𝕊𝕖𝕔𝕣𝕖𝕥𝕤 [𝙱𝚘𝙺𝚞𝚛𝚘𝚘]

XVIII.

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Al settimo giorno, tutti tornarono a casa propria.

Ed il povero Bokuto dovette sorbirsi dieci giorni di sospensione, a causa di gesti inappropiati davanti a studenti più giovani.

«Almeno mi farai compagnia» gli disse il suo Kuroo, sorridendo. «A me dovrebbe durare una settimana, contando che smetto da domani».

Lui gli prese le mani, baciando ad entrambe il dorso, per poi abbracciarlo forte.

«Prenderò il treno tutte le volte che vorrai, se ti farà star meglio.» gli disse, per poi staccarsi e levarsi la felpa. «Tieni, magari ti fa stare meglio!».

Tetsurō la prese e si sporse verso di lui baciandolo a stampo. «Grazie Kōtarō. Poi ti scrivo».

«Va bene!».

Ormai avevano finito di parlarsi, cosa c'era di tanto interessante da guardarsi negli occhi?

Non lo sapevano nemmeno loro, ma quella settimana era stata movimentata.

Molto movimentata.

Ed entrambi avevano bisogno di quotidianità.

Ovviamente, sotto le calde braccia uno dell'altro.

«Dobbiamo andare» Akaashi si avvicinò a loro, poggiando una mano sulla spalla dell'amico del Fukurodani.

«Oh si, scusate!» rispose subito Kōtarō.

Poi rifece un veloce baciamano e gli circondò la vita baciandolo, per poi lasciarlo e raggiungere i compagni.

Mentre il corvino era rimasto lì a guardarlo, un po' rosso per quel gesto protettivo.

Poi deglutì e raggiunge anch'egli i suoi amici.

«Guardate un po' com'è innamorato il nostro capitano!» scherzò uno di loro, dandogli un colpetto sulla schiena.

«Non trovi sia davvero adorabile la loro relazione?» disse un altro, smuovendolo un po' dalle spalle.

«Eh bravo il nostro senpai!» ed un altro ancora, scompigliandogli i capelli dal basso.

«Ragazzi, fermatevi...» provò a biascicare Kozume, ma tutti erano troppo impegnati a adorare il loro capitano per stargli a sentire.

Tanto che, giusto per passare un po' di tempo col suo migliore amico, dovette rinunciare alla nintendo, lasciandola nella borsa.