XXIII.

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Era ormai da qualche minuto che entrambi si erano risistemati, ma che rimanevano in silenzio là dentro.

Bokuto era appoggiato al muro, sospirava ansioso, mentre Kuroo aveva lo sguardo basso ed era ancora in ginocchio.

Qualcosa era cambiato.

Anzi, non qualcosa, era cambiato tutto.

Tetsurō trovò quasi istintivo alzare la testa e guardarlo.

Era arrabbiato; no, anzi, era proprio incazzato.

Si era solo approfittato di lui?

Eh no, lui non si sarebbe fatto prendere in giro di nuovo!

E forse, quando vide l'espressione sconfitta, distrutta, colpevole dell'altro, forse gli fece un po' pena.

Pena? A lui, che gli aveva tirato uno schiaffo anche se era il suo fidanzato?

Stava sudando, Kōtarō, ma lui le notò le lacrime nascoste, quelle che uscivano dagli occhi.

Doveva fargli pena?

Si.

Ma no, no che non gli faceva pena!

«Hai pure il coraggio di frignare?» sbottò senza nemmeno pensarci.

Il canuto lo guardò con faccia colpevole, sospirando. «Tetsurō, io...».

«Cosa?» fece leva sulle gambe e si alzò, fulminandolo con lo sguardo. «Che devi dirmi, che era tutto una presa in giro?».

«Cosa? No, io...».

«Vaffanculo, stronzo!» lo zittì il corvino, uscendo dalla cabina e sbattendo la porta.

Si ok, in classe non ci sarebbe tornato.

Quindi sarebbe rimasto in giro per il resto dell'ora cercando di ignorare il dolore si fisico che mentale.

Si asciugò le lacrime, ma sapeva che non avrebbe potuto fermarle.

Era distrutto.

Come poteva aver dato retta ai suoi di sentimenti, invece di una mente brillante come quella di Kozume?

Fanculo al cuore, a Bokuto, ai sentimenti!

Non ne avrebbe più voluto sentir parlare.

𝕊𝕖𝕔𝕣𝕖𝕥𝕤 [𝙱𝚘𝙺𝚞𝚛𝚘𝚘]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora