Capitolo 10: Offerta

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«Continua, Ginevra» mi disse la Lion con un tono dolce e materno.

Iniziai a raccontare nel dettaglio il mio sogno: il luogo in cui ero, il vento che non soffiava, l'aria che mi mancava e infine il grande albero, davanti al quale mi ero ritrovata. 

«Hanno iniziato ad apparire delle scritte in latino incise nella corteccia» continuai.

«Ma, in realtà...» interruppe Lorenzo «...le parole le stava incidendo sul muro, mentre sognava»
Guardai con uno sguardo altezzoso Lorenzo, spingendolo a zittire. 

Dire che gli altri Guardiani fossero spaventati era un eufemismo. Erano atterriti al solo pensiero di ciò che quella visione poteva presagire. In fondo ognuno di noi ha dei momenti di debolezza e di paura, e anche se proviamo a mostraci forti calpestando gli altri, non possiamo nasconderlo.
Ci furono minuti di silenzio anche da parte della Lion sorpresa quanto gli altri, e forse anche un po' timorosa.

Quest'ultima mi accalco di domande «E dimmi, ti sei fatta male, stai bene?» come se in quel momento potesse avere importanza. E continuava con «Le visioni possono essere enigmatiche e pericolose!» come se già non lo avessi capito. Apprezzavo la sua affettuosità, ma in quel momento era fin troppo! Ero imbarazzata, impaurita e poi c'erano cose più importanti a cui pensare. Fortunatamente Terra si decise a parlare.

«E dicci, qual era questa scritta?» gliela riportai.

«Ora dimmi, di che missione sta parlando?» e ne citò alcune a cui io non avevo partecipato. Più ne nominava, più abbassavo il mio sguardo e mi rabbuiavo. Era imbarazzante sentirne nominare tante. Alcune avevano nomi bizzarri e apparivano ridicole, altre, più serie, spaventavano soltanto a pronunciarne il nome.

«Nessuna di queste, non è vero, Ginevra» lo interruppe Lorenzo con una voce che fece trasparire compassione e... amicizia?! Per un attimo il mio cuore si scaldò, riprendendo a battere, dopo essere stato impedito dall'odio. Cosa era successo a quel ragazzo tanto spaventato da me? Perché offrirmi un tono tanto amichevole quando io volevo solo essere rispettata e guardata con timore? Le mie gambe iniziarono a tremare e per poco non cedettero per l'imbarazzo. Il ragazzo tentò di porgermi la mano, in segno di alleanza, ma la rifiutai. I miei occhi brillarono di un sentimento che non sentivo da tempo: l'amore. Un fuoco mi attraversò le viscere scaldandomi dal freddo del dolore. Un brivido mi corse lungo la schiena, senza, però, farmi rabbrividire. In un attimo mi sentii serena e...nuova. Non so cosa, però, respinse tale emozione. 

Mi ripresi poco dopo, e tornai orgogliosa e vendicativa come prima. Il mio cuore si ricongelò all'istante, smettendo di smuoversi per sentimenti tanto gradevoli quanto inutili.

«Lorenzo ha ragione.» risposi con tono ancora leggermente tremolante. «L'anno scorso la professoressa Lion mi ha dato il compito di creare quattro cristalli che potessero rinvigorire i Guardiani e gli elementi danneggiati dopo una battaglia, e potessero rafforzare i nostri poteri.»
Vidi che la rabbia già si impossessava dei cuori degli altri tre, mentre si avvicinavano a me, come iene che circondano la propria preda. In quel momento le parole mi sfuggirono dalla bocca, così come il coraggio. Ero pronta al peggio quando la Lion urlò tutto d'un fiato: 

«L'ordine è giunto direttamente dai Fondatori» 

Ma, ostinati come sempre, gli altri Guardiani si buttarono in una discussione. Tentarono, come si è soliti dire, di arrampicarsi sugli specchi, cercando una motivazione che spingesse l'Agenzia a rivalutare la mia presenza. 

«E questo le da il diritto di svolgerla a nostra insaputa, mettendo in pericolo i nostri stessi elementi?!» a queste parole, mi ripresi e, non riuscendo a trattenermi, sfogai l'ira, causata dalla loro ingratitudine.

«Mi avreste fermata, come avete sempre fatto. Non so se questa è invidia o altro, ma era l'unica missione, la MIA missione. E poi non dovevano mettere in pericolo nessuno, anzi, dovevano aiutarci nelle battaglie»

«Dovevano, sul serio?! Tu non hai mai partecipato e mai parteciperai alle nostre missioni operative. Ti sei mai chiesta perché non collabori con noi?»

«Si, perché siete dei luridi vermi orgogliosi...»

«Il tuo elemento non direbbe così»

«Non parlare di Vì»

«É così che l'hai chiamato? Che nome sciocco!»

La situazione stava sfuggendo di mano. Lorenzo se ne rimaneva in disparte, un poco deluso dalla mia reazione, dopo avermi visto sul punto di crollare; la Lion tentava inutilmente di dividerci, per calmare le acque. Io, invece, ero nuovamente impazzita, una furia fuori controllo. 

Utilizzare Vento contro di me, come se la sua morte fosse stata causa mia, quella era stata una mossa da vigliacchi. 

In un attimo, però, uno dei presenti prese coraggio interponendosi tra me e gli altri Guardiani.

«Basta!» gridò Lorenzo «Il destino del mondo è nelle vostre mani e voi pensate soltanto a litigare. Se la missione è giunta dall'alto, ci sarà stato un motivo. E tu Ginevra, capiamo che sei in lutto, ma...» rivolsi la mia attenzione a lui e il mio sguardo iracondo lo zittì. Infatti il ragazzo non ebbe il fegato di continuare quella che aveva l'aspetto di una predica verso di me. 

Mi piacque che era tornato a temermi, con quei suoi balbettii e i suoi discorsi fermati al punto opportuno. Accennai a un sorriso maligno, con sguardo sicuro. Non ricambiai l'amicizia offerta poco prima.

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