ventidue.

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alle 13, preciso come un orologio, yoongi si mise ad aspettare jimin al cancello della scuola, giochicchiando con le spalline del suo zaino e guardando ogni tanto l'ora sul cellulare, impaziente.
batteva un piede a terra, voleva vedere jimin il prima possibile.
così lo vide, tra la folla, una bellissima chioma bionda, intrattenuto da tanti discorsi con un gruppo enorme di persone.
yoongi si sentì una stretta allo stomaco.
jimin era circondato da persone, era pieno di amici, pieno di interessi, pieno di cose da condividere.
lui non aveva nulla di tutto ciò, aveva i suoi interessi, non aveva amici, non aveva nessuno con cui condividerli.
aveva solo jimin, per quanto sarebbe rimasto.

jimin lo raggiunse e sorrise « ciao yoon!
pronto alla nostra giornata in preda allo shopping? » rise.
yoongi si fece scappare un sorrisetto, era tanto contento di vederlo, tanto contento di vedere che si trovavano bene assieme.
« assolutamente chim, aspettavo solo questo. »
si avviarono, quindi, al centro commerciale.

yoongi pranzò con un gelato e jimin non pranzò affatto, con la scusa di essere pieno.
il maggiore storse il naso, jimin era magro e mangiava veramente poco.
« chim perché mangi così poco? » chiese con leggerezza, senza pensare alla possibilità di mettere a disagio il minore o di farlo addentrare in discorsi che non voleva affrontare.
« non ho uno stomaco tanto grande. » ridacchiò un po' in imbarazzo e lasciò morire il discorso.
yoongi annuì, se c'era altro sarebbe venuto fuori, avrebbe saputo ogni cosa del minore prima o poi.
perché sarebbe diventato suo.

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