XXXII.

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Il Fukurodani, quella mattina, sarebbe arrivato in ritardo.

O meglio, Kōtarō era in ritardo.

Perciò tutta la squadra dovette aspettarlo mentre lui correva a perdifiato per non far arrabbiare i coach.

Cosa inutile, dato che subito si era beccato la ramanzina.

«Ah merda...» sbuffò, mentre si sedeva accanto al proprio alzatore.

«Buongiorno Bokuto-san» lo salutò quest'ultimo. «Come stai?».

«Come al solito» sprofondò -o almeno quello che poté- sul sedile del pullman, girandosi a guardarlo. «Tu?».

«Come al solito» Keji abbassò la testa, giocando con le proprie dita intrecciate.

«Qualcosa ti preoccupa?» gli chiese l'altro, alzando la testa.

Non l'aveva mai visto così intrecciato nella sua mente.

Bokuto assottigliò gli occhi.

Sarà che si voleva ancora scusate con lui?

Era palesemente così, date le sue gote arrossate.

«Oi Akaashi» lo richiamò. «Tranquillo, non hai fatto nulla».

«No io ecco...» Akkashi arrossì ancora di più. «Riguardo a quella volta...».

«Akkashi, n...».

«Come ho baciato?».

Come...cosa?

«Su siamo arrivati! Scendiamo».

Erano in ritardo.

Per cui il canuto lasciò perdere e si alzò velocemente, dicendogli che gli avrebbe risposto dopo.

Ah com'era carino il suo alzatore quanto era rosso!

Se non ci fosse stato Kuroo...probabilmente sarebbe finito per innamorarsi di lui.

Tuttavia era perdutamente perso del corvino del Nekoma.

Ahimè, esisteva invece qualcun altro che gli aveva preso il cuore.

Si fermò di scatto, dopo soli due passi. «Aspettate ragazzi, devo andare a pisciare».

𝕊𝕖𝕔𝕣𝕖𝕥𝕤 [𝙱𝚘𝙺𝚞𝚛𝚘𝚘]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora