Jenna
Inutile commentare la reazione di Lyon. Era una smorfia di dolore quella a cui ho assistito prima che lasciasse il suo ufficio? E se... no, non ricordo colpi che abbiano potuto provocargli qualche contusione, ma potrei non essermene accorta, io stessa quando mi ritrovo cosparsa di lividi o ferite di qualche tipo, non sempre riesco a ricollegare a cosa siano dovuti, per cui probabilmente deve aver accusato qualche colpo, o forse è semplicemente stanco per il lavoro.
Cerco di dare una spiegazione al suo atteggiamento senza soffermarmi troppo mentre torno nell'ufficio di Mark, sullo stesso piano, e proprio quando i miei occhi incontrano i suoi, come un fulmine a ciel sereno, nella mia mente, come un film, scorrono le immagini della partita, l'ultima partita di Lyon a causa dell'infortunio provocato da Rocky, degli Atlanta Hawks.
«Ehi Jen»
«Ci vediamo questa sera, Mark» lo congedo per prendere l'ascensore e tornare subito a casa.
***
Ho cercato di contenermi per tutto il viaggio in metro, dove le mie gambe, che ho nervosamente fatto traballare, hanno attirato le attenzioni di tutti i passeggeri, ma la batteria del telefono, quasi scarico, mi ha impedito di poter accelerare le mie ricerche e questo ha aumentato la dose di adrenalina mista ad agitazione che mi pervade il corpo. Che stupida! Avrei dovuto ovviamente farlo prima. Non mi sono assicurata che Lyon potesse essere in condizioni di giocare ed è stata una grande irresponsabilità da parte mia visto che il torneo tra distretti non prevede la disposizione di riserve, per cui o la squadra va fino in fondo insieme o affonda insieme. Salgo le scale della galleria e affronto la calca newyorkese per raggiungere la mia stanza, optando per la scala antincendio.
«Ehi tu!» mi volto incerta che si stiano rivolgendo proprio a me. Dopo averlo scrutato per un po', visto che ho già percorso abbastanza gradini, mi accorgo, dalla camicia bianca, gli occhiali da vista quadrati, la calvizie e un corpo in carne, che è Paul, il portiere del palazzo.
«Quelle scale sono per emergenza!» mi rimprovera.
«Andiamo Paul, sai come sono fatta ormai» lo rassicuro.
«Ti tolgo le chiavi di casa» mi minaccia. Faccio finta di non averlo sentito, ho cose più importanti a cui pensare ora, di certo non ho tempo di parlare della mia abitudine ormai consolidata di rientrare per la scala antincendio.
Mi siedo sul letto dove questa notte, ricordo, di non aver dormito da sola. Il pensiero mi provoca un leggero brivido che mi scuote, ma non posso crogiolarmi nell'interpretazione di cosa sia dovuto. Sollevo lo schermo del portatile e inizio le mie ricerche su Lyon. Provo ad essere più precisa possibile per limitare la quantità di notizie che il suo nome comporta. Non c'è ombra di aggiornamento sulla sua vita attuale, presso la compagnia di famiglia e questo mi fa ricordare la discussione con la sua segretaria a cui ho involontariamente assistito. Scorro velocemente i titoli.
Lyon, la giovane leggenda NBA dice addio al basket: i Silvers vincono il campionato, ma perdono la loro stella;
Rocky Wemb mette in gabbia il leone dell'arena;
rottura del crociato, non è fine stagione, è fine carriera per Lyon.
Silvers: nessuna notizia di Lyon. Da stella della squadra a giocatore fantasma.
Abbasso lo schermo, ho la nausea a leggere tutte le notizie su di lui. Quello che so è che non può continuare a giocare e, se dovesse, subire un altro infortunio...
Ho creato un mostro, non si rende conto di ciò a cui sta andando incontro ed è solo colpa mia. La mia temperatura corporea si è improvvisamente alzata, ho bisogno di alleggerirmi e mi sfilo la felpa che lancio con prepotenza a terra. Mi prendo la testa tra le mani. In che guaio ci siamo cacciati? Ora non è più in ballo il fatto che sia una donna e che lui sia Lyon O'Brien, ora ciò che conta è che lui non è in condizione di giocare. È passato solo un anno dall'infortunio e a quanto pare non ha più toccato un pallone da basket, d'altronde me lo ha detto lui stesso. Non so come andrà a finire questa storia, ma so, per certo, che non deve più riguardare Lyon.
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LOVE ON THE GAME - Non senza di te
RomanceLyon sogna di diventare un playmaker dei Silvers da quando era bambino, ma la sua fantasia non era stata così spregiudicata da fargli immaginare di poter diventare la nuova stella dell'NBA, finché un infortunio, a soli 26 anni, non ha messo fine a t...