sedici.

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finalmente arrivarono: yoongi si trovò davanti una piccola radura verde, che dava su un laghetto.
in alto migliaia di uccellini cinguettavano sui miliardi di rami del bosco.
attorno a loro, l'erba era di un verde incredibilmente acceso, ed i fiori erano tantissimi e tutti stupendi.
erano pieni di colori: gialli, rossi, viola, blu.
yoongi non credeva ai suoi occhi.
quel posto era davvero meraviglioso.

su un albero un po' in là era stato intagliato un cuore con delle iniziali, y + j.
sorrise moltissimo, pensando al fatto che sarebbero potuti essere loro due.
e invece era solo una coppia, che chissà quanti anni fa si era amata e chissà se si stava amando ancora.

yoongi era così contento che iniziò a perlustrare in ogni dove mentre jimin lo guardava soddisfatto.
« è stupendo jimin! » gridò fortissimo il maggiore.
« ne ero certo. » rise jimin, trovando yoongi molto tenero.
vederlo saltellare qua e là, correre felice, sorridere e guardarsi intorno estasiato lo facevano quasi sembrare un bambino.
non sembrava nemmeno più grande di lui, non sembrava più il yoongi arrabbiato e buio che era sempre a scuola.

jimin si emozionò un poco a pensare a come era probabilmente uno dei pochi ad aver visto quel lato di yoongi, che forse era il vero lui.
quello che faceva vedere a poche persone, o a nessuno addirittura.

« stendo la coperta qui, va bene? »
« mh mh. » scosse la testa yoongi, approvando.
così gli diede una mano e si sedettero.
« ti ispira qui? » domandò jimin.
« vorrei disegnare ogni cosa esistente. » disse yoongi frugando velocemente nello zaino per tirare fuori carta e matita.
aprì il quaderno in fretta e furia, quando jimin gli mise una mano sul polso.
yoongi perse un battito, alzò lo sguardo con gli occhi sbarrati.
aveva proprio una faccia da pesce lesso.
però jimin lo aveva toccato e lui si sentiva in paradiso.

« va tutto bene, yoon.
con calma, abbiamo tutto il giorno, sono appena le 15. »
yoongi annuì.
« mi avevi promesso una cosa, yoon.
la farai? » pronunciarono le labbra di jimin.
e anche se non c'era nulla di malizioso nella sua frase, yoongi si sentì impazzire.
divenne rosso fuoco, sentiva qualcosa bruciargli dentro.
mi sono eccitato per una frase così stupida?

scosse la testa e tornò lucido « s-si ovviamente, chim. »
« dove e come vuoi che mi metta? »
« potresti metterti laggiù? » indicò un piccolo pezzo di verde pieno di fiori, così accesi che il biondo dei capelli avrebbe spiccato.
« posizionati come ti viene comodo. »
jimin fece come ordinato.
era perfetto.

era seduto per terra, tra i fiori colorati.
la luce del sole faceva risplendere le ciocche color grano dei suoi capelli e lo illuminava nei punti giusti.
il naso rilasciava un'ombra perfetta sulle labbra carnose del minore.
era bellissimo, era come un dipinto.
la camicia a scacchi bianchi e verdi che indossava era perfetta.
lui era perfetto, divino.
un angelo, baciato dal sole.

yoongi, allora, iniziò a fare il suo dipinto, a metterci tutto se stesso.
cercò con tutto il cuore di fare passare i suoi sentimenti, di fare sentire a jimin cosa provasse, quanto lo volesse.
si impegnò così tanto che gli si inumidirono gli occhi.
lo fece più bello che mai, più bello che in ogni altro disegno in cui l'avesse mai rappresentato.
lasciò gli occhi languidi, ma solo perché ormai erano il suo tocco.

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