il giorno dopo, a scuola, si incontrarono e jimin salutò il maggiore alzando la manina e scuotendola.
yoongi sorrise nella sua direzione.
si eccitava tantissimo a pensare agli altri, a come li percepivano, se li percepivano come amici o come coppia.
voleva sapere cosa ci fosse nella testa degli altri studenti quando loro erano seduti vicini vicini a chiacchierare o quando si salutavano con sorrisi così caldi.
che loro pensino che io sia la tua nuova fiamma?
perché facciamo le stesse cose che facevi con jungkook, e poi il resto si sa.
yoongi sorrise felice al pensiero.andò in classe e continuò a pensare ai capelli biondi di jimin, ai suoi occhi angelici, al profumo che emanava il suo corpo, alle sue mani graziose, al suo corpo cosi sensuale ed a quelle ali d'angelo che lo avevano portato su e ancora su, a toccare il cielo.
all'una si fiondò fuori per aspettare che il minore uscisse, a merenda non si erano parlati nemmeno un po', e ci era rimasto male.
vide la sua chioma tra la folla e lo aspettò al cancello.
quando fu abbastanza vicino lo salutò, in tono un po' arrabbiato « ciao jimin. »
jimin, d'altro canto, era molto contento di vederlo e sorrise « ciao yoon! » esclamò.lo prese da parte e gli domandò se volesse fare un pezzo di strada insieme, yoongi annuì.
« oggi dove stavi a ricreazione? » gli chiese un po' arrabbiato il maggiore.
« con amici, perché? »
« non sei venuto né a cercarmi né a salutarmi, ci sono rimasto male.
mi aspettavo volessi vedermi dopo ieri. »
« ma si si, ovviamente, yoon.
solo che sono passati dei miei compagni di classe che si sono trasferiti mesi fa, volevo passare del tempo con loro. »
« ho capito, avvisami se non vuoi vedermi. »
« non è così, solo che ci tenevo a salutare loro.
mi piace tanto stare con te, yoon.
non dubitare di questo, perfavore. » si fermò e lo guardò negli occhi, avvicinandosi per accarezzargli una guancia « mi spiace averti fatto star male. »
« n-non preoccuparti, non importa. » rispose yoongi, scosso dalla mano del minore.
dentro di sé aveva ancora un po' di amaro.
ma jimin lo aveva toccato; si sentiva pulito in quella porzione di guancia, come se ogni punto sporco fosse stato spazzato via e fosse solo rimasta una grande chiazza bianca, pulita e pura, come jimin.
jimin lo aveva toccato e lui ora non poteva pensare ad altro che quello.arrivarono al capolinea dei bus, e lì ognuno prese il suo, salutandosi fino al giorno dopo.