Capitolo 8: Segreti

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Si sentiva la tensione attraversare la stanza. Ero piena di dolori nell'anima, di rabbia nel cuore e di paura nello sguardo. Essere lì in quel momento faceva male... dovevo fermare quell'inferno.
Nonostante fosse passato tutto quel tempo sentivo ancora Vì, come un fantasma, un angelo che, nonostante la sua morte, mi proteggeva. 

Sentire quelle sue parole così inesistenti ma familiari e reali era come essere tornata a casa mia, aver rivissuto il mio passato per un istante, percepito come interminabile.

Gli sguardi degli altri Guardiani erano sospettosi, come sempre. Si aspettavano un passo falso, per potersi liberare di me. Girai velocemente lo sguardo verso Lorenzo, sembrava spaventato, quasi incredulo, più di me. Da quello che mi aveva detto, era lì da poco e ancora non aveva visto l'intero mondo dell'Agenzia. Non sapeva cosa lo aspettasse, ed era questo ad atterrirlo. Intanto, la professoressa Lion mi osservava cercando di comprendere il mio stato d'animo, senza trovare risposta. Allora, era impossibile capire come mi sentissi, il mondo per me era finito con l'esistenza di Vì.

Aprii in uno scatto la bocca per iniziare a parlare quando mi fermai. Sentivo una forza estranea, una presenza di fianco a me che cercava di dissuadermi dal raccontare di quella unica e importante missione, che era a rischio. Ma ormai ero sulla pista da ballo e tanto valeva ballare.
«Ho avuto una visione» dissi tutto d'un fiato.

«Adesso hai anche le visioni? Non farci perdere tempo...» iniziò Ignis con un'aria ancora assonnata e accennando a uno sbadiglio. Ma prima che potesse concludere il suo discorso la Lion alzò velocemente la mano verso l'alto per fermare le querele. Si avvicinò a me, mi guardò fissa negli occhi con sguardo scrutatore, poi si voltò verso gli altri.

«Vista la situazione di Ginevra, e, ricordiamolo, la morte di Vento, è più che possibile che l'elemento continui a comunicare con la sua Guardiana. Il loro forte legame si può spezzare solo con la scelta di un nuovo protettore, ma questo dipende solo dai Padri Guardiani.»
A quelle parole tutti abbassammo la testa in segno di rispetto.

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