XVII.

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Si erano sforzati molto quella settimana, e giustamente una bella grigliata se la meritavano.

Kuroo allungò un'occhiata al compagno, nella loro grigliata, a pregustarsi la sua porzione e magari allungando la mano per rubarne a quel povero Akaashi, che prontamente gli mollava una manata sulla testa.

Bokuto era senza gel, il che significava che aveva tutti i capelli scompigliati e soprattutto verso terra, da ormai quella mattina: era semplicemente eccitante.

Come d'istinto proprio lui lo colse sul fatto di averlo guardato e gli sorrise.

Tetsurō non poté far altro che ricambiare, dopo essere arrossito per bene.

Era caduto proprio in basso, per quello stupido -letteralmente- pennuto arrapato.

Sospirò. «Kenma».

Poi si rese conto che il suo amico se ne era andato da Shōyō, e si sentì solo.

Non che realmente Kozume fosse una vera e propria compagnia in sé e per sé.

Però faceva sempre comodo una compagnia, seppur quasi invisibile, nel momento in cui si ritrovò in mezzo a diversi alpha.

Alcuni nemmeno lo degnarono di uno sguardo: presero la loro porzione e se ne andarono completamente indifferenti.

Probabilmente avevano già il loro omega.

Altri invece...lo misero un tantino a disagio.

Lo guardavano.
Lo squadravano.
Lo deridevano.
Lo spogliavano.

E sentì pure lo sguardo di Kōtarō su di sé, ma non osava avvicinarsi.

In fondo, avevano chiarito una cosa: avrebbero detto di loro dopo un po' di tempo, quando avrebbero capito che la loro era una vera relazione.

E perciò non si sentì nemmeno più di tanto sollevato: il canuto non poteva intervenire come avrebbe voluto, nel caso quegli alpha...

«Piccolo dolce Kuroo~» un tipo gli leccò il lobo dell'orecchio, facendolo sobbalzare.

Si affrettò a divincolarsi, ma quello lo spinse sul tavolino prendendolo per i fianchi con una presa ferrea.

Oh, era il tipo della volta in corridoio.

Se lo ricordava tutti, quelli che avevano provato a molestarlo.

𝕊𝕖𝕔𝕣𝕖𝕥𝕤 [𝙱𝚘𝙺𝚞𝚛𝚘𝚘]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora