ventinove.

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a scuola yoongi non fece altro che pensare a jimin, che non si era minimamente presentato.
voleva vederlo in volto, stava impazzendo.
aveva bisogno di guardarlo, di parlarci.
jimin, scusami.

finita scuola tornò a casa, non fece altro che ascoltare musica, per tranquillizzarsi.
la musica non servì granché e decise di andare al parco a piedi, confidando che una passeggiata avrebbe funzionato.
non toccò cibo, non aveva comunque fame.

si sedette ad una panchina e verso le 16.15 gli arrivò una chiamata da jimin.
« ciao yoon, dove sei?
scusa il ritardo. »
fu tanto contento di sentire che era tornato a chiamarlo yoon.
« ehy chim, tranquillo.
sono sotto all'albero vicino al marciapiede, ti mando la posizione se vuoi. »
« no tranquillo, ti vedo. » un puntino biondo in lontananza stava salutando con la manina.
yoongi ricambiò « ti aspetto qui, allora.
ciao chim. »
« ciao yoon. »

jimin arrivò e si sedette affianco a yoongi ma si accertò di non toccarlo, neanche per sbaglio, neanche con un filo del maglione.
sembrava quasi provasse schifo per il maggiore.
yoongi si sentì giù.
ci fu un lungo silenzio, nessuno sapeva che dire.
« quello di cui volevo parlarti è un po' difficile da dire... » sussurrò jimin.
« sono qua ad ascoltarti, hai tutto il tempo del mondo. » gli posò una mano sulla spalla, delicatamente, quasi accarezzandolo.
jimin non si spostò e yoongi ne fu felicissimo, poteva toccarlo di nuovo, forse.

« l'altra volta non sono scappato perché mi hai fatto schifo o perché hai fatto qualcosa di male, non c'entri tu. »
yoongi annuì.
« sai perché io e jungkook ci siamo lasciati? »
il maggiore scosse la testa.
« lui amava molto il sesso, molto più di me.
era molto violento quando lo facevamo, non che mi picchiasse ma... spero tu abbia capito. »
yoongi arrossì, che discorso strano « si, ho capito. »
« ecco insomma, ad un certo punto io smisi di mangiare per via di un brutto periodo.
e con quello cambiò un po' tutto, nascosi a tutti quanti quello che avevo tranne a jungkook.
però cioè, lo capisci, no?
quando stai giù non è che devi per forza aver voglia di farlo, hai altro per la testa... » aveva la voce e lo sguardo basso, a tratti sembrava stesse per mettersi a piangere.
« si, ha senso.
non dirmi che... » yoongi spalancò gli occhi, terrorizzato.
« ecco lui l'ha fatto senza chiedermi il permesso.
mi ha v-violentato.
a casa, a scuola, una, due, tre volte.
ho dovuto lasciarlo. » finì il discorso, piangendo.

cazzo, cazzo, cazzo.
era lui quella volta? quei suoni nel bagno soffocati?
quella voce tappata che però mi ricordava tanto la sua?
« jimin mi dispiace tanto.
non so che dire, scusami.
ti ho ricordato lui? »
jimin annuì « scusami.
lo so che siete diversi. »

yoongi lo abbracciò, se lo strinse forte al petto.
gli lasciò un bacio leggero sulla testa e poi sulla fronte.
« non voglio ti succeda mai più qualcosa di così brutto.
non ti farò mai più qualcosa del genere.
ti toccherò sempre piano, sei il mio angelo.
non voglio spezzarti le ali. »
jimin alzò il viso e baciò piano yoongi.
piano piano, come se non potessero farsi sentire da nessuno.
il cuore di yoongi batteva forte ed anche quello di jimin, quasi all'unisono.

« yoongi tu mi piaci tanto. »
« non sai quanto piaci tu a me, chim. »
yoongi scoppiò in lacrime, in che universo era?
piaceva a jimin, si erano baciati.
lui gli aveva confessato un segreto del genere.
stava andando tutto così bene.
jimin era suo? o erano solo due che si piacciono?

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