trenta.

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e così, dopo quel bacio, yoongi e jimin continuarono ad uscire.
a vedersi spesso, quasi tutti i giorni.
a baciarsi, occasionalmente, ma sempre piano, senza foga.
yoongi doveva sapere se quello che c'era tra loro era vero, serio.
voleva sapere se jimin era suo, solo suo, come aveva sempre desiderato.

quel pomeriggio si videro a casa del minore, più modesta di quella di yoongi, ma sempre tanto bella.
mentre erano stesi nel letto, a guardare un film, yoongi accarezzò i capelli di jimin e piano gli sussurrò « chim, sei mio?
ho tanto bisogno di saperlo. »
jimin bloccò il film.
si girò e lo guardò, quella domanda lo aveva colto all'improvviso.
« si, yoongi.
pensavo fosse palese. » rise « sono tuo. »
yoongi fu così contento che pensò fosse in grado di spiccare il volo; prese il visino angelico del minore e lo baciò, con calma.

si tratteneva tantissimo dal non farlo con foga, perché sentiva il bisogno di possederlo, di toccarlo dentro alle mutande, di baciargli posti molto più privati.
ma non faceva mai nulla con lui, se aveva voglia se la sbrigava da solo, non voleva fare del male a quell'angioletto.

sorrise, perché era una conferma no?
stavano insieme.
questo intendeva jimin, giusto?
« stiamo insieme io e te, giusto yoongi?
non vedi altre persone... » fece il minore, quasi a leggergli nel pensiero.
« ovvio che non vedo altre persone.
sto con te, solo con te. » lo accarezzò sulla schiena.
si sorrisero a vicenda e tornarono a guardare il film.
yoongi era la persona più contenta del mondo, perché aveva ottenuto il suo angioletto.
finalmente era suo, solo suo.

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