ventisei.

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alle 16 spaccate il campanello suonò e fuori dalla porta di mogano c'era il biondino, il suo angioletto.
yoongi sistemò le patatine sul tavolo e si pulí i vestiti.
il cuore gli batteva forte forte ed aprí la porta con un groppo in gola.
« ciao jimin. » sorrise.
« ciao yoon! » saltellò il minore, abbracciandolo forte.

indossava la camicia che avevano comprato insieme e gli stava così divinamente che yoongi avrebbe potuto piangere.
« che bella casa tua. » disse jimin con la bocca spalancata mentre si guardava intorno, spostando gli occhi in ogni angolo.
« grazie. » rise yoon, trovando il minore tanto buffo quanto carino.

si misero comodi e parlarono a lungo.
per due ore non si erano mossi dal salotto di yoongi, dove, in sottofondo alle loro voci, andava una serie.
« yoon... » fece gli occhi dolci jimin, ed il maggiore si sentì morire.
« che succede, chim? » la voce che tremava leggermente.
« mi dipingi?
perfavore. » implorò quasi, con quella voce tanto dolce, jimin.
« certo, tutto quello che vuoi. » sorrise yoongi, che si stava trattenendo dal prenderlo lì, in quel momento, quell'istante.

allungò la mano verso il minore che la afferrò ed insieme andarono verso la camera di yoongi.
« dove mi metto? » chiese il minore.
« sul letto, mettiti come ti viene naturale, ma guardami. » disse yoongi, quasi ordinando.
jimin si appoggiò al muro con la schiena, allargando leggermente le gambe.
era incredibilmente sexy, per il maggiore.

yoongi allora iniziò il suo lavoro.
iniziò a dipingere jimin, voleva renderlo bellissimo, meraviglioso, etereo.
voleva farlo sembrare un angelo, un essere paradisiaco, non concreto, non terreno.
jimin non doveva avere nulla a che fare con questo mondo, non poteva essere un comune mortale.
era impossibile.

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