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Lessi quei messaggi e nello stesso momento Jasmine si appisolò,sentii la sua testa appoggiarsi sulla mia spalla.Cercai di spostarla,facendo piano e per fortuna ci riuscii,senza svegliarla.
Mi misi la giacca di jeans, la prima che vidi davanti agli occhi ed uscii fuori il portone.
«Ma che ci fai qua?» gli domandai,quando lo vidi vicino alla sua Jeep.
Appena mi notò gli comparirono le sue due solite fossette ai lati della bocca,che,ogni volta,mi uccidevano.
«Sono venuto per chiederti se volessi venire da una parte,tra una settimana» disse,dopo qualche secondo.
«Dove?» lo guardai interrogativa mentre strinsi a me la giacca,era notte,a Torino si gelava.
«Ad una festa che organizzano i miei colleghi»
Lo disse sempre con uno strano sorriso che sembrava celare qualcos altro.
«E sei arrivato fino a sotto casa mia? non potevi mandarmi un messaggio?»
«In realtà volevo anche vederti» si mise
una mano fra i capelli,forse sentendosi in imbarazzo per averlo ammesso.«E perché mai?» alzai un sopracciglio perplessa.
«Oggi non mi hai salutato per bene»
Girai la testa a destra e sinistra,come per mostrare disaccordo,ma il sorriso che mi comparì sul volto,diceva tutt'altro.
«Ti avrei dovuto dare un bacio?»
«Non mi sarei di certo spostato» rispose divertito.
«Che stupido» cercavo in tutti i modi di non guardarlo negli occhi.
«Allora vieni?»
«Non so se mi va di andare ad una festa,per lo più con te» dissi con tono ironico.
Si mise a ridere per poi ravvicinarsi.
«Perché?» mi guardò dall'alto,inclinando leggermente la testa.
Eravamo vicini e la differenza d'altezza era parecchia.
«Kenan spostati» gli dissi spingendogli il petto.
«Un giorno cederai lo so»
Cadde improvvisamente il silenzio.
«Dai vai a casa che si congela»
Cambiai discorso perchè,nonostante il freddo,iniziai a sentire un leggero rossore sulle guance.«Non prima che tu mi dica di sì»
Decisi ancora una volta di non ascoltare quella parte di me,che quasi sicuramente,dopo la prima settimana di università,avrebbe voluto solo dormire nel weekend.
«Va bene,verrò»
Mi sorrise e si avvicinò di nuovo.
Temetti il peggio ma si abbassò solo per darmi un veloce bacio sulla guancia.
Rimasi pietrificata,non riuscii a dire nulla.
Lui,d'altro canto,sorrise compiaciuto.
«Andiamo in palestra lunedì?» mi chiese dopo essersi spostato ed allontanato verso la sua auto.
«Dovrebbe essere il mio primo giorno di università,in realtà»
«Ti accompagno allora» mi rispose dopo essersi messo al volante.
Cercai più volte,quella notte davanti casa,di convincerlo che avrei preso il pullman,ma alla fine,il lunedì mattina me lo ritrovai fuori ad aspettarmi.
«Ti avevo detto di non venire» lo richiamai,appena entrata in auto.
Lui sembrò non ascoltarmi perché,dopo qualche secondo,mi rispose dicendo tutt'altro.
«Ti vedo strana,hai ansia?» mi scrutò.
«Sì beh un po'»
«Andrà bene tranquilla»
«Che lingue hai scelto?» incalzò mentre mise in moto.«Quelle che ho studiato alle superiori,inglese,francese e spagnolo»
«Potrei insegnarti anche un po' di tedesco»
Cercai di nascondere un sorriso e poi mi girai per guardarlo.
«La smetti?» gli chiesi divertita.
«Di fare cosa?»
«Lo sai che cosa»
«Non sto facendo niente» mi rispose,voltandosi a sua volta verso di me.
Io scrollai il capo.
Quel suo sguardo,soprattutto mentre aveva una mano sul volante,non riuscivo a mantenerlo.
Dopo avergli dato alcune indicazioni,arrivammo a destinazione.
«Allora buona fortuna» mi sorrise.
«Grazie per il passaggio» gli sorrisi a mia volta e scesi dall'auto.
Entrai in università guardandomi attorno,cercavo di capire dove fosse collocata l'aula 4.
Alla fine grazie all'aiuto di una ragazza molto gentile,riuscii a trovarla.
Quel giorno seguii la mia prima lezione di letteratura francese.
Ritornai a casa esausta ma decisi comunque di accettare l'uscita all'ultimo secondo di Edoardo.
«Eva non mi ammazzare» mi disse all'orecchio lui,dopo avermi raggiunta velocemente mentre camminavo verso il ristorante.
«Perché?» chiesi alquanto confusa.
Fin quando non capii.
«Edo non ci avevi detto che sarebbe arrivata anche la tua cuginetta» sentii in lontananza la voce di uno dei suoi amici.
«Oh mio dio» dissi tra me e me,non avevo nessuna voglia di vederli,soprattutto dopo la giornata faticosa alle spalle.
«L'ho fatto per una persona» disse Edoardo,voltandosi verso Dimitri.
Collegai tutto e in quel momento volevo solo scappare.
Lo vidi fissarmi per poi avvicinarsi a me,in modo furtivo.
«Che ti va di mangiare?»
«Non ho molta fame in realtà» risposi.
Ero già piena dall'università,mangiai infatti quello che mi ero portata da casa.
Quel pomeriggio,io e Dimitri,chiacchierammo e alla fine,al contrario di quello che avevo detto,mangiai un po' della sua pizza.
«Ti volevo chiedere una cosa comunque» dichiarò,mentre era intento ad accompagnarmi sotto casa.
«Dimmi» mi voltai in sua direzione.
«Ti andrebbe di uscire?»
«Solo noi due,intendo»Risultò tenero ai miei occhi,era un po' impacciato.
«Quando?» chiesi.
«Questo weekend»
Mi ricordai immediatamente della festa in cui Kenan mi aveva invitata,solo il giorno prima.
Così,rimasi bloccata a pensare,mentre Dimitri,attendeva una mia risposta.
SPAZIO AUTRICE~
EiiSecondo voi Eva cambierà idea?deciderà di uscire con Dimitri?
Fatemi sapere con una stellina o con un commento se vi è piaciuto il capitolo!
Scusate se vi lascio con un po' di suspense🙈
A domanii, un bacio ❤️
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Semaforo rosso | Kenan Yıldız
Romance«Era come se il mondo avesse improvvisamente smesso di girare» L'aria frizzante di Torino sembrava pulsare di vita mentre Eva,appena diciottenne e con una valigia carica di speranze e sogni,si ritrovava immersa in un labirinto di strade acciottolate...