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Fissai Kenan,il cuore mi batteva all'impazzata.«Non so..»le mie mani si intrecciavano nervosamente.«Mi fa paura,in fondo..non voglio ripetere gli stessi errori»
Kenan mi guardò,nei suoi occhi vedevo comprensione.«Se hai bisogno di tempo,va bene,non voglio forzare nulla»
Sorrisi involontariamente a quelle parole.
«È solo che..ho sofferto»
«Anche io ho avuto le mie delusioni» mi rispose,avvicinandosi un po' di più.«Ma dopo ieri,ho capito che non voglio più aggrapparmi a quel passato»
«So che il mio mondo può sembrare complicato e può far paura,ma voglio che tu sappia che sono serio quando ti dico tutto questo»
Esitai.Non sapevo se fossi pronta a lasciarmi andare.
«Dai,facciamo un passo alla volta.Così ci conosciamo meglio»
Mi morsi il labbro,una parte di me era spaventata.
«Va bene» dissi infine,tirando un sospiro profondo.«Possiamo provarci»
Accennò un sorriso.
«Ora andiamo in palestra?» si girò a guardarmi con aria divertita,subito dopo,cercando di sciogliere la tensione che si era creata.
«Ah quindi te lo ricordi» scrollai la testa,sorridendo.
«Certo che me lo ricordo,mi ricordo anche che avevi promesso di allenarti con i pesi»
«Non so se sono pronta» risposi,alzandomi dal divano.
«Tranquilla,non ti farò sollevare cose pesanti.Possiamo cominciare con qualcosa di semplice» si alzò in piedi anche lui.«E poi, chissà,magari ti diverti»
«Divertirmi a sollevare i pesi?» alzai un sopracciglio.
«Ti va una piccola scommessa?» sbottò,dopo alcuni secondi,cogliendomi impreparata.
«Una scommessa?» chiesi,confusa.
«Sì» lo vidi sorridere sotto i baffi.
«Se ti divertirai,sceglierò la prossima attività che faremo insieme»
Lo guardai incerta mentre un sorriso mi si formò sulle labbra,quasi come di risposta alla sua provocazione.
«E se non mi diverto?»
«Allora sarai tu a decidere tutto,ma non credo succederà» rispose,sempre con quello sguardo che sembrava celare,ogni volta,qualcosa di più.
Mi misi a ridere.
«Va bene allora»
Dopo qualche minuto,ci incamminammo verso la sua macchina.
La musica era bassa,ma l'atmosfera vibrava di tensione e curiosità.«Credo che il calcio occupi molto tempo nella tua vita,ma quali altre passioni hai?» gli chiesi,mentre mi allacciavo la cintura.
«Mi piace cucinare,sono molto bravo a dire il vero» rispose con tono divertito.
«E tu?Che fai quando non studi?» mi lanciò un'occhiata,girandosi per guardarmi.
«Dormo» risposi,voltandomi anch'io.
Vidi le sue labbra curvarsi verso l'alto e le fossette farsi profonde sulle guance.Davano al suo sguardo un'innocenza e una freschezza che mi facevano sorridere anche senza volere.
«Mi sembra giusto»
«Comunque promettimi di non ridere se non riesco a sollevare nemmeno un chilo» gli dissi,subito dopo.
«Promesso» rispose,intento a parcheggiare.
Uscimmo dall'auto e ci dirigemmo verso casa di Vasilije.
«Pronta?» mi sorrise.
«Prontissima» risposi sicura,mentre varcavamo la soglia della palestra.
Kenan si avvicinò al bilanciere mentre osservava con attenzione i pesi.
«Allora vuoi iniziare con un po' di panca?»
«Solo se mi aiuti»
Si avvicinò,posizionandosi dietro il bilanciere.«Sicura di riuscire a sollevarlo?»
«Non sottovalutarmi» ribattei,mentre lui posizionò le mani sui pesi.
«Dai,allora prova»
Mi sdraiai sulla panca,concentrata.Kenan, stando dietro di me,mi toccò delicatamente la schiena per sistemarmi.«Attenta alla postura,fai attenzione a non sollevare troppo le spalle» mi suggerì,accentuando il suo contatto.
«Va bene» cercai di rimanere concentrata,anche se,in quel momento,mi era difficile.
«Se hai bisogno di una spinta in più,io ci sono» disse,sul punto di avvicinarsi ulteriormente.
«Ho capito Kenan»
Lo vidi attento,come se non volesse perdersi neanche un mio movimento.
Finito gli esercizi,mi alzai dalla panca, ansimante ma soddisfatta.
Le risate dei ragazzi,quel pomeriggio,si mescolarono al suono delle attrezzature in movimento.Tra serie di esercizi e momenti di pausa in cui Vasilije condivideva aneddoti.
Alla fine dell'allenamento,ero esausta ma felice.
Quella stessa notte,mi rincontrai con Kenan.
Ci eravamo dati appuntamento in un parco poco conosciuto,circondato da alberi maestosi e panchine in legno.
Lui portava un berretto per nascondere il volto e una felpa con il cappuccio calato sugli occhi, cercando di confondersi tra le ombre.
«Sei sicuro di voler restare qui?» gli chiesi, guardandomi intorno per accertarmi che nessuno ci stesse seguendo.«Potrebbero riconoscerti»
«Non ci sarà nessuno» la sua voce era bassa e rassicurante.«Ho bisogno di una notte normale,lontano dai paparazzi»
Dopo qualche minuto,non potei che d'ammettere di essermi divertita,quel pomeriggio.
Lo vidi compiaciuto,il suo entusiasmo era palpabile.
«Vuoi venire a vedere come si gioca a calcio?»mi chiese,subito dopo.Ero intrigata dall'idea,affascinata dall'opportunità di vedere Kenan in azione sul campo e curiosa di scoprire una parte di lui che non conoscevo.
SPAZIO AUTRICE~
EiiCapitolo pieno di dialoghi questo!
Scusate se posto così tardi,ma anche oggi sono stata impegnata per colpa della scuola
Lasciate una stellina o un commento,sempre se vi va!
A domani,un bacio❤️
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Semaforo rosso | Kenan Yıldız
Roman d'amour«Era come se il mondo avesse improvvisamente smesso di girare» L'aria frizzante di Torino sembrava pulsare di vita mentre Eva,appena diciottenne e con una valigia carica di speranze e sogni,si ritrovava immersa in un labirinto di strade acciottolate...