𝕊𝕖𝕔𝕣𝕖𝕥𝕤 [𝙱𝚘𝙺𝚞𝚛𝚘𝚘]

XXII. - 🔞

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Tetsurō non seppe spiegarsi come, al solo secondo giorno dalla sua rientrata a scuola, poco dopo la prima ora era spuntata una capigliatura bianca tirata all'insù, che si girava intorno in cerca di qualcuno.

Glielo aveva fatto notare Kozume, con aria un tantino irritata, durante la loro pausa pranzo.

Che cazzo ci faceva nella loro scuola Kōtarō?

Cos'aveva da dirgli di così importante.

D'istinto prese il telefono, notando le notifiche del proprio ragazzo.

"Dove sei? Sono qua." lesse nella schermata principale.

Aggrottò le sopracciglia. Voltò lo sguardo su Bokuto. Lo vide. E gli sorrise.

E l'altro gli andò incontro tutto saltellante, felice come al suo solito.

O forse no.

Kuroo inclinò la testa, rivolgendogli tutta la sua attenzione e lasciando Kenma a imprecare da solo.

«Bokuto, che ci fai qua?» domandò, infilando il telefono sulla tasca. «E come sei entrato senza avere la divisa...».

«Sai com'è, ho la mia reputazione!» esclamò entusiasta il canuto.

No, non era entusiasta.

Sembrava più quasi disperato.

Il sorriso beh si, c'era ed era pure bello, ma aveva un non si sapeva cosa di malinconico.

Ed al corvino non piaceva molto quell'inutile prova di far sembrare di essere felice.

«Kōtarō, tutto a posto?» chiese dopo un po' di tempo a guardarsi negli occhi. «Vieni, ti porto in bagno».

«No davvero, tranquillo, sto bene!».

«Se stessi bene non saresti venuto fin qua.».

Ed a quest'affermazione, Kōtarō non ribatté.

Aveva azzeccato.

Che fossero stati i genitori? Da quanto gli aveva detto, non avevano preso molto bene la loro relazione.

Erano sempre stati tipi strani, loro.

Ma non credeva che sarebbe arrivato fino al punto di correre fino alla sua scuola giusto per avere un po' di conforto.

Anche perché si, glielo aveva accennato, ma proprio per questo non gli aveva dato tanta importanza.