Capitolo 33

16 9 3
                                    

Il giorno seguente di buon mattino ci mettiamo in cammino verso casa di Steven, manteniamo la guardia alzata per l’intero tragitto, il rischio che ci siano altri ribelli in agguato è alto, non possiamo lasciare che ci colgano impreparati come è successo la sera prima. Non riesco ancora ad abituarmi all’idea che i disertori e i ribelli ora collaborino, di solito i ribelli odiavano tutti i prescelti a prescindere, invece a quanto pare sono scesi a compromessi. Nella testa mi frullano mille pensieri, sono successe così tante cose che ho bisogno di mettere ordine. Dopo l’incidente di ieri sera, l’incidente, così lo chiamo nella mia testa quello che è successo tra me ed Ian, una cosa non prevista e che sarebbe stato meglio se non fosse mai avvenuta. Dopo le poche e frettolose informazioni che ci siamo scambiati stamattina io ed Ian non ci siamo più rivolti la parola, lui fa attenzione a tenersi a debita distanza da me, non mi sfiora neanche per sbaglio, io d’altro canto faccio finta che nulla sia successo, questa tattica ha già funzionato una volta. Quando arriviamo alla dimora di Steven, Oscar e Jessica ci vengono incontro correndo <siete arrivati finalmente> ci dice Jessica <come è andata? Stai bene?> mi chiede Oscar <si sto bene grazie dell’interessamento> risponde Ian dietro di me <dov’è Steven> poi aggiunge senza attendere una risposta, Oscar lo ignora scuotendo la testa e si rivolge di nuovo verso di me in attesa di aggiornamenti <abbiamo preso la spilla> dico togliendo subito ogni dubbio sulla riuscita del piano, sui loro volti leggo immediatamente espressioni di sollievo <ma all’uscita della villa di madame Seville abbiamo trovato qualcuno ad attenderci> Oscar inarca un sopracciglio <chi?> chiede <tre ribelli e un disertore> <cosa?> esclama Oscar, io annuisco <già, anche io mi sono meravigliata ma a quanto pare le due fazioni hanno deciso di unirsi, hanno detto che hanno scoperto di avere un nemico in comune> Oscar riflette pensieroso sulle mie parole <avranno intenzione di attaccare il re e i dipartimenti sicuramente> <sei arrivato alla mia stessa conclusione> Jessica interviene <e cosa volevano da voi> <ecco la cosa ancora più strana> dico prendendo la spilla <volevano questa, o meglio, credevano che questa fosse la gemma del prescelto e volevano rubarcela> li vedo sgranare gli occhi <non capisco cosa vogliono fare con la gemma e per quale motivo la stiano cercando ma ci hanno sentito parlarne mentre eravamo alla tavola calda e ci hanno seguiti, e hanno poi dedotto erroneamente che il furto di ieri sera era per prendere la gemma> Oscar annuisce pensieroso <si, capisco, eppure tutto ciò è assurdo> <già> concordo, restiamo per un attimo in silenzio a riflettere sulle implicazione degli ultimi aggiornamenti <e il ballo come è stato invece?> mi chiede Jessica improvvisamente, cerco di mantenere un’espressione neutra <un’esperienza…> rifletto per cercare un termine adatto <suggestiva> dico titubante, non so nemmeno io come definirlo <ma che non si ripeterà più> mi affretto ad aggiungere, evito di guardare Ian anche se sento il suo sguardo bruciarmi sulla nuca, insomma cosa vuole? È stato lui il primo a dire che è stato un errore e che non si ripeterà più <e tu Ian? Ti sei divertito?> gli chiede Jessica e questa volta non riesco a trattenermi e mi giro a guardarlo, mantiene un’espressione impassibile come al solito <niente che non abbia già visto> esclama infine come se nulla fosse mentre io sento una lama penetrarmi nel petto, lo fisso, è più forte di me, lo so dovrei anche io essere impassibile come lui ma muoio dalla curiosità, lo pensa davvero? <forse era meglio che lasciassi venire Oscar, sicuramente mi sarei divertita di più> gli dico con rabbia, non dovrei prendermela lo so, ma non riesco a trattenermi, lui si gira a guardarmi finalmente, per un attimo leggo nella sua espressione un moto di rabbia che si appresta subito a nascondere, ma io la vedo, e non posso fare a meno di gioirne, sono contenta di avergli provocato anche una minima emozione, anche se fosse solo rabbia <non preoccuparti, sarà mia cura affinché non capiti più> ci fissiamo guardinghi fino a quando la voce di Steven non ci interrompe <vedo che andare a quel ballo insieme vi ha fatto bene> ci deride lo stregone avvicinandosi <allora? L’avete presa?> chiede senza mezzi termini, apro la mano e gliela mostro <è questa?> chiedo anche se so già la risposta <si, è lei> Steven la prende con aria reverenziale <finalmente sei di nuovo mia> sussurra prima di infilarsela al sicura nella sua giacca color fragola <bene andiamo nel mio studio allora> e così dicendo si volta salendo le scale che portano al piano di sopra, lo seguiamo fino al suo studio dove si premura di chiudere la porta dietro di noi <è meglio che nessuno ascolti le informazioni che sto per rivelarvi> ci dice andando a sedersi sulla sua poltrona, noi invece restiamo in piedi in attesa <prego accomodatevi> ci dice con una cenno della mano ma io scuoto la testa <non abbiamo tempo da perdere, ti abbiamo portato la spilla, ora dicci dov’è la gemma> Steven sorride annuendo <non temere ragazzina, sono un uomo d’onore io, mantengo sempre la parola data> ci fissa per qualche istante come a voler vedere le nostre reazioni, ma quando vede che non ci accomodiamo sospira condiscendente <e va bene ho capito, ve lo dirò subito> appoggia le mani incrociate sulla scrivania avvicinandosi di più a noi <la gemma si trova sull’isola verde> ci dice con un tono di voce così basso che faccio quasi fatica a sentirlo, lancio uno sguardo verso i miei compagni che sono sorpresi quanto me, poi mi giro di nuovo in direzione di Steven <ma questo significa…> non riesco a terminare la frase <che dobbiamo lasciare il Regno d’Argento> conclude Oscar al posto mio, rifletto sull’implicazione della nuova informazione <esatto> ci conferma Steven <ora> dice alzandosi di scatto <il patto è stato rispettato, non vi devo più niente> si avvia verso la porta tenendocela aperta <gradirei se lasciaste immediatamente la mia dimora, non voglio avere nient’altro a che fare con questa storia>.
Una volta lontani dalla dimora di Steven ci fermiamo in un posto tranquillo a discutere <almeno abbiamo una pista> dice Oscar <si ma, c’è qualcosa che non mi quadra> dico riflettendo ad alta voce <cosa?> mi chiede Jessica <non posso fare a meno di pensare che c’è qualcosa che non sappiamo, più di una persona ci ha chiesto cosa volessimo fare con la gemma, come se potesse fare qualcosa di più che guarire le persone> spiego dando voce ai miei pensieri <poi c’è la storia dei ribelli, perché mai la volevano così tanto da rischiare la vita?> scuoto la testa confusa <per non parlare della reazione di Steven, ha detto che non voleva avere niente a che fare con questa storia, ma se il vero obiettivo del dipartimento è quello di curare persone ferite, perché mai allora c’è tutto questo mistero?> concludo infine dubbiosa <stai mancando un pezzo del puzzle> mi dice Ian interrompendo il filo dei  pensieri <quale?> chiedo guardandolo curiosa <c’è anche un’altra persona che ti ha chiesto per cosa volessimo usare la gemma> lo guardo senza capire <e chi sarebbe?> chiedo, Ian fa un cenno verso qualcuno al mio fianco <forse è arrivato il momento di dirci quello che sai> mi volto a vedere con chi stia parlando, Jessica è rossa come un peperone e guarda in tutte le direzione tranne che verso di noi <Jessica?> faccio un passo verso di lei e poi mi blocco, ora ricordo, è vero, anche lei ci ha chiesto se davvero volessimo usare la gemma per guarire quelle persone, solo che non avevo dato il giusto peso a quelle parole, ma a quanto pare invece Ian lo ha fatto <se sai qualcosa devi dircelo> le dico, lei mi guarda implorante <perdonami Elly> una lacrima le riga la guancia <non ve l’ho detto prima perché dovevo capire, dovevo essere sicura> <non capisco, cosa dovevi capire?> Jessica scuote la testa <voi non avete idea…> un singhiozzo le blocca la frase a metà, vorrei consolarla ma non ce la faccio, non posso fare a meno di pensare che ci ha mentito per tutto questo tempo, cosa sapeva? Cosa ci ha tenuto nascosto? Ci possiamo fidare di lei? Nella testa mi vorticano mille pensieri <la gemma non può solo curare le persone, ma ha anche un altro potere> si interrompe per tirare su con il naso <la gemma del prescelto è un oggetto leggendario, prima di incontrarvi credevo che fosse solo un mito ma poi quando abbiamo parlato con la saggia ho capito che invece non era così, ho capito che la gemma esiste davvero e di conseguenza anche il suo potere> ci spiega con la voce rotta <quale potere?> chiede impaziente Ian <dicci quello che sai e non provare più a mentirci, questa volta nessuno potrà difenderti> leggo la paura sul volto di Jessica e non posso fare a meno di intervenire, mi piazzo tra lei ed Ian <lasciala stare> lui spalanca gli occhi guardandomi <non posso crederci! La difendi ancora!> esclama furioso <se non l’hai ancora capito ci ha mentito per tutto questo tempo, non possiamo fidarci di lei> mi urla contro <dalle il tempo di spiegare> provo a farlo ragionare <non c’è nulla da spiegare> poi mi supera piazzandosi davanti a Jessica <ora tu ci dirai quello che sai e poi te ne andrai, non voglio più vederti> Jessica spalanca gli occhi spaventata e si getta in un pianto profondo <Elly> dice tra un singhiozzo e l’altro <ti prego lascia che…> <non ti rivolgere a lei> si intromette Ian <lei ti ha dato la sua fiducia e l’hai tradita, ora devi vedertela con me> Jessica è terrorizzata, è vero ciò che dice Ian, mi sento tradita, ma in questo momento provo pena per lei, voglio sentire ciò che ha da dirmi, ho bisogno di sentire le sue spiegazioni, devo sapere che non mi sono sbagliata su di lei <Ian> gli dico mettendogli una mano sulla spalla, lui si volta a guardarmi <ti prego, lasciala parlare, ho bisogno di sentire la sua verità> <ma…> prova a dire Ian ma lo blocco <ti prego, ne ho bisogno> lui mi guarda per qualche istante poi annuisce facendosi da parte, io mi avvicino a Jessica <ti do un’ultima possibilità> le dico guardandola diritto negli occhi, i suoi occhi sono rossi e pieni di lacrime ma non lascio che mi blocchino, mantengo il tono di voce impassibile <ora devi dirmi tutto quello che sai> lei annuisce <certo> si asciuga le lacrime con la manica della maglietta <la gemma è un oggetto molto pericoloso, per nulla al mondo deve cadere nelle mani sbagliate> mi prende le mani <credimi, ti prego, dovevo prima accertarmi che voi foste brave persone, non vi conoscevo, sapevo solo che volevate trovare la gemma, ma non sapevo se credervi o no. All’inizio mi chiedevo, vogliono davvero trovarla per curare le persone? O è solo una finzione?> annuisco <si posso capire, anche noi all’inizio non sapevamo se fidarci di te, è comprensibile> un barlume di speranza si accende negli occhi di Jessica <si esatto, ma ad oggi mi fido completamente di voi, non l’ho detto prima perché aspettavo il momento giusto per dirvelo> <va bene ma ora però devi dirci esattamente di cosa ti preoccupavi, cosa può fare la gemma?> la vedo deglutire <la gemma del prescelto dà il potere a chi la usa di controllare tutti i prescelti, se cade nelle mani sbagliate è la fine, costui avrebbe il controllo del mondo intero>.

La prescelta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora