diciassette.

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finì di colorarlo, passò gli ultimi tratti di matita, tutti molto leggeri.
era come se avesse paura di fargli male se fossero stati più forti.

con il cuore che batteva forte lo passò a jimin che lo sguadró con silenzio.
lo ammirò in ogni singolo dettaglio.
yoongi si sentiva come se stesse guardando il suo cuore, i suoi sentimenti, non un semplice pezzo di carta.
« è meraviglioso, yoon. »
quest'ultimo si sentì sollevato, rilasciò un respiro che non sapeva nemmeno di aver trattenuto.
« grazie jimin, lo puoi tenere. »
« davvero? » rispose entusiasta, il piccolo.
yoongi annuì ridendo.

jimin continuò a fissare il dipinto per minuti interminabili, infiniti.
« perché ho gli occhi così? »
sperava che non glielo chiedesse, ma ormai.
« è un mio tocco diciamo, disegno spesso i miei personaggi con gli occhi languidi.
è un po' il modo in cui mi sento, un po' tremolante, debole, bisognoso di pietà.
non saprei spiegarlo, è un qualcosa di molto personale, molto interiore.
non mi sento così sempre, ovviamente. »
« così è ancora più bello, yoon.
mi spiace che tu ti senta così, a volte.
capita anche a me, ti sono vicino.
grazie per esserti aperto con me, grazie mille. » disse jimin con gli occhi un po' lucidi, posando una mano sulla spalla di yoongi.

il maggiore sentì qualcosa scoppiargli nel petto.
jimin ti voglio mio per sempre, per sempre.
di nessun altro, per sempre mio.
perché mi fai questo effetto assurdo.

« mi spiace che tu possa capire.
puoi comunque contare a tua volta su di me. » rispose a voce bassa il maggiore, avvicinandosi per un abbraccio.
che fu subito ricambiato.
si strinsero forte e si staccarono sorridendo.
a yoongi il cuore batteva così forte che si sarebbe potuto sentire anche dall'altra parte del mondo.

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