𝕊𝕖𝕔𝕣𝕖𝕥𝕤 [𝙱𝚘𝙺𝚞𝚛𝚘𝚘]

IX.

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Mentre con il corvino passava una serata a rimuginare sull'accaduto di quel pomeriggio, non riuscendo a parlare con l'amico tanta la verogogna, per l'"asso" del Nokoma era andata più che bene.

O, sembrava andasse più che bene.

Haiba era arrivato nel salone principale giusto per dare un'occhiata se ci fossero dei tipi loschi; aveva trovato dei normali gruppetti di ragazzi che parlavano, chi di pallavolo chi di ragazze, ma insomma tutto normale.

Finché non arrivò questo ragazzo.

Era un ragazzetto più basso di lui -come se fosse facile superare i suoi 1.94 metri d'altezza- ma che intimidiva più di lui, che sembrava disperso nel buio più totale in mezzo alla gente.

Gli sorrise, anche se sembrò un ghigno più che un incoraggiamento ad avvicinarsi.

Lui ricambiò.

E da lì, forse, iniziò tutto a precipitare.

Quel ragazzo non era antipatico, tutt'altro: lo condusse dai suoi amici -che pizzavano di feromoni ormai marchiati da diversi omega- e subito lo mise a suo agio, nonostante tante volte gli proponesse delle sigarette, che il canuto prontamente rifiutava.

Aveva trovato un modo per includerlo, nonostante la grande differenza di argomenti, parole usate nei discorsi, atteggiamenti; e di questo infatti, Lev ne fu davvero felice.

Tuttavia iniziò il discorso più duro della sua storia: il sesso, la ragazza, il marchio.

«Tu puzzi di feromoni freschi!» scherzò un di loro, dandogli una pacca sulla spalla.

Lui non seppe cosa rispondere. Aveva promesso a Kuroo di non dire il suo vero secondo genere, nonostante sapesse che gli faceva male usare tutti quei soppressori nella sua vita.

Così si morse il labbro. «Eh già.».

«Ehi ma non vergognarti di aver scopato con un puttanello!» rise il ragazzo che lo aveva invitato, trovandolo solo nel salone principale.

«Cosa? No davvero, io...».

«Anche lui si è fatto più di dieci omega maschi» indicò un suo amico alla sua destra. «Pensa che lo hanno poi richiamato più di una volta per avere un secondo round».

«Ecco, non saprei cosa dire...» borbottò Haiba abbassando lo sguardo.

Era a disagio. Tutti quegli argomenti...erano troppo per lui.