Jenna
«Coraggio princesa, svegliati...» col cavolo che mi sveglio. Non ho alcuna intenzione di alzarmi. Il mercoledì mattina per me è consacrato al sonno, visto che lavoro tutti i giorni in libreria, con degli orari assurdi – d'altronde ho scelto di vivere nella "città-che-non-dorme-mai" autoinfliggendomi la sorte di fare la stessa fine, ossia non-dormire-mai. Se non riesco a fare a meno di svegliarmi tutti i giorni alle cinque e mezza per il mio allenamento, pur oscillando tra cognizione e sonnambulismo, come fosse un'esigenza pari a respirare, bere o mangiare, d'altra parte cerco di recuperare concedendomi una mattina a settimana per dormire un po' di più – lo so cosa state pensando, il sonno non si recupera, MA, fatemelo credere. La mia vita non sconfina molto oltre il lavoro e l'allenamento.
«Jenna, alza subito quei glutei sodi dal letto» detesto la sua voce minacciosa e dissacrante che mi impone cosa fare. Faccio uscire una mano dalle lenzuola, cerco qualcosa, qualsiasi cosa da lanciare in segno di protesta. Scarpa, penna, libro. Voglio essere lasciata in pace. Ma, a quanto pare, devo essermi convertita in una ragazza ordinata e non lo sapevo perché non trovo nulla da lanciarle addosso.
«Ho qualcosa per te, signorina» aggiunge, ora il tono è più mite e forse è per questo che mi faccio convincere, perché non suona come un'imposizione. Mi arrendo, ha vinto. Appellandomi alle poche forze che mi restano, dopo una notte in cui non ho chiuso occhio – con Mark farò i conti dopo – e l'allenamento che mi ha impegnata dalle cinque e mezza fino alle sette, mi sollevo con il lenzuolo addosso, un fantasma. Emetto un mugolio, versi incomprensibili, come segni di protesta per un risveglio forzato, e distendo le braccia per allungare la schiena.
«Cindy, lo sai che il mercoledì è l'unico giorno in cui posso dormire un po' di più...» dico con la voce ancora impastata dal sonno, cercando di impietosirla. Mi libero della coperta, perché veda lo stato improponibile in cui mi trovo, non vergognandomi di mostrarmi con i capelli scompigliati, gli occhi ancora chiusi, le spalle ricurve, come a chiudermi su me stessa, a dimostrazione che, nonostante la mia buona volontà, cause di forza maggiore mi impediscono di essere reattiva, tanto da prestarle l'attenzione che richiede. E per la cronaca, le cause di forza maggiore sono le due ore scarse di sonno, prima di svegliarmi per andare al campetto a giocare all'alba.
«Avanti, dai un'occhiatina» sospiro. Ora le invidio l'energia che ha. Apro un occhio, che intanto fatica ad abituarsi alla luce che invade la stanza – mi sono dimenticata di chiudere la finestra quando sono rientrata, penso – poi l'altro, finché non la metto a fuoco. Ha cambiato acconciatura, osservo. Una chioma liscia e bionda ha lasciato il posto a capelli castani raccolti in lunghe treccine. Cambia più acconciature lei al mese che Rihanna. Ma devo ammettere che le donano. Forse perché richiamano la sua natura colombiana.
«Allora? Ti piace?»
«Ti stanno bene, sì» commento stiracchiandomi. Mi lascio accarezzare dal tepore che si infiltra nella stanza. Ci siamo quasi, l'estate sta per arrivare e, se tutto va come deve andare, le cose stanno per cambiare.
«Ehi» grida di nuovo catturando la mia attenzione «non mi riferivo ai capelli!» lancia un grido così acuto che potrebbe essere paragonato ad una secchiata d'acqua gelida. Mi alzo dal letto. Oddio! Mi guardo allo specchio e sono proprio un mostro. Rinvigorisco le guance con dei pizzicotti, come facevano nell'Ottocento per darsi un po' di tono, un po' di colorito. Passi che cosmetici, skincare, lozioni, ciglia e sopracciglia finte non siano il mio, ma ho il volto piuttosto pallido e devo rimediare.
«Jenna!» Cindy reclama ancora la mia attenzione. Con le mani sulla scrivania di legno, un valido sostegno per reggere tutta la mia intolleranza e ritrosia ad essere sveglia a quest'ora di mercoledì – anche se non so esattamente che ora sia, è sicuramente troppo presto per connettermi con il mondo adesso – roteo la testa verso di lei.
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LOVE ON THE GAME - Non senza di te
RomanceLyon sogna di diventare un playmaker dei Silvers da quando era bambino, ma la sua fantasia non era stata così spregiudicata da fargli immaginare di poter diventare la nuova stella dell'NBA, finché un infortunio, a soli 26 anni, non ha messo fine a t...