Lyon
No, ma dico. Come mi è venuto in mente? Raccogliere il suo reggiseno. Da quando sono a conoscenza del suo segreto è come se facessi a gara con me stesso a ridicolizzarmi e a compromettere la mia natura di uomo più di quanto non lo sia già. Il fatto è che ha ragione. Noi siamo così, non capiamo più nulla quando vediamo una coppa C che straborda da un balconcino, ci sentiamo legittimati a provarci quando una ragazza ci sorride o si avvicina solo perché abbiamo questo dannato DNA di rivendicare la nostra genetica primordiale, il nostro machismo, il nostro istinto di cacciatori che vogliono vedere la propria preda cadere ai propri piedi. Non so cosa mia sia preso, ma appena ho visto quel reggiseno, per nulla provocante, non ho potuto fare a meno di stringerlo tra le mani ed è meglio che non rimugini troppo sulle immagini censurabili che si sono materializzate nella mia mente, come Jenna con indosso solo quella coppia di triangoli. Mi focalizzo sul brindisi e la rivelazione del nuovo lavoro di Mark.
«Perché non me lo hai detto?» chiede sedendosi sul letto, smarrendo lo sguardo in un punto fisso avanti a lei.
«Non lo ha detto neanche a me» ammetto per rassicurarla, ma suscito un effetto contrario perché guadagno solo uno sguardo affilato come una lama che mi suggerisce di stare in silenzio. E come darle torto? Ho appena invaso la privacy di una ragazza che si finge uomo per non essere approcciata.
«Jenna, a te volevo dirlo solo dopo aver sostenuto il colloquio e be' a te Lyon non volevo dirlo perché non avrei voluto nessun tipo di raccomandazione... vengo da una famiglia che si è costruita da sola e volevo dimostrare a me stesso di essere in grado di guadagnarmi un posto esclusivamente con le mie forze» rimango colpito dalle parole di Mark e, a quanto pare, anche Jenna che si alza per avvicinarsi a lui.
Inclina la testa sul suo braccio e continua a bere la sua birra. Resto ad osservarli, non capisco. C'è qualcosa di forte tra loro, è evidente, ma non riesco ancora a capire che tipo di rapporto abbiano. Se stanno insieme, non lo danno a vedere ma sarebbe comprensibile visto il carattere di Jenna, se non stanno insieme sono prossimi a dichiararsi, o magari è solo Mark ad essere innamorato e Jenna lo vedo solo come un amico, o forse il contrario. Dopo che la mia mente si è ingarbugliata in molteplici e infiniti calcoli relazionali, torno a riflettere sulle parole di Mark, che di certo meritano di non essere ignorate.
«La O'Brien Company ha appena vinto il premio per il miglior acquisto dell'anno» dico sollevando la birra verso di lui «sono contento che da oggi abbiamo un valido, motivato e onesto» sottolineo onesto con tono di voce elevato, alludendo alla sua trasparenza, che fa saltare ogni maschera o segreto di Jenna «collaboratore. Sono sicuro che farai strada, Mark» dico con la mia più sentita sincerità.
«Grazie, Lyon. Lo apprezzo» ricambia, sollevando a sua volta il boccale verso di me. Non faccio a meno di osservare l'espressione ammorbidita di Jenna che non si risparmia di rivolgermi un sorriso timido. Si stringe ancora al braccio di Mark ed è mentre le dà un bacio sulla fronte che avverto una fitta, una strana fitta di dubbia e non rilevata provenienza.
«Oh dimenticavo! Giocano i Knicks stasera!» irrompe Jenna alquanto sconvolta. Non guardo una partita da quando mi sono infortunato e hanno decretato la fine della mia carriera. Sgattaiola via dalla stanza, lasciando me e Mark che rassegnato la segue.
«Andiamo, da ora l'abbiamo persa» dice divertito facendomi cenno di seguirlo e non mi passa inosservata la sensazione di sollievo, anzi, leggerezza che provo nel vederli staccati. Ma chi l'avrebbe detto che un giorno avrei dovuto ringraziare i Knicks...
Jenna
«Non posso crederci... perdere una partita così. Per una tripla lanciata allo scadere dell'ultimo tempo» spengo il televisore arrabbiata, dopo essermi sprecata in esultanze e insulti. Quando mi volto e mi ricordo che oltre a Mark, ormai abituato ai miei piccoli show, c'è anche Lyon, mi ricompongo. Ha l'aria di chi non ha mai visto una partita NBA, è completamente assente, lo sguardo smarrito, la schiena in avanti, le braccia sulle ginocchia, le mani congiunte. Cerco lo sguardo di Mark che quanto me non sa cosa gli prenda.
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LOVE ON THE GAME - Non senza di te
Roman d'amourLyon sogna di diventare un playmaker dei Silvers da quando era bambino, ma la sua fantasia non era stata così spregiudicata da fargli immaginare di poter diventare la nuova stella dell'NBA, finché un infortunio, a soli 26 anni, non ha messo fine a t...