.
« si, potrebbe essere.
ero stanco quando l'ho fatto, non è stata una cosa molto voluta. » disse, mentendo.
non poteva ammetterlo, non poteva.« yoon, puoi dipingermi? » sussurrò il più piccolo, con quelle labbra rosa, quegli occhi dolci e quelle guance rotonde.
yoongi stava per piangere, così tanta bellezza.
così tanta meraviglia.
lo aveva dipinto decine di migliaia di volte, ma non aveva mai potuto vedere quanto fosse bello, stupendo, rinfrescante, il suo aspetto nella vita reale.
e si rese conto che tutti quei disegni, non erano dei bei disegni, erano degli scarabocchi della meravigliosa essenza che altro non era jimin.« si, jimin.
tutte le volte che vorrai, sarebbe un onore per me. »
« ti piacciono molto i fiori ho visto, la natura insomma. »
« parecchio, si. » annuì imbarazzato yoongi.
« finita scuola vieni con me, mangiamo qualcosa e poi ti porto nel posto più bello del pianeta. »
yoongi non sapeva se il suo cuore avrebbe retto o no, non ne aveva idea.
non sapeva se la sua voce sarebbe uscita nel modo corretto o se tutta spezzettata dai sentimenti che provava.
prese un respiro « mi renderebbe molto contento andarci con te. »« allora che così sia, alle 13 fuori dal cancello.
ciao yoon! »
« ciao jimin. »
yoon, eh?
già mi dà i soprannomi?
che ragazzino estroverso.
si strinse quel nomignolo al cuore e ce lo legò.
sarebbe addirittura potuto correre all'anagrafe e cambiare yoongi in yoon.
yoon suonava proprio bene, e suonava ancora meglio se a pronunciarlo era quel meraviglioso angioletto.