Capitolo 30: Incertezza

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Giunsi in una stanza e vagamente familiare. Le mura colorate di un colore chiaro, ma irriconoscibile al buio. Incastonato in quel luogo polveroso c'era solo una finestra, piccola, angusta. Obscurity era lì e sorrideva, ed io con gli occhi gonfi lo fissavo. 

Le sue parole, i suoi ricordi avevano mostrato una realtà evidente, ma invisibile. 

Tuttavia io non lo avevo mai conosciuto. Mio padre non si era mai presentato, non aveva mai cercato di tirarmi fuori da quel mondo. Lo odiavo. Lo odiavo perché aveva lasciato che vivessi nella menzogna per 15 anni, perché sia lui che la Lion avevano permesso che fossi trasformata in quel che ero. Ma io cosa ero? Umana? Un esperimento? Qualcosa che a quanto pare era fallito. Io non avevo poteri, non li avevo mai avuti. Solo Vì mi aveva fatta sognare e volare. E poi Lorenzo aveva ragione? Obscurity avrebbe davvero distrutto il mondo e l'Agenzia? Non ne ero sicura. Non avevo più certezze, non allora, non adesso. Era un uomo dominato dalla pazzia. Lo aveva già mostrato attraverso i suoi sorrisi finti, i suoi sguardi, i suoi occhi vuoti, i suoi gesti maniacali. Ma dovevo ucciderlo? Potevo ucciderlo dopo quello che mi aveva detto? Era stato lui a causare il mio dolore o l'ASG?

«Cosa aspetti?» la sua domanda mi risvegliò dai miei pensieri.

«Non ti voglio uccidere, non posso, non tu.»

«Devi farlo» due parole, solo due ma decise, che mi rammentavano ancora una volta il mio destino, quello che non avevo scelto.

«Non voglio»

«Invece devi»

«E perché mai? Tu sarai anche pazzo, ma sei mio padre, e da ciò che mi hai mostrato sei solo una vittima dell'Agenzia»

«Invece no. Io non sono una vittima. Io sono il carnefice. Sono colui che ha causato tutto il tuo dolore. Io sono tuo padre, ma anche la parte peggiore di te: infatti ho lasciato che soffrissi per causa mia. Con il tuo elemento saresti stata troppo forte, e in più avevo bisogno di riportarti in questo mondo. Sai, avevo bisogno di rincontrarti, di trovarti. Sei sempre e solo stata un ostacolo per me e i miei piani. Sei l'unica che può fermarmi e capirai bene che non posso lasciarti andare» la sua voce era cambiata. Aveva di nuovo il volto rigato dalle fossette, e scavato dagli occhi neri. Aveva di nuovo la follia che lo dominava. 

Ora capivo. 

I suoi poteri avevano avuto la meglio, e lo avevano trasformato nella versione peggiore di sé stesso. Ciò che si era iniettato aveva amplificato la pazzia già esistente. Lui non era più l'uomo che la Lion aveva amato, non era più mio padre. Il suo esperimento lo aveva chiamato con sussurri conducendolo nell'ombra.
Obscurity lanciò un dardo nella mia direzione, ed io a stento riuscii a evitarlo. Mi ferì la spalla. Allora avevo capito. Non avevo possibilità di salvarlo, si era condannato da solo, lui si era trasformato in ciò che era. Non potevo fare altro che combatterlo. E nonostante fosse mio padre, lui non faceva parte della mia vita, non mi conosceva, non c'era mai stato. Questo mi avrebbe aiutata a ucciderlo, perché io dovevo farlo. O io, o lui.

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