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Mentre continuo a ballare i miei occhi sono rimasti fissi su quelli di Kenan.
Non mi sono mai scordata i suoi occhi, di un verde così chiaro che parevano fragili come il vetro, i suoi occhi cerulei sono davvero la cosa più bella del mondo e non smetterò mai di affermarlo.
Ci stavamo guardando troppo e senza pensarci su due volte decido di staccarmi dal mio gruppo di amiche e andare verso il ragazzo che stava seduto vicino ai tavoli, da solo senza nessun suo compagno vicino.
«Ciao Ken» affermo una volta essere arrivata davanti a lui, mentre ordino al bar un mojito.
«Ciao Chiara, come mai sei qui» mi domanda, cercando di aprire la conversazione.
Ammetto che un po' di imbarazzo c'è ma cerco di non farci caso.
«Dovrei chiederti io che cosa ci fai qui, ma è maleducazione rispondere ad una domanda con un'altra domanda.
Comunque sono qui per via delle mie amiche, mi hanno implorato di venire con loro stasera e mi sono fatta convincere, e tu come mai sei qui?» gli domando mentre prendo il mio bicchiere con l'alcolico al suo interno.
«I ragazzi volevano passare una serata tutti insieme prima che il calciomercato iniziasse e quindi prima che ci mettessero in gioco e visto che nessun locale di Torino li entusiasmava hanno ben pensato di venire fino a qua» mi spiega lui ed annuisco.
Il calciomercato è ormai alle porte infatti ad inizio settimana inizieranno i vari trasferimenti per i giocatori, quindi li posso capire.
«Oppure è solo il destino» dico io.
«Il destino» mi domanda lui non capendo il mio collegamento.
«Ti ricordi quando un'anno fa ci siamo messi insieme, quando siamo andati a casa tua e mi hai detto che eravamo destinati ad incontrarci, forse il destino ha voluto che anche questa volta ci incotravamo» gli dico e lui sorride.
«Non ci credo che te lo ricordi ancora» mi dice lui incredulo.
«Io mi ricordo tante cose ma soprattutto ciò che dicono le persone che mi sono arrivate al cuore, e tu lo hai toccato» gli dico e vedo i suoi occhi illuminarsi.
«Perché non andiamo lontanto da tutto questo chiasso a parlare» mi domanda ed annusico.
Mi prende per mano e intreccia le sue dita alle mie.
Sembra come se fosse la prima volta, la prima volta che lo guardo, la prima volta che facciamo tutto insieme, ogni volta mi manda in tilt ed ora ancora di più visto che non ci vediamo da molto tempo.
Usciamo dalla discoteca e ci mettiamo in un luogo più appartato per parlare meglio.
«Come mai hai deciso di venire qui giù per parlare con me» gli domando per riprendere il discorso.
«Non voglio gente intorno che ci possa sentire mentre parliamo delle nostre cose» ammette lui ed io sorrido.
«Non mi ricordavo che fossi così attento ai dettagli» gli dico e lui ride, mostrandomi dopo un sacco di tempo il suo sorriso meraviglioso.
«È rimasto lo stesso» dico io
«Che cosa»
«Il tuo sorriso, è rimasto così radioso e bello che fa venire voglia anche alla persona più triste del mondo di sorridere, e dico davvero» rispondo io.
«In realtà oggi e la prima volta dopo tanto tempo che sorrido di nuovo così» ammette lui tornando serio.
«Perché, che cosa succede a Torino» gli domando
«L'anno scorso anche se per me la stagione è andata bene, ci siamo classificati più bassi rispetto a come volevamo noi.
L'esonero di Allegri ci ha fatto male a tutti e quando è arrivato Motta abbiamo dovuto rivoluzionare tutto quanto ma pare che abbia dato i suoi frutti.
I fisioterapisti non erano eccellenti e dopo meno di due mesi se ne andavano e ne arrivavano dei nuovi ma non servivano a molto, insomma nessuno è paragonabile a te» conclude lui.
«Mi stai dicendo che ti manco»
«Si, mi manchi così tanto che non so neanche come sono andato avanti in tutto questo tempo senza vederti, senza poterti sentire, senza poterti toccare, senza poterti baciare e fare tutte le cose che facevamo quando eri a Torino con me, con tutti noi» ammette lui mentre gli si spezza la voce.
«Io non pensavo di aver fatto così tanto danno» gli dico arrabbiata per aver creato del disagio a tutti quanti.
«Non devi sentirti sbagliata perché hai preso la tua decisione, ma è stata dura per tutti noi accettare che non ci saresti più stata ed è stato difficile anche per me accettare di averti così lontana»
«Mi sento in colpa per avervi fatto soffrire e per aver fatto soffrire te in particolare, la Roma è una società bellissima dove si respira solo aria gradevole e poi in poco tempo mi sono ambientata bene, ma nessuna squadra è paragonabile alla vostra, anche io sento la nostalgia di Torino, credimi ma non posso tornare» gli dico io
«E perché non puoi tornare se ti manchiamo così tanto» dice con un po' di frustrazione nella voce.
«Perché non è così semplice, la Roma non mi vuole cedere e vuole tenermi a tutti i costi e tutte le offerte che mi sono state date sono state rifiutate, la Juve ha mandato tante offerte per riavermi a cifre che neanche ti immagini ma la Roma ha rifiutato tutto dichiarando che io sarei rimasta con loro per un tempo indeterminato»
«Mi dispiace così tanto non poter più essere la vostra salvatrice e non potervi seguire e credetemi che vi porterò per sempre nel cuore, ma sono sicura che in un modo o nell'altro tornerò a Torino e tornerò da voi» dico io mentre gli occhi mi diventano lucidi.
«Io non avrei mai pensato che fosse così difficile riaverti indietro» mi dice Kenan.
«Ed io non pensavo che accettando quello stage non sarei più tornata a stare con voi che siete la mia famiglia e lo sarete per sempre» dico io.
«Se fossimo stati in un'altro contesto forse ti avrei baciata ed abbracciata ma se lo facessi manderei all'aria tutti i miei sogni e resterei a Roma con te tutta la vita» dichiara lui.
Dopo che Kenan ha detto ciò cala un silenzio assurdo che viene riempito solo dal lontano rumore della musica della discoteca.
«Facciamo una pazzia» mi dice Kenan ad un certo punto rompendo il silenzio.
«Che cosa vorresti fare» gli dico.
«Vieni con me in hotel passiamo una serata come se non ci fossimo mai lasciati» mi dice lui e mi metto a ridere per quanto folle è questa richiesta.
«Non lo possiamo fare Kenan»
«Perché no, non puoi non ammettere che il sentimento c'è ancora» dice lui alzandosi e facendo alzare anche me, mi afferra le mani e ciò ci costringe a metterci faccia a faccia.
Per quanta sia la voglia di baciarlo reprimo questo sentimento e lo metto nel cassetto più nascosto del mio cervello.
È vero io provo ancora qualcosa di forte per lui ma in questo momento sarebbe lo sbaglio più grande della mia vita perché manderei all'aria i mie ed i suoi progetti e questo non lo posso accettare.
«Io provo ancora tanto per te, ma non possiamo fare uno sbaglio del genere, perché se dovesse accadere sarebbe solo uno sbaglio anche se perfetto e non lo posso accettare perché nel profondo del cuore io ti amo ancora Kenan e non sai quanto» gli dico.
«Anche io ti amo ancora piccola stella» mi dice abbassando la testa e lasciando le mie mani.
Gli prendo il viso con due mani e faccio incastrare i suoi occhi perfetti all'interno dei miei.
Lui mi guarda senza dire nulla.
Stacco una mia mano dalla sua guancia e la lascio scendere fino a prendere la sua di mano, la posiziono all'altezza del cuore che batte così tanto forte che potrebbe uscirmi dal petto.
«Questo è l'effetto che mi fai, dopo tutto e dopo un'anno, ma non è questo il momento giusto» dico io
«E quando sarà il momento giusto» mi domanda
«Non lo so Ken, ma sono sicura che esiste un momento giusto» gli dico e lui annuisce capendo.
Ci stacchiamo e rientriamo, andiamo ognuno dal proprio gruppo di amici con la promessa che saremmo tornati insieme perché quello che ci unisce è davvero troppo grande per ignorarlo.

io per te, tu per me ; Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora