XXVII.

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Kōtarō era quasi impazzito, quando aveva veramente realizzato di aver rovinato tutto.

Lui e Tetsurō.

Non più fidanzati.

Nemmeno amici.

Non erano più nulla.

Il solo pensiero di non avere più il suo micetto nella sua vita, lo riempiva di angoscia.

E senso di colpa.

E tristezza, perché di fatto era successo così.

Con Kaji aveva risolto, si...

Insomma, si erano chiariti.

Forse.

Cioé, in realtà non si erano mai parlati, dopo l'accaduto.

Forse era meglio andare a parlare con il suo palleggiatore, invece di incamminarsi a casa del capitano del Nekoma.

Il suo Nekobro.

No, non lo era più.

Non erano più niente.

E doveva preoccuparsi forse, quando vedeva Kuroo in tutte le facce delle persone con i capelli corvini che giravano per strada.

Forse si.

Ma non importava.

Lui voleva vedere il suo micetto.

Quello vero possibilmente.

E mentre si incamminava vero la sua casa, Bokuto vedeva una marea di gente simile a Kuroo.

O i capelli.

O gli occhi.

O il colore degli occhi.

O il modo di vestirsi.

O le gambe lunghe -quelle belle gambe lunghe-.

O il sorriso...

Ed impazzito?

Forse si.

Ma sapeva che l'unica cura possibile sarebbe stato il suo Tetsurō tra le sue braccia a confortarlo che andava tutto bene.

Ma sapeva che non sarebbe andata così.

𝕊𝕖𝕔𝕣𝕖𝕥𝕤 [𝙱𝚘𝙺𝚞𝚛𝚘𝚘]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora