Capitolo 6: Passato

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Prima di tutto ciò io e Vento parlavamo sempre. Eravamo come fratelli inseparabili. Lui mi definiva romantica e sognatrice. Erano le prime due parole che aveva usato per descrivermi. Di giorno andavo a scuola e potevamo parlarci solo attraverso un vetro ma, appena uscita, dedicavo un po' di tempo alle nostre chiacchiere. Era bello sentirlo sulla pelle, tra i capelli. La vita era magnifica. 

Ancora lo sognavo. Erano passati due mesi e ancora sentivo la sua mancanza, come un vuoto nel cuore che sapevo non si sarebbe colmato. Essere Guardiana è dura, ma più di tutto lo è quello che è successo.

Per me Vì era un amico, un fratello, un genitore. Mi piaceva confidarmi con lui, perché sapevo che ciò che gli dicevo non lo avrebbe mai saputo nessun altro. Era bella quella vita.
Nell'ultimo periodo ci eravamo allontanati a causa dello studio scolastico. Nonostante ciò, la sera mi piaceva sedermi sulle gradinate di casa mia e sentire il suo fruscio tra le foglie: era una melodia soave. Lui portava l'armonia nel mio cuore, e ora che non c'è più il mio centro si è spezzato.

Tra i ricordi più belli ho quello del mio ultimo compleanno. Era aprile e il sole splendeva pallido, ma io me ne stavo rintanata nella mia camera a studiare. D'un tratto sentii delle grida nel cielo, come un richiamo che mi spingeva a uscire. Lì, aperta la porta, c'era Vento, che faceva piovere petali di rose. L'aria sapeva del loro profumo, ed era così bello, romantico, e innaturale. Quello era stato il regalo più bello della mia vita.

"Per me Ginevra è una Guardiana, una amica. Nel momento in cui l'ho vista ho capito che sarebbe stato più di un lavoro per lei. Dopo poche ore, già iniziava a farmi domande sul mio essere.

Mi piace parlare con lei, e la ragazza si sente sicura a confidarsi con me. Nell'ultimo periodo ci siamo allontanati. Lei sta sempre a studiare, e più la sento ripetere le lezioni più comprendo quanto sia frenetica la vita umana. Ginevra però la sera sta ad ascoltarmi, io la tranquillizzo e lei rende felice me. Prima di questa Guardiana ne ho avuti altri, sì, ragazzi e ragazze, che però non mi avevano mai visto come un amico, ma solo come un compito da portare a termine. Quando divenne Guardiana aveva otto anni. Un'età critica. Era ancora molto piccola ma già si impegnava. 

Quando eravamo soli giocavamo insieme. A me piaceva prendere le forme più svariate e a lei inventarci delle storie. La sera si sdraia e ancora la sua mente naviga nella fantasia. Io la accompagno e farò così anche quando non le nostre strade si divideranno, perché il mio compito sarà continuare vegliare su di lei. So che la mia vita è quasi al termine ma voglio continuare a rendere onore alla migliore Guardiana che abbia mai avuto."

Guardiana_ObscurityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora